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Luca Cigarini si presenta: «Finalmente la Reggiana. Sono emozionato, per me inizia una nuova vita»

Il centrocampista 35enne ha firmato oggi un contratto biennale. «La Reggiana non è un punto d'arrivo ma di partenza, per puntare ad obiettivi importanti»

23.08.2021 16:00

Luca Cigarini è “finalmente” un giocatore della Reggiana, come ha esclamato lo stesso centrocampista classe ’86 al termine della presentazione che si è svolta stamani presso la sede della società granata in via Brigata Reggio, affiancato dal ds Tosi e dal presidente Salerno. Dopo quasi 20 anni in giro per l’Italia e l’Europa vestendo le maglie di Sambenedettese, Parma, Atalanta, Napoli, Siviglia, Sampdoria, Cagliari e Crotone, il ragazzo 35enne di Rivalta ha fatto ritorno nella sua città e nelle prossime settimane debutterà ufficialmente e per la prima volta con la divisa granata coronando un sogno che coltivava da diversi anni. Il tutto dopo aver collezionato quasi 400 presenze in Serie A, mettendo a referto 18 gol e ben 35 assist, gli ultimi proprio nella passata stagione.

«Sono felice di iniziare questa avventura, ringrazio il presidente, il ds e tutti quelli che hanno lavorato per far sì che questo matrimonio si concretizzasse e per avermi dato la possibilità di fare qualcosa di importante con questa maglia – ha esordito il nuovo centrocampista granata – È stata una trattativa abbastanza lunga, però è finita nel migliore dei modi. Sono sodisfatto e non vedo l’ora di iniziare gli allenamenti e giocare le prime partite. Sono contento come se fosse il mio primo giorno da calciatore professionista: inizia una nuova vita, per me non è un punto di arrivo ma di partenza anche perché ci sono degli obiettivi importanti da raggiungere».

Cosa ti ha spinto a scendere direttamente dalla Serie A alla Serie C?
«Nella mia carriera l’aspetto economico ha sempre contato fino ad un certo punto: io faccio quello che mi più mi piace, cioè giocare a calcio, e guardo al benessere mio e della mia famiglia. Ho parlato con il ds a fine giugno e la mia idea è sempre stata questa, ho aspettato tanto e ho avuto paura che non si realizzasse. C’è stato l’interessamento di qualche altro club, ma ho sperato fino alla fine di venire alla Reggiana e fortunatamente si è aperto questo portone. L’anno scorso non c’è stata nessuna trattativa ma solamente una chiacchierata: i tempi non erano maturi, ora lo sono».

La trattativa con il Padova negli ultimi giorni sembrava a buon punto…
«Sì, eravamo in una fase avanzata ma la mia volontà è sempre stata un’altra, il direttore e il presidente lo sanno. Qualche giorno fa le cose erano diverse, però quando il ds Tosi mi ha fatto capire che c’erano dei margini per venire a Reggio ho fatto questa scelta. Mi dispiace solo di avere dato una mezza parola al Padova: mi dovrò scusare con loro».

Le aspettative che si sono create nei tuoi confronti non ti preoccupano?
«No, anzi sono uno stimolo per fare bene. Al di là di Cigarini, penso che la Reggiana sia una società che lavora per raggiungere obiettivi importanti. Siamo costruiti per stare in vetta, dobbiamo tornare nelle categorie che ci competono, dove questa piazza era abituata a stare, e io sono sicuro di poter dare il mio contributo in campo e fuori».

Andrea Costa ti ha dato qualche suggerimento?
«Parliamo tra di noi ogni giorno, è felice per me perché sa che questa era la mia volontà. Non nascondo che lui mi ha consigliato di aspettare prima di prendere altre decisioni. Con Andrea ho un rapporto che va oltre al calcio, è una delle persone più importanti della mia vita e ci unisce la reggianità».

Quale sarà il tuo ruolo in campo?
«Prima devo conoscere i ragazzi e capire cosa vuole il mister da me. Io amo il palleggio e far giocare bene i miei compagni. Oltre al campo è necessario avere un ruolo importante anche fuori».

Hai già avuto modo di parlare con mister Diana o con altri giocatori?
«Il mister non l’ho ancora sentito, ma so che era felice del mio arrivo. Ho conosciuto solamente Radrezza questa estate tramite Costa, gli altri ragazzi li ho solo visti giocare finora».

Non pensi che ci sia il rischio di restare in panchina contendendoti una maglia da titolare con Rossi?
«Questo è un problema che non mi sono posto. Le valutazioni le farà l’allenatore. Penso però che più giocatori bravi ci sono e meglio è; alla fine si trova sempre una sistemazione per tutto. Sono rimasto in panchina tante volte in carriera e non è mai successo nulla di grave».

Fisicamente come stai?
«Nella scorsa stagione mi sono fatto male per la prima volta a livello muscolare, restando fermo quattro mesi per uno stiramento al soleo tra ottobre e febbraio, poi le ultime dieci gare con il Crotone ho sempre giocato. A livello fisico sono integro, con la preparazione fisica sono indietro: in questi giorni mi sono allenato per conto mio, ma non è stessa cosa come allenarsi con la squadra. Inizialmente immagino che resterò ai margini della squadra: devo recuperare tanto, ma ho già nel mirino la partita del 6 settembre a Modena. Ci voglio provare…». 

Il tuo rapporto con Reggio è speciale, anche se non hai mai vestito la maglia della Reggiana prima d'ora…
«Ho mosso i primi passi nel Bismantova, che ora è la Reggio Calcio, poi ho iniziato le giovanili al Parma perché credo non ci fosse una formazione per la mia età nel Settore Giovanile granata: presi questa decisione con la mia famiglia anche per alzare le qualità delle performances. A Reggio però ci sono sempre tornato ogni volta che potevo, la mia compagnia di amici, mia moglie e la mia famiglia sono reggiani. Non avendo mai giocato per la Reggiana per me sarà una sensazione e un’emozione nuova quella di vestire la maglia granata. Sono curioso di scoprirla e non vedo l’ora di poter dare una gioia ad amici e familiari». 

Torni a giocare in Serie C dopo quasi 20 anni: che campionato ti aspetti?
«Sarà un campionato difficile, ma non credo avrò problemi ad ambientarmi. Basta calarsi in questa nuova realtà con la mentalità giusta, alla fine le qualità vengono sempre fuori».

Nella tua carriera hai toccato vette importanti. Quali ricordi con maggiore piacere?
«L’apice credo di averlo toccato quando venni convocato in Nazionale in ritiro prima del campionato europeo del 2012 ma non sono mai riuscito ad esordire. Con i club ho fatto campionati di alto livello con il Napoli conquistando la qualificazione in Europa League il primo anno dopo la promozione dalla B e anche con l’Atalanta ho sfiorato diverse volte l’approdo in Europa. Sono stato allenato da allenatori importanti come Prandelli, Ranieri e Giampaolo poi ho avuto la fortuna di giocare assieme a campioni come Pirlo, De Rossi, Cassano, Di Natale, Bonucci, Buffon e Chiellini. È stato davvero un bel percorso».

Con la Nazionale Under 21 hai anche sfiorato il titolo continentale…
«Nel 2009 eravamo la squadra più forte, ma perdemmo in semifinale contro la Germania di Neuer, Khedira e Ozil. All’Olimpiade del 2008 invece uscimmo agli ottavi di finale contro il Belgio, un’altra grandissima squadra».

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