foto Silvia Casali
foto Silvia Casali

La terza giornata di Serie B regala alla Reggiana il primo punto in trasferta e il primo match senza subire gol da gennaio. Mister Davide Dionigi analizza la prestazione di Castellammare, soffermandosi sulle scelte tattiche, sull’atteggiamento dei suoi giocatori e sulle aree da migliorare per affrontare al meglio il prosieguo del campionato.


«Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile dal punto di vista ambientale e alla luce della prestazione che ha fatto la Juve Stabia contro il Venezia - ha subito sottolineato il tecnico granata in sala stampa - L’abbiamo preparata consapevoli che i primi venti minuti avremmo sofferto, com’è stato. Poi pian piano il tempo passava, la pressione era minore e abbiamo giocato anche noi. Loro hanno avuto più spinta dal pubblico com’è giusto che sia, poi col passare dei minuti abbiamo avuto ripartenze importanti, con le squadre che si sono allungate. La Juve Stabia ha fatto un’ottima gara e ha avuto due occasioni importanti. Ho invece qualche dubbio sul gol annullato a Rover per fuorigioco di Gondo: non so se il difensore avrebbe comunque potuto raggiungere la palla, anche se Cedric lo stava ostacolando. La situazione è stata letta così e la accettiamo».

Quali sono le note positive da portare a casa?
«Credo che la Juve Stabia farà un grande campionato in questo campo, perciò oggi vedo nella Reggiana le note positive della compattezza, della voglia di sacrificio e della volontà di fare battaglia. Portiamo a casa un buon punto però non tutte le squadre alla terza giornata possono essere già rodate. Abbiamo giocatori che hanno esordito oggi per la prima volta e giocatori che devono trovare le migliori condizioni. La Reggiana è quindi da applaudire dal punto di vista caratteriale, mentre sul gioco potevamo fare meglio, anche se non era sicuramente facile».

È la seconda partita che la Reggiana soffre la pressione dell’avversario. È mancato qualcosa, soprattutto a centrocampo?
«Reinhart e Bertagnoli venivano da due brutti acciacchi e hanno saltato la settimana di sosta quindi partire dal primo minuto con entrambi sarebbe stato un azzardo. In mezzo al campo siamo comunque andati un po’ in difficoltà. Quando hai avversari che ti vengono a prendere uomo contro uomo con aggressioni così forti, sviluppare gioco risulta essere molto difficile. Per questo motivo è stata una partita che soprattutto nei primi venti minuti si è giocata sulle seconde palle, sia da parte nostra che da parte loro. Sono gare che nell’arco di una stagione ci possono stare e mi interessava che i ragazzi affrontassero la partita con quest’attitudine: secondo me questo è un punto guadagnato».

C’è stato forse qualche errore di troppo in fase di ripartenza?
«Abbiamo creato 4-5 ripartenze che potevano essere micidiali ma abbiamo peccato sempre di superficialità nell’ultima decisione ed è successo anche sul finire della partita nell’occasione di Charlys che avrebbe messo Portanova davanti al portiere. C’è da rivedere qualcosa ma dopo tre giornate ci può stare. È stata comunque una prova caratteriale, ma potevamo fare un po’ meglio dal punto di vista del gioco, anche se non era facile con una squadra che ti aggredisce con questa ferocia. Penso che sia un punto che ritroveremo buono per il prosieguo del campionato».

Come mai ha scelto di invertire le ali con Rover e Marras?
«La scelta è legata al fatto che loro avevano Cacciamani che è un giocatore molto offensivo e ho preferito mettere lì Marras perché ha la stessa frequenza di passo. Oltretutto, in fase di possesso Cacciamani da attaccante poteva far più fatica a difendere perciò bisognava approfittarne da quella parte, come appunto è stato con qualche pericolo che abbiamo creato. Dall’altra parte Rover invece per le sue caratteristiche si sposava meglio con Carissoni».

Lo schema di tenere la Juve Stabia sulle fasce e di chiuderla al centro può aver inciso nello sporcare i palloni diretti ai loro attaccanti?
«Avevamo visto la Juve Stabia col Venezia e notavo che i veneti li prendevano molto alti, giocando uomo contro uomo e mettendoli in difficoltà sulle seconde palle. Noi abbiamo cercato di creare una densità centrale per evitare di mandarli sull’esterno, limitando bene i loro attaccanti. Qualche cross lo abbiamo subìto ma è normale che succeda quando decidi di spingere gli avversari sulle vie esterne».

A un certo punto si è visto Portanova abbassarsi verso Leone che era un po’ il fulcro dei gialloblù…
«Sì, nei primi venti minuti abbiamo subìto e non riuscivamo ad accorciare su Leone perché dovevamo lavorarci coi due mediani e rompere la linea con un braccetto. Non riuscendo a farlo, abbiamo deciso di andare a uomo lasciando il palleggio al difensore centrale e da lì è cominciata un’altra partita. Nel secondo tempo siamo scesi in campo col 3-5-2 con un blocco centrale che spingesse gli avversari sugli esterni. Dico sempre che nella partita ci sono varie letture. Abbiamo sofferto nei primi venti minuti, poi siamo riusciti in corsa ad aggiustarla e questo alla fine ha portato i suoi frutti».

Questo è il suo primo pareggio, senza aver preso gol, da quando siede sulla panchina granata…
«Sì, finora da quando alleno la Reggiana si è sempre preso gol. Ripeto, questo è un buon risultato e posso dire che ci sono state diverse cose positive come l’atteggiamento mentale e il non aver subìto gol, ma c’è anche tanto da migliorare: siamo alla terza giornata ed è normale che sia così».

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