Dionigi: «Spezia attrezzato e pericoloso, servirà una Reggiana da battaglia. Parola d’ordine: sacrificio»
«Abbiamo vinto il derby col Modena grazie ai nostri tifosi, la loro spinta è fondamentale. Turnover? Ho scelte obbligate, recupera solo Meroni. La squadra ha reagito bene al caldo, fisicamente e mentalmente, ma la vera risposta ce la darà il campo»

Alla vigilia del difficile confronto con lo Spezia, e reduce dal trionfo nel derby col Modena, mister Davide Dionigi è tornato in conferenza stampa per parlare del momento della squadra, delle scelte in vista del match contro i bianconeri e del rapporto con il gruppo e la tifoseria granata.
Mister, come ha festeggiato la vittoria nel derby col Modena?
«Non ho festeggiato, né io né i ragazzi abbiamo avuto il tempo per farlo. Il piacere è stato immenso, la soddisfazione fantastica, soprattutto da reggiano. Ma era giusto che a festeggiare fossero i nostri tifosi. Noi ci siamo subito rituffati nel lavoro: si gioca ogni tre giorni, e con così poco tempo è difficile preparare una gara così importante. Il rammarico è proprio quello di non avere avuto un’intera settimana a disposizione. Ora conta il recupero mentale e fisico, perché abbiamo speso tanto, sotto ogni aspetto».
Il complimento più bello ricevuto dopo la partita del “Braglia”?
«Il più bel complimento, da allenatore, è stato vedere la squadra continuare a giocare anche dopo essere andata sotto, indipendentemente dal risultato finale. È un segnale di crescita nella manovra. Vincere un derby fa sempre piacere, ma quella prestazione meritava punti».
Ci può dire cosa ha detto ai ragazzi nello spogliatoio all’intervallo?
«Ho detto loro di continuare a giocare, perché c’era la possibilità di ribaltarla. E loro l’hanno fatto. Sarei stato comunque felice della prestazione anche in caso di sconfitta o pareggio, non per la classifica ma per come abbiamo affrontato la partita. Giocare a Modena, contro una squadra che dopo la sosta ha fatto un grande campionato, in casa, con lo stadio pieno… non era semplice. Hanno avuto personalità».
Anche la curva granata vi ha dato una grossa spinta nel finale: vuole dire qualcosa ai tifosi?
«Questo derby ce l’hanno fatto vincere loro alla fine. La spinta è stata enorme. Come noi, anche loro avevano un’amarezza dentro, perché ti trovi sotto 2-1 e onestamente neanche sai come. Ma hanno percepito che si poteva fare, e ci hanno spinto. Dopo il 2-2 si sentiva la tensione, ma anche l’incitamento: su ogni tiro, su ogni cross, erano con noi. Sono stati fondamentali, come col Cittadella nella ripresa. Per noi domani è di vitale importanza il loro sostegno: dobbiamo portare più gente possibile allo stadio. La Reggiana è una squadra giovane, che va aiutata, anche quando sbaglia. Lo dicevo anche all’inizio, quando c’erano giocatori magari un po’ sfiduciati. Questa squadra va spinta».
La Reggiana sta girando a mille, ma si è giocato 48 ore fa. Farà del turnover?
«La risposta è semplice. In generale, cerco di portare la partita sui 90 minuti, mantenendo equilibrio. Qualcosa cambierò, anche dal punto di vista tattico, visto che ho delle scelte obbligate: rientra Meroni, ma è fermo da tempo. Sarà una gara diversa da quella col Modena: lo Spezia ha uno dei migliori organici della Serie B, dobbiamo sfruttare le armi che avevo già visto nelle prime gare ma sono emerse ancora di più nelle ultime due vittorie. La nostra parola resta “sacrificio”: umiltà, dedizione, voglia di non mollare e non tirare indietro la gamba. Andiamo avanti così».
Come sta Reinhart?
«Sta bene. Si temeva un problema muscolare, invece era solo un affaticamento. Sarà convocato, poi decideremo se usarlo dall’inizio o a gara in corso».
Girma è stato uno dei migliori a Modena. È difficile tenerlo fuori ora?
«Parlo tanto coi ragazzi, a volte in modo pacifico, a volte meno. Ma sempre nel rispetto del concetto di squadra. A tre giornate dalla fine non ci può essere spazio per l’egoismo. Abbiamo un gruppo intelligente, e i giocatori lo stanno dimostrando».
Quali aggiornamenti dall'infermeria?
«Recuperiamo Meroni e rientra Vergara dalla squalifica. Gli altri restano out, proveremo a recuperarli per le ultime due giornate».
La sensazione è che la Reggiana abbia reagito bene ai primi caldi della stagione. I vostri dati lo confermano?
«I dati sono stati buoni: è già due gare che facciamo gol nei minuti finali, segno di tenuta mentale e fisica. Ma domani capiremo davvero come stiamo, perché non è mai successo di giocare dopo appena due giorni. Lo stesso vale per lo Spezia, reduce da una gara ad altissima intensità. Le avvisaglie sono buone, lo vedo dalla convinzione dei ragazzi: sono concentrati e belli tosti. Ma la vera risposta ce la darà il campo».
A Modena, Sersanti ha giocato praticamente da centravanti. Era una mossa tattica o qualcosa che rivedremo?
«Era legata alle caratteristiche del Modena. Non volevo dare un riferimento centrale a Zaro: Gondo e Portanova giocavano larghi, mentre Sersanti partiva da dietro come trequartista. È stata una scelta precisa, legata alla fase di possesso e non possesso sulle caratteristiche dell'avversario».
Non ha avuto la tentazione di far debuttare Destro?
«Sul 2-2 ci stavamo pensando. Se non fosse arrivato il nostro gol, avrei messo un altro attaccante. Stavamo valutando se inserire un trequartista come Maggio o proprio Destro negli ultimi minuti. Dopo il gol, era più importante portare a casa il risultato».
Che Spezia si aspetta, visto che il traguardo promozione diretta si è allontanato per loro?
«Questo concetto non esiste più: oggi chi scende in campo vuole vincere, sempre. Anche chi ha giocato meno ha motivazioni. Noi dobbiamo concentrarci su noi stessi, affrontare la gara con determinazione e poi alla fine faremo i conti. Contro i bianconeri mi aspetto una battaglia in campo».
Salvatore Esposito calcia benissimo da fermo e lo Spezia è forte di testa. Come si difende?
«Hanno grande qualità balistiche e sono molto pericolosi sulle palle inattive. Abbiamo analizzato come si sono comportate altre squadre contro di loro. Più che lo schema, però, conterà l’attenzione mentale. Stiamo lavorando per cercare di metterli in difficoltà».
Pio Esposito invece è un attaccante che può arrivare in alto?
«È un attaccante fisico, ma che abbina anche la gamba. Ha sicuramente dei margini di miglioramento. Lo Spezia ha tanti giocatori forti davanti, come anche Modena, Pisa, Cremonese... Lui è uno di quelli che può fare il salto di categoria. Ma noi dobbiamo difendere da squadra: compatti e aggressivi. Sappiamo chi abbiamo davanti in queste ultime partite, proseguiamo per la nostra strada».
Dopo due vittorie pesantissime, come vede la lotta salvezza?
«La Serie B è strana. Due giornate fa ci davano per spacciati, oggi ce la giochiamo. Mancano tre gare: in questa categoria si può vincere e perdere contro chiunque. Il calendario non ci ha aiutato, affrontiamo quasi tutte squadre d’alta classifica, ma può essere un’arma in più. Dobbiamo andare oltre le difficoltà oggettive che ci sono state e che ci sono ancora».
Ha detto che è necessario andare oltre l’emergenza e il contesto negativo: pensa di avere toccato le corde giuste?
«Ho cercato di capire dove intervenire maggiormente. L’aspetto tattico è importante, certo, ma ho la mia idea su cosa servisse a questa squadra. Ho lavorato tanto sull’autostima e sulla coesione di gruppo. Volevo che diventassero gruppo, nel senso che intendo io, e spero di esserci riuscito. È lunga, ma vogliamo esserci fino alla fine. Il destino non lo vediamo, ma intanto siamo qui. E questo è già un ottimo segnale».
La quota punti da raggiungere è sempre la stessa o si è alzata?
«Secondo me è sempre lì: 42, 43 punti. Nelle ultime partite può succedere di tutto. In Serie B, per esperienza, arrivano risultati inaspettati. Anche il nostro, a Modena, lo era: penso che pochi avrebbero scommesso su una nostra vittoria fuori casa, in un derby e in quelle condizioni. Perché ci sono motivazioni diverse, sale la tensione, c’è più voglia. Ma la quota salvezza penso sia rimasta quella».
Porterà la squadra in ritiro prima della partita?
«Sì, assolutamente. Ma non è una novità: da quando sono arrivato, li ho sempre portati in ritiro. Ogni allenatore ha le sue abitudini ma per me, non conoscendo ancora a fondo i ragazzi, è importante condividere più tempo possibile. Anche con qualche cena settimanale. Mi è di grande aiuto».