Portanova: «Nel finale abbiamo trovato la cattiveria che serviva. Un addio? No, ci vediamo a Toano!»
Il numero 90 della Reggiana fa il punto dopo la conquista della salvezza: tra bilanci personali, elogi al mister e uno sguardo a un futuro ancora da definire, una certezza c’è: il suo cuore batte ancora forte per i colori granata

Durante la festa di fine stagione andata in scena giovedì sera, Manolo Portanova si è concesso a microfoni e telecamere per fare il punto sul suo futuro e sul finale di campionato, sottolineando l’importanza del lavoro svolto con il nuovo staff tecnico e ripercorrendo i momenti più e meno belli del suo secondo anno in granata. Con una promessa finale: «Saluto il popolo reggiano… Ci vediamo a Toano!».
Manolo, il toccante messaggio che hai pubblicato sui social dopo la conquista della salvezza è un addio?
«Le parole che ho scritto mi sono venute dal cuore perché Reggio mi è sempre stata vicina: quello che ho detto lo penso. Sicuramente dovrò sedermi a tavolino con il presidente per parlare un po’ del futuro, ma sicuramente non è un addio».
Nel finale di campionato avete segnato tanto e vinto: cosa è cambiato?
«È successo che abbiamo avuto la fortuna di incontrare un mister che ci ha trasmesso quella cattiveria che ci mancava, soprattutto davanti, che è quello che i tifosi ci chiedevano. I ragazzi hanno capito il momento e il mister è stato bravo a gestire tutto, sia in attacco che in difesa. Il merito è di Dionigi. Davanti, per esempio, Gondo è stato davvero importante. Sono stati bravi tutti».
Hai giocato con continuità anche nei 90 minuti: una novità per te…
«Sì, prima avevo avuto un po’ di problemi fisici al polpaccio, anche un colpo al ginocchio nelle ultime cinque partite. Però è arrivato un preparatore nuovo che mi ha fatto lavorare tantissimo sulla resistenza, soprattutto nei minuti finali. E riuscivo a reggere fino alla fine».
Chiudi la stagione con otto oppure undici gol?
«Speravo in undici (tre sono stati annullati dal VAR, ndr), ma purtroppo sono otto…».
Quali sono stati il momento più bello e quello più brutto?
«Il momento più bello è stato la salvezza conquistata a Castellammare, il più brutto forse il pareggio interno con la Sampdoria. Anche il gol più bello è stato quello segnato contro la Samp».