Salerno: «Basta miracoli, serve una salvezza diversa. Fracchiolla è la scelta giusta per la Reggiana»
«Il budget resta lo stesso, ma cambiamo filosofia: una rosa più snella, con atleti di proprietà e giovani. I primi cinque acquisti andranno in questa direzione. Nessuno è stato messo in vendita: Gondo, Portanova e Girma ce li teniamo stretti»

Il presidente granata Carmelo Salerno, nella conferenza di presentazione del nuovo direttore sportivo Domenico Fracchiolla, è tornato sul campionato appena concluso e ha ribadito con forza la linea guida della Reggiana: costruire un progetto tecnico credibile, che non costringa più a rincorrere in extremis la permanenza in Serie B. Un segnale chiaro di discontinuità nei metodi, ma non nella visione: gettare le basi - con calma e competenza - per un futuro più stabile e meno dipendente dagli exploit improvvisi.
UN RENDIMENTO COSTANTE. «L'anno scorso, a fine stagione, siete rimasti forse un po' stupiti, ma io dissi che per me era stato un campionato non positivo, deludente. Perché ho detto deludente? Abbiamo raggiunto 44 punti, ma in modo anomalo. Il 25 aprile ne avevamo 32, poi ne abbiamo fatti 12 in quattro partite, con un miracolo sportivo. Vuol dire che il campionato è stato deludente, parlo a nome mio». Il presidente ha ribadito come l’obiettivo sia evitare di arrivare nuovamente a maggio con l’acqua alla gola: «Dobbiamo fare 46 punti in un anno. Ma 46 punti spalmati in un anno hanno un significato. Se al 25 aprile ne hai 32, vuol dire che hai sbagliato qualcosa. Non possiamo aggrapparci ogni anno a un “miracolo” di un calciatore o di un allenatore. L’anno scorso è stato il “miracolo” delle quattro partite. L’anno prima il “miracolo” di un calciatore che ha fatto una mezza rovesciata e ha mandato la palla all’incrocio dei pali (Rozzio a Palermo, ndr). Quel calciatore è presente in sala e mi ha detto: “Se ci riprovo 100 volte va in curva”…». Obiettivo salvezza, ma «una salvezza diversa. Il nostro budget non è basso, mettiamo a disposizione strutture, abbiamo un mister bravo. Non possiamo soffrire come l’anno scorso. Se soffriamo così, vuol dire che gli obiettivi non sono stati raggiunti».
PERCHÉ FRACCHIOLLA. Salerno ha poi ripercorso le tappe che hanno portato alla scelta di Domenico Fracchiolla come nuovo direttore sportivo: «Non è stato facile cambiare ds dopo una salvezza, ringrazio Pizzimenti per l’obiettivo raggiunto. Ma sentivo la responsabilità di fare la scelta giusta. Ho colloquiato tanti candidati, tutti preparatissimi, alcuni direttori di Serie A si sono proposti. Tutti mi hanno suggerito un nome, tranne Dionigi e il suo procuratore Branchini: li devo ringraziare per la fiducia, oltre a ringraziare eternamente il mister per avere salvato la squadra. Il nome di Fracchiolla non me l’ha suggerito nessuno. Ma io lo seguivo da più di tre anni, lo conoscevo e l’ho incontrato due volte a Modena nel mio studio. Volevo approfondire la sua idea, non solo di calcio, ma di gestione della società. Ho avuto la conferma che fosse quello più adatto alla Reggiana. Non faccio scelte improvvise, di pancia. Sbagliare un dirigente è più grave che sbagliare un calciatore». L'uomo giusto per guidare i granata: «Alla Reggiana non serve il direttore sportivo più bravo d’Italia, ma quello più adatto alla nostra realtà. Cercavo un direttore sportivo giovane, ambizioso e preparato non solo sportivamente ma anche culturalmente. Un ds in grado di condividere al 100% le idee dell'allenatore, proveniente dal basso dopo un percorso di crescita e in grado di valorizzare i giocatori giovani. Io scelgo con la mia testa. Ho capito dopo che molti si sono stupiti, pensavano fossi influenzabile. Invece ho fatto la mia scelta, per il bene della Reggiana. Questo dovrebbe essere motivo d’orgoglio per tutti: tifosi, città, giornalisti. Mi auguro di poter portare avanti con Dionigi e Fracchiolla un percorso di almeno tre anni per far crescere la società, visto che abbiamo grandi potenzialità».
NUOVO RUOLO PER MALPELI. Fracchiolla ha portato con sé Gennaro Scognamiglio come direttore tecnico, ma al loro fianco opererà anche Michele Malpeli, tornato in granata nel 2016: «Farà sia il team manager che l'aiuto direttore sportivo, diciamo il suo collaboratore. In futuro potrebbe fare lo stesso percorso di Fracchiolla. Cercheremo di valorizzare la sua figura».
MERCATO. Nuova filosofia per la prossima stagione: «Il budget è uguale a quello dell’anno scorso, con una raccomandazione. I primi cinque giocatori che annunceremo saranno cinque giocatori di proprietà, di cui quattro nati dopo il 2004. Cambieremo filosofia: non vogliamo 29 giocatori, ma 25. E con questo organico si dovrebbe anche spendere meno. Dionigi vuole fare una settimana in più di ritiro e partire con un gruppo ben nutrito fin dall'inizio: non sarà semplice accontentarlo perché i giovani subito aspettano la Serie A o le squadre che vogliono vincere il campionato, poi pensano a noi». Tanti giovani, ma nessun obbligo per il mister sul minutaggio: «L’anno scorso abbiamo fatto diversi minuti in più dei 9000 richiesti. I giovani, negli ultimi due anni, sono stati i più bravi. Non obblighiamo nessuno. Prima del minutaggio viene la salvezza». Un messaggio chiaro sul fronte cessioni: «Nessuno è in lista di partenza. Quest’estate non venderemo nessuno. Abbiamo l’attacco più forte del campionato con Girma, Portanova e Gondo e ce li teniamo stretti. Nessuno dei tre è in vendita. Gondo? Mi hanno insultato per averlo difeso in TV… Ora tutti hanno scoperto il vero Gondo. Girma ha segnato cinque gol in pochi giorni. Portanova ha segnato più di dieci volte (contando anche quelli annullati, ndr). Se dovessero arrivare offerte irrinunciabili? Tranquilli, a noi non arrivano…».