foto Alex Travaglioli
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Nesta: «Vittoria fondamentale, ci abbiamo messo del mestiere ma bisogna crescere perché siamo stati altalenanti»

«Io butto dentro tutti e non aspetto più nessuno, quando hai i giocatori giusti aumentano le possibilità di vincere. Nel secondo tempo abbiamo dimostrato di saper giocare a calcio. Il Catanzaro? Vogliamo chiudere bene, sarà ancora più dura»

23.12.2023 19:55

«Nel primo tempo siamo partiti bene ma poi siamo calati perché il Südtirol ha messo superiorità sugli esterni e facevamo fatica a uscire - ha sottolineato mister Alessandro Nesta in conferenza stampa dopo il 3-2 di Bolzano - Da lì abbiamo capito che c’era da mettere a posto un po’ di cose e siamo andati molto meglio. Abbiamo trovato il secondo gol e quando avevamo la palla tra i piedi abbiamo fatto buone giocate. Siamo stati un po’ altalenanti, perciò speriamo di recuperare i giocatori giusti e di acquisire una maggiore fiducia».

Quanto è importante aver ritrovato la vittoria?
«È fondamentale non solo per i tifosi ma anche e soprattutto per i giocatori perché permette loro di acquisire maggiori energie: fa male non vincere mai».

Si è rivista la bella Reggiana delle prime dieci giornate…
«Credo sia solo una questione di coraggio. Se non vinci una partita, perdi fiducia e senti che la palla scotta. Invece nel secondo tempo abbiamo dimostrato di saper giocare a calcio. Passa tutto dalle vittorie e i giocatori quando entrano in campo ci mettono la faccia perciò quando perdono sono i primi a starci male e a perdere fiducia in loro stessi».

È una Reggiana che ha vinto di mestiere, non solo in attacco ma anche in difesa…
«Sì, ripeto sempre che quando ci abbassiamo facciamo molta fatica e ci consegniamo agli avversari. Il Südtirol è una squadra fastidiosa che sa tenere bene la palla soprattutto davanti. Siamo stati bravi e ci abbiamo messo mestiere ma dobbiamo crescere ancora perché sembrava chiusa ma poi abbiamo riaperto la partita e questo si poteva evitare».

Ha puntato da subito su Gondo e Kabashi, nonostante non siano al 100% della condizione…
«Ormai per me sono tutti dentro e non aspetto più nessuno… Che siano anche solo dieci minuti, butto tutti dentro… Oltre a Gondo e Kabashi, ho fatto giocare Crnigoj nel secondo tempo e direi che è entrato bene. Sono i calciatori a essere al centro di tutto e quando hai quelli giusti, hai più possibilità di vincere».

E ha confermato un giocatore contestato dalla tifoseria come Fiamozzi…
«Per me ha fatto una gran partita. Tutti possono dire quello che vogliono, ma io faccio delle scelte ogni giorno e so benissimo che possono piacere o non piacere. Per me Fiamozzi è stata una scelta giusta. Non è che lo faccio giocare per far arrabbiare la gente…».

Come mai Cigarini è stato espulso dalla panchina?
«Luca ha detto qualcosa al guardalinee che se l’è presa un po’. Abbiamo cercato di sdrammatizzare mettendo anche in mezzo che siamo sotto Natale, ma non c’è stato nulla da fare ed è arrivata l’espulsione».

Tra gli infortunati c’è anche il capitano Rozzio: è sulla via del recupero?
«Dico solo che Rozzio e Pajac hanno preso la macchina per venire a vederci perciò per me questa è una grande cosa: significa che ci tenevano a stare vicini alla squadra e a caricare i compagni. Sulle condizioni fisiche di Paolo, posso dire che sta facendo un programma di recupero a Bologna per superare questo piccolo infortunio, perciò spero di averlo presto a disposizione».

Il Presidente Salerno le ha detto qualcosa a fine partita?
«Era sicuro che avremmo vinto, ma in realtà me l’aveva detto anche altre volte… Scherzi a parte, siamo tutti molto contenti e in particolare mi ha fatto piacere vedere anche il patron Amadei che ha salutato la squadra prima della partita, mostrando sempre la sua grande positività: è una persona importante per noi».

Ora si godrà il Natale insieme alla sua famiglia venuta direttamente da Miami, anche se già il giorno di Santo Stefano si giocherà contro il Catanzaro…
«Sono contento di rivedere la mia famiglia perché non vedo mia moglie e i miei figli da cinque mesi, ma ci sarà comunque da lavorare perché già il 26 ci aspetta una nuova battaglia. Il Catanzaro ha un’identità forte e precisa con un allenatore che è lì da due anni e mezzo e che sa far giocare bene la sua squadra. È l’ultima partita prima della sosta perciò tutti ci tengono a finire bene, quindi sarà ancora più dura».


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