foto AC Reggiana
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Il ritorno in campo di Giangiacomo Magnani non è passato inosservato al “Manuzzi”. Dopo un lungo periodo di stop, il difensore reggiano ha esordito contro il Cesena nel giorno del suo trentesimo compleanno regalando esperienza e leadership al reparto nel momento più delicato del match, contribuendo a mantenere inviolata la porta di Motta nella ripresa.


«L’ultima mia partita ufficiale l’ho giocata proprio a Cesena, il 4 maggio dello scorso campionato - ha ricordato il centrale classe '95 - Avevo subìto un infortunio e da lì non ho più trovato continuità. Ho iniziato il ritiro con il Palermo, ma è durato solo una settimana, e da lì sono poi rimasto fermo. Quando il primo settembre ho rimesso piede in campo, ho dovuto seguire un percorso che mi consentisse di essere pronto senza rischiare un nuovo infortunio. Avrei potuto forzare, ma ho preferito fare le cose con calma, anche perché c’era ancora qualcosa da sistemare a livello muscolare. Ho esordito stasera, ma l’idea iniziale era di partire dopo la sosta: sono molto felice di aver giocato questi primi 45 minuti».

È stata una vittoria ottenuta anche con una certa sofferenza, soprattutto nel secondo tempo…
«Secondo me abbiamo fatto una buona ripresa, in cui siamo riusciti a gestire bene il pallone. Io stesso credo di aver dato il mio contributo facendo sentire la mia voce e mantenendo un po’ più alta la linea difensiva. Nei minuti finali ho sentito maggiormente la fatica nel portare su la squadra e nel dare un appoggio per uscire verso la loro metà campo. Questo ha fatto sì che il Cesena ci schiacciasse, costringendoci a stare un po’ bassi. La nostra è una squadra giovane, ma nel calcio si sa che è importante avere anche una certa esperienza. Quando sei consapevole di fare risultato e vuoi portarlo a casa, può succedere di stare bassi anche se il tuo avversario gioca con un uomo in meno. Non credo nemmeno sia colpa degli attaccanti: chi ha giocato là davanti ha fatto un’ottima gara».

Che squadra è questa Reggiana?
«È una squadra composta da diversi giovani con ampi margini di miglioramento, quindi bisogna capire che i giovani vanno aiutati e gli va dato spazio per crescere. A volte pensiamo che il tempo non ci sia, quando invece basta semplicemente che ci sia impegno da parte di tutti».

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