foto Silvia Casali
foto Silvia Casali

La Reggiana espugna il campo del Cesena grazie a una rimonta convincente e a una prestazione di grande personalità. Al termine della partita, mister Davide Dionigi analizza il successo, il momento della squadra e il contributo dei giovani in campo.


«Abbiamo iniziato la gara facendo un primo tempo sontuoso come manovra e come gioco e ci è venuto praticamente tutto - ha sottolineato il tecnico granata nel post partita del “Manuzzi” - Bene anche l’inizio del secondo tempo, anche se a un certo punto era normale che i tre là davanti non potessero reggere, tant’è che fino alla fine ci siamo chiusi e lo abbiamo fatto bene. Abbiamo cambiato sistema di gioco soffrendo un po’, ma in casa del Cesena in un derby del genere ci può stare. Abbiamo sofferto bene e abbiamo avuto quel pizzico di fortuna che ci è mancata in altre partite come quella con lo Spezia e col Catanzaro. Sono felice per i nostri tifosi perché abbiamo regalato loro questo derby e so quanto ci tengono. Sono anche contento per i giocatori: ultimamente ho sentito qualche critica un po’ ingenerosa e a volte non si tiene conto del percorso che stiamo facendo. Non dimentichiamoci che oggi avevamo in campo dall’inizio tre giocatori under come Bozzolan, Bonetti e Motta. Finora abbiamo fatto 9 punti in una situazione d’emergenza assurda, perciò ricevere qualche supporto in più è sempre meglio. Ne meritavamo almeno 11, ma questa vittoria è un premio per i ragazzi perché se lo sono meritati e perché ho visto una squadra come piace a me».

Quanto valgono questi tre punti?
«Tanto perché è una vittoria che meritavamo dopo aver raccolto meno di quanto ci aspettassimo nelle precedenti gare. Il calcio può essere crudele ma può sempre restituirti qualcosa. Il Cesena ha dimostrato di essere un’ottima squadra e devo fare loro i miei complimenti. Visti da vicino, posso dire che mister Mignani sta costruendo una bella squadra. Tuttavia credo che già nel primo tempo abbiamo dimostrato personalità e aggressività. Ho schierato tre attaccanti veloci là davanti per non dare punti di riferimento a Zaro e agli altri difensori. È venuto tutto quello che avevamo preparato nel primo tempo, ripartendo bene anche nel primo quarto d’ora della ripresa. Da lì ci siamo un po’ abbassati perché i tre davanti non reggevano più la pressione forte a uomo e non riuscivamo più a scalare in avanti. Difenderci è stata una scelta doverosa ma siamo stati un po’ più fortunati rispetto ad altre volte. Sono contento per la squadra perché è dal 4 luglio che spinge e ha raccolto meno di quanto meritasse: hanno sudato tanto fino ad ora ed è una vittoria che meritano con tutto il cuore».

Cosa le è piaciuto di più della Reggiana?
«Lo spirito di sacrificio. Abbiamo giocato con tre attaccanti puri e il Cesena aveva un centrocampo a tre mentre noi a due. I tre là davanti si sono “ammazzati” nel lavoro a centrocampo, soprattutto verso Castagnetti. A volte ci andava Girma, a volte Tavsan e altre volte Portanova. Quindi oltre alla qualità dei giocatori, bisogna evidenziare il loro spirito di sacrificio. Questa è la Reggiana che voglio ed è la stessa che si è vista anche nel finale dello scorso campionato, in cui è stata compiuta una vera impresa».

L’ingresso di Magnani è risultato un valore aggiunto che ha permesso anche di tutelare un giocatore come Bonetti?
«Noi dietro siamo contati. A Bonetti va fatto un monumento perché l’anno scorso giocava in Serie D e oggi era la sua quinta partita da titolare in Serie B. Ha preso un’ammonizione e da lì è andato un po’ in difficoltà, ma ci può stare. Era giusto quindi che arrivasse il momento di Magnani: l’ho messo dentro perché avevamo bisogno di lui. È quindi normale che in una squadra giovane servano giocatori come Giangiacomo o come il capitano Rozzio per dare maggiore serenità agli altri. Ogni squadra ha dei punti di riferimento, ma in questo momento stiamo giocando con diversi giovani che stanno comunque sopperendo in maniera egregia. Abbiamo giocatori fuori ruolo come Papetti che sta facendo il centrale nonostante la sua vera posizione sia quella di braccetto. Abbiamo retto contro tutti, eccetto con il Sudtirol in cui abbiamo pagato un po’ troppo la fisicità dei nostri avversari».

Marras è uscito dopo aver sentito qualche problema fisico…
«Speriamo si sia fermato in tempo. Ha fatto una grande partita e da quella parte è bravo nel suo lavoro di scambiarsi con Tavsan, occupando e liberando spazio. Ora abbiamo la sosta e valuteremo le sue condizioni in queste due settimane».

Nel finale di partita era particolarmente arrabbiato…
«Sì, ce l’avevo col mondo… Stavamo facendo entrare i nostri avversari centralmente e questa cosa non mi andava bene. Dovevamo mandarli sugli esterni per difendere sui cross, anche perché avevamo in campo giocatori con maggiori centimetri. Perciò ovunque mi girassi, dicevo delle brutte parole verso tutti…».

La sosta arriva al momento giusto?
«Sì, abbiamo bisogno di rifiatare perché finora siamo stati in emergenza. Abbiamo un organico che al completo può darci delle soddisfazioni importanti, perciò abbiamo bisogno di tutti. Questa sosta ci serve per lavorare bene e per dare maggiore convinzione ai ragazzi. La squadra ha bisogno di fare un percorso da qui a fine campionato, perciò c’è bisogno di aumentare l’autostima da parte dei giocatori. Per esempio, ho visto un Bozzolan in grande crescita».

Come valuta invece la coppia a centrocampo Reinhart–Charlys?
«Stiamo cercando di trovare un equilibrio da centrocampo in giù perché abbiamo un reparto offensivo importante. Penso che Charlys abbia fatto una bella partita come anche con lo Spezia. Reinhart è una certezza ed è il metronomo che riesce a far girare tutta la squadra. Siamo comunque molto duttili in questa parte del campo. Abbiamo fatto bene a prendere giocatori che possono giocare sia a due, sia con un play, sia da mezzala».

Granata Live Car di Cesena-Reggiana 1-2
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