foto Silvia Casali
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La Reggiana strappa un punto a Castellammare contro alla Juve Stabia grazie anche a diversi interventi decisivi del suo giovane portiere Edoardo Motta. L'estremo difensore granata commenta la partita, il contesto difficile del campo avversario e la sua crescita personale tra club e Nazionale.


«È stata la partita che ci aspettavamo: aggressiva, maschia e da affrontare sulle seconde palle - ha sottolineato il portiere classe 2005 in sala stampa - In un campo come questo è difficile giocare, ma non solo per noi, ma per tutti quelli che verranno qui. È un ambiente ostico e caldo, ma questa era la partita che avevamo preparato. Dal mio punto di vista, ho cercato di farmi trovare pronto tutte le volte che fosse necessario».

Vi aspettavate di soffrire così tanto e di tirare così poco?
«Diciamo che ci sono momenti della partita in cui devi saper soffrire ed essere in grado di sfruttare le occasioni che hai. Non capitano sempre, ma te le devi creare, approfittando degli errori altrui. È andata così, ma c’è da dire che eravamo venuti qui con l’idea di non perdere. Ci portiamo quindi a casa il nostro punticino che sicuramente può essere utile per il nostro obiettivo».

Con l'arrivo di Saro, senti maggiormente la competizione tra con lui e Seculin?
«La competizione ci deve essere sempre e deve essere sana. Andrea e Gianluca sono due persone eccezionali e già con molta esperienza. Cerchiamo di migliorarci l’uno per l’altro: stimolandoci e aiutandoci cresciamo tutti e tre».

Com’è stato esordire con la maglia della Nazionale Under 21?
«È stato emozionante perché indossare la maglia del Paese dove sei nato fa sempre piacere. È una maglia che tutti vorrebbero indossare e chi ha l’opportunità di farlo, deve cercare di dare tutto. Giocare per l’Italia non è come giocare per la Reggiana, per la Juve Stabia o per le altre squadre perché in quel momento un intero popolo ti sta guardando. In generale devi cercare di dare sempre il 100%, ma con la Nazionale devi dare ancora di più proprio perché rappresenti il tuo Paese».

Come affronti le critiche che ti possono arrivare?
«Le critiche ci sono sempre ed è giusto così, anche perché sono formative. Più arrivano, più mi formo. Cerco di usarle come stimolo per migliorare».

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