Una nuova sfida, una piazza ambiziosa e un progetto da costruire con metodo. Domenico Fracchiolla si è presentato ufficialmente come nuovo direttore sportivo della Reggiana, raccogliendo la fiducia del presidente Salerno e tracciando da subito le linee guida del lavoro che lo attende: concretezza, presenza quotidiana e attenzione ai giovani.


«Ringrazio il presidente Salerno per le parole e per il coraggio in questa scelta. Anche il patron Amadei, i vicepresidenti Fico e Cattani, e la famiglia Mazzamauro con cui ho lavorato a Giugliano e che ha compreso la mia scelta - ha sottolineato in apertura il nuovo ds della Regia, dopo l'introduzione del presidente - Quando arriva una telefonata del genere non si può pensare di rifiutare. Sono corso due volte a Modena per incontrare il presidente. Ho trovato una società organizzata, dove ognuno ha il suo ruolo. Questo mi permetterà di esprimermi al meglio».

IL METODO DI LAVORO. «Io vivo la società. Il direttore deve essere presente, riferimento per tutte le aree. Deve far rispettare le regole, con equilibrio. Il rispetto è la base: per i colori, per la città, per le strutture. Il mio ruolo? Il ds non è solo un uomo mercato, ma deve pensare anche al futuro. A Lecco sei anni fa abbiamo iniziato un percorso, oggi hanno vinto lo scudetto Under 15 e sono saliti in Primavera 2. Questo è ciò che mi rende più orgoglioso». Sulla scelta personale di venire a Reggio: «Trovo una società organizzata, con ruoli chiari. Questo per me è un valore aggiunto. Voglio lasciare una traccia, creare un percorso duraturo. Il mio hobby? La formazione continua. Seguo conferenze di altri dirigenti e anche altri sport, cerco di aggiornarmi. Il direttore sportivo del futuro è un manager che deve sapersi muovere in tanti ambiti».

CRESCITA COSTANTE. «Il nostro obiettivo è riuscire a migliorarci giorno dopo giorno, lavorare ogni settimana, partita dopo partita. In Serie B ci sono alti e bassi incredibili: non bisogna esaltarsi dopo una vittoria, né abbattersi dopo una sconfitta. Serve equilibrio». La Reggiana deve essere “futuribile": «Non vogliamo costruire una squadra che a fine stagione va cancellata. Vogliamo costruire un percorso. La Reggiana è in una posizione invidiabile, dobbiamo essere consapevoli delle sue potenzialità. Ci sono budget da rispettare e bilanci da stilare, chi è andato via non deve essere rimpianto ma bisogna arrivare a essere contenti per chi è riuscito a fare un percorso importante con questo club. Le parole pronunciate dal presidente in chiusura dello scorso campionato devono essere uno stimolo per tutti».

IL FOCUS SUI GIOVANI. «Credo che la Reggiana abbia rappresentato in questi anni il valore del lavoro sui giovani. È stato anche il mio cavallo di battaglia. La mia idea è quella di creare un mix, giovani e giocatori esperti insieme in ogni reparto. I giovani devono avere una guida. Poi Dionigi ha bisogno di una squadra duttile visto che cambia spesso in base all'avversario quindi serviranno calciatori duttili». La strada è in salita, ma non per questo il club si tirerà indietro: «Quest'anno il regolamento si è abbassato: per il minutaggio servono dei ragazzi classe 2004 e la concorrenza molto agguerrita per i ragazzi di questa età. Lavoriamo per trovare i profili migliori. Non cerchiamo atleti in uscita dalla Primavera, ma ragazzi che hanno già un campionato da professionisti alle spalle. Bisogna trovare il profilo giusto, qualcuno che non molla nei momenti di difficoltà poi chiaramente bisogna restare al loro fianco nei momenti di difficoltà. Alcuni li prenderemo in prestito, ma vogliamo patrimonializzare il più possibile. In questi giorni sono stati fatti tanti nomi, ma alcuni sono stati tenuti nascosti. La priorità è per questa fascia d'età, altrimenti si rischia di non trovare più quelli bravi. Alcuni giovani che tutti pensano arriveranno in prestito, invece arriveranno a titolo definitivo. Basili e Bozzolan o Vallarelli sono ragazzi che diventeranno probabilmente parte del patrimonio del club e hanno davanti a sé due anni da under in Serie B, quindi per noi diventano elementi preziosi. Missori? È un terzino che ci interessa, ma visto l'investimento del Sassuolo può arrivare solo in prestito». In porta si riparte con Motta: «Di lui parlano tutti bene, qui è stimato ed è di proprietà, potrà essere sicuramente un ragazzo sul quale punteremo. E anche lui sarà in “coppia” con un compagno più esperto».

CONFERME E NUOVI INNESTI. Almeno due rinnovi in arrivo: «Il capitano Rozzio ha firmato, con Libutti siamo in chiusura però all'orizzonte c'è anche la conferma di qualche altro veterano. Fiamozzi? Per il momento no, ma ci stiamo pensando…». L'obiettivo di Gondo: «Può raggiungere la doppia cifra, deve essere il suo traguardo. Mi ha eliminato dieci anni fa in finale Primavera, quindi lo conosco bene. Voglio che resti a Reggio per vincere da protagonista. Appena avrò modo, parlerò con lui di persona, così come con tutti gli altri giocatori». L'identikit di chi arriverà in avanti: «Prenderemo un attaccante giovane strutturato e due giocatori esperti. Il mister ha bisogno di profili diversi, di soluzioni. Destro? No, cerchiamo giocatori con altre caratteristiche». All'orizzonte ci sono affari con Palermo e Sassuolo, ma non solo: «Vedrete che ci saranno affari anche con club di Serie A con i quali abbiamo fatto trasferimenti definitivi, operazioni interessanti. Reggio può essere al centro del mondo del calcio, in questi giorni tanti addetti ai lavori sono venuti a farci visita per comprendere meglio la nostra realtà». Anche la comunicazione gioca un ruolo decisivo: «Abbiamo anche realizzato un video per presentare la Reggiana ai nuovi giocatori. L'ho mostrato a Vasic, e ha cambiato atteggiamento dopo averlo visto: è un giocatore che ho avuto, mi farebbe piacere ritrovarlo, ma la trattativa è complicata anche perché su di lui il Palermo ha fatto un investimento importante. Tra i primi acquisti che annunceremo ci sarà un giocatore importante per la categoria».

IL FEELING CON DIONIGI. «Lo conoscevo già e in precedenza c'è stata anche una mezza possibilità di lavorare insieme, ma non è andata in porto. In lui vedo molto la mia idea di gioco, con giocatori di gamba e struttura, braccetti che si portano in avanti e così via. Abbiamo tante similitudini e lo reputo una persona seria e pulita con la quale ho già iniziato a lavorare in piena simbiosi, abbiamo capito quali sono le nostre idee. Il lavoro quotidiano poi cementificherà il nostro rapporto».

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