Il 2025 della Reggiana: dal miracolo sportivo di Dionigi ai ruggiti nei derby, ma il finale è amaro
Dalle tenebre invernali alla rinascita primaverile dopo il cambio di guida tecnica. Un’estate di rivoluzione e un autunno di derby ruggenti, prima di un finale che invita alla riflessione. Il ritratto di un anno segnato da emozioni contrastanti.

Se il 2024 della Reggiana è stato l'anno delle fondamenta in Serie B, il 2025 per il club granata è stato l'anno della trasformazione identitaria. Un anno diviso esattamente a metà: una prima parte vissuta con il fiato sospeso per una salvezza conquistata quasi al fotofinish con le unghie e con i denti, e una seconda metà segnata dalla “rivoluzione” firmata da Dionigi e Fracchiolla con Salerno come architetto, capace di far intravedere tante cose interessanti, al netto di un amaro epilogo che ha riportato tutti con i piedi per terra.
Gennaio-Febbraio: nubi all'orizzonte
L'anno si apre con la squadra di William Viali in evidente difficoltà. La luce sembra essersi spenta dopo la sosta natalizia: pochi punti, una sola vittoria interna con il Palermo, più un fuoco di paglia che una svolta, un attacco asfittico e una classifica che inizia a fare paura dopo lo stop interno con il Cesena. Nonostante gli sforzi del ds Pizzimenti sul mercato, i pochi innesti che arrivano - Sosa e Kumi - non spostano gli equilibri e la squadra fatica a trovare un'anima, scivolando pericolosamente verso la zona playout.
Marzo: il cambio di rotta e l'innesto del "bomber"
Il buon pareggio di Catanzaro viene vanificato dal tragico k.o. di Cosenza, l'ennesimo campanello d'allarme, e il successivo 2-2 con la Sampdoria non fa che aumentare i rimpianti poiché subìto in rimonta. La “trasferta” con il Sassuolo si gioca in un Mapei Stadium pressoché deserto - con i tifosi granata fuori dallo stadio per protestare contro la mancata inversione delle curve, ma è sul rettangolo verde che si dipinge la vera “tragedia”: un umiliante 5-1 che costa caro a Viali. La società lo solleva dall'incarico, affidando la panchina al reggiano Davide Dionigi. A fine mese, un altro colpo di scena scuote l'ambiente: la società tessera l'illustre svincolato Mattia Destro. È un segnale di voler tentare il tutto per tutto. Un colpo mediatico che ha acceso i sogni, rimasto però un oggetto misterioso fino a salvezza acquisita.
Aprile: Davide Dionigi, il ritorno del "Reggiano"
Il 3 aprile viene presentato Davide Dionigi. Per lui è un ritorno a casa, un battesimo di fuoco sotto la bandiera del "cuore granata". L'impatto è immediato: Dionigi lavora sulla testa dei giocatori e compatta lo spogliatoio. Arrivano due battute d'arresto al “Città del Tricolore” contro le corazzate Cremonese e Pisa, la classifica vede i granata al penultimo posto. Ma qualcosa inizia a cambiare, e lo si percepisce. L'improvvisa scomparsa di Papa Francesco porta al posticipo a fine campionato di Brescia-Reggiana, così per Dionigi arriva la terza opportunità consecutiva tra le mura amiche e questa volta i granata non sbagliano: 2-1 al Cittadella e si riaccende la speranza.
Maggio: la "bella impresa"
In primavera si completa il capolavoro di Dionigi. Con una serie di prestazioni di sacrificio, la Reggiana blinda la salvezza con una giornata d'anticipo, a partire dall'incredibile derby del Secchia vinto in rimonta al “Braglia” il 1º maggio grazie alle reti di Portanova, Girma e Gondo fino all'impresa di Castellammare in cui il trequartista svizzero-eritreo certifica il “miracolo sportivo” con una doppietta (aiutato dalle paratone di Bardi), senza dimenticare il successo interno con lo Spezia terzo della classe (ancora protagonisti Portanova e un Gondo ritrovato). È la "bella impresa" che riconcilia la città con la squadra, come testimoniato dall'importante accoglienza riservata ai granata in una stazione Mediopadana affollata all'indomani dell'exploit al “Menti” per festeggiare il traguardo raggiunto. Il 2025 sportivo della vecchia stagione si chiude con l'indolore sconfitta a Brescia e con la separazione dal ds Pizzimenti, non confermato a capo dell'area tecnica.
Giugno-Luglio-Agosto: la rivoluzione di Fracchiolla e l'avvio della nuova stagione
L'estate 2025 è frenetica. Arriva il nuovo direttore sportivo Domenico Fracchiolla che, insieme a Dionigi, decide di rinnovare profondamente la rosa granata. Oltre 30 operazioni di mercato portano a Reggio giovani di prospettiva, scommesse intriganti, giocatori di categoria con un ritorno inaspettato. Il ritiro di Toano cementa il nuovo gruppo, le classiche amichevoli estive richiamano tanti tifosi sull'Appennino reggiano per le prime sgambate della nuova Reggiana. Intanto la nuova Serie B prende forma, mentre fuori dal campo si registra l'addio al calcio giocato di Luca Cigarini. La stagione 2025/26 prende il via con l'esordio in Coppa Italia: Regia fuori solamente ai rigori contro l'Empoli. Il debutto in campionato a Palermo vede un altro k.o., ma la prestazione è solida a cospetto della corazzata rosanero. E infatti nella “prima” al “Città del Tricolore” arriva subito la rivincita contro l'Empoli di Pagliuca: 3-1. Fuori dal campo prende piede il discorso societario: tanti nomi, tante voci, ma alla fine l'unica certezza continua a essere Romano Amadei.
Settembre: assestamento al campionato
Approfittando della sosta, la prima squadra si presenta a Rubiera in una piazza gremita che testimonia l'attaccamento del popolo granata alla sua squadra, certificato anche dagli abbonamenti che superano le 6mila unità. Il campionato 2025/26 parte con un calendario in salita, ma la Regia dimostra di avere un'identità chiara fin dall'inizio: baricentro basso, ma gioco coraggioso fatto di ripartenze letali. I pareggi con Juve Stabia e Catanzaro sono preziosi, a Bolzano arriva il primo vero passo falso, mentre il pareggio in rimonta con lo Spezia certifica il ritorno di Girma dopo l'infortunio.
Ottobre: l'estasi dei Derby
Dionigi si conferma l'uomo dei derby: a inizio mese arriva l'exploit al “Manuzzi” contro il Cesena firmato da Tavsan e Portanova, seguito da una nuova vittoria nel Derby del Secchia il 28 ottobre. In un “Città del Tricolore” ribollente di passione, la Reggiana batte di misura il Modena, fino a quel momento capolista imbattuta, grazie al gol di Bozzolan. E il pubblico granata finalmente può apprezzare un giocatore di categoria superiore dotato di grande leadership a cui non manca la capacità di far crescere i giovani: Magnani. È una notte di festa totale che proietta la Regia in zona playoff e regala a Dionigi la definitiva consacrazione davanti al suo popolo. In mezzo due 3-1: la vittoria casalinga con il Bari e il k.o. in Brianza contro il lanciatissimo Monza.
Novembre-Dicembre: un finale con l'amaro in bocca
L'ultimo scorcio d'anno è però avaro di soddisfazioni. Il pirotecnico 4-3 ad Avellino mette in risalto la prestazione di Novakovich ma alla fine lascia sensazioni contrastanti, così come il pareggio casalingo con l'Entella. Dopo gli scontri avvenuti nel derby Reggiana-Modena arriva la stangata dal Viminale: tre mesi di trasferte vietate ai tifosi granata. La squadra accusa la stanchezza e paga qualche peccato di inesperienza e vive un po' sugli allori. A Carrara uno 0-0 pieno di rimpianti, al “Giglio” contro il Frosinone dell'ex Alvini, rivelazione del campionato, la sconfitta è certamente beffarda. A Mantova il regista Reinhart firma la vittoria nel Derby del Po che fa ritrovare il sorriso a tutto l'ambiente, ma le successive sconfitte contro Padova, Pescara e l'ultima a Marassi con la Sampdoria chiudono il 2025 con tre stop consecutivi. La Reggiana va al riposo al 12° posto con 20 punti, in una posizione di centro classifica che richiede però attenzione in vista del 2026. Fuori dal campo, la nostra redazione premia Vergara come MVP della stagione 2024/25.
Cosa ci lascia il 2025?
La Reggiana chiude l'anno con una certezza: una guida tecnica che sente la maglia granata come una seconda pelle e un gruppo giovane che, pur con i suoi limiti, ha dimostrato di poter valere questa categoria. Il 2026 dovrà essere l'anno della continuità, per trasformare le ‘montagne russe’ vissute fino qui in una strada più lineare verso l'obiettivo principale, che resta la salvezza. Magari con un margine per sognare qualcosa in più, perché no…


