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Diana: «Andiamo a Olbia con una valigia carica di sogni. Questo campionato va giocato alla morte fino alla fine»

«I sardi hanno trovato la quadra giusta e vorranno conquistare la salvezza contro la capolista, ma sappiamo che sono alla nostra portata. Dovremo affrontare bene la gara sin dall'inizio e cercare di dare una bella soddisfazione ai nostri tifosi»

13.04.2023 19:00

Mancano 180 minuti al gong finale e la Reggiana è padrona del suo destino. Conscia di avere il coltello dalla parte del manico, la squadra di mister Aimo Diana si appresta a spiccare il volo verso la Sardegna - domani mattina la partenza in aereo da Milano - con una valigia carica di sogni e con la consapevolezza che per centrare l'obiettivo occorrerà lottare fino all'ultimo minuto contro un'Olbia che venderà cara la pelle.

Mister, che settimana è stata quella che porta alla trasferta di Olbia?
«Abbiamo lavorato bene con un’ottima intensità e la giusta tensione. Non c’è bisogno di alzare i torni se non nei momenti che servono. Abbiamo avuto buoni carichi di lavoro e la squadra ha risposto bene. Chiaramente c’è stato uno studio dell'avversario, e più ci avviciniamo alla partita più la tensione e l’attenzione crescono. Anche il nervosismo, ma vuol dire che i ragazzi ci tengono. Sappiamo che sarà una gara da vincere, nessuno ce lo deve ricordare. Il nostro obiettivo è quello».

La pausa di Pasqua un po’ è servita per ritrovare le energie?
«Sì perché due giorni di stacco in famiglia fanno sempre comodo. L’importante è che i ragazzi siano tornati bene e io li ho ritrovati come li avevo lasciati».

Emotivamente l’obiettivo è vicino: lei come sta vivendo questa situazione?
«Un po’ come tutti. È difficile entrare nella testa degli altri, noi che siamo un po’ fuori il pensiero ce l’abbiamo e anche durante la pausa pasquale la testa è sempre rimasta lì tra sogno e realtà. Faccio mie alcune parole di Pioli che mi sono piaciute: dobbiamo portare nella valigia i sogni e cercare di svilupparli. Avere dei pensieri negativi toglie solo energie».

Sabato potrebbe contare maggiormente l’aspetto fisico rispetto a quello mentale?
«La squadra devo dire che ha risposto bene nelle ultime gare, anche in quelle non vinte: abbiamo cercato di ottenere i tre punti sempre fino alla fine. L’aspetto mentale è molto effimero, ogni giocatore avrà le sue ansie, le paure e le proprie consapevolezze. Fatico ad allenare certe situazioni se non dando ai ragazzi delle certezze tecniche e tattiche». 

Ha dei dubbi di formazione?
«Secondo me all’80% abbiamo una buona condizione fisica e anche mentale. Qualche giocatore non è pienamente recuperato sotto i due punti di vista ma stiamo bene. Ho chiaramente dei dubbi ma dormo comunque la notte: conosco perfettamente vita, morte e miracoli dei miei giocatori».

Che Olbia affronterete?
«All’andata erano in una fase di difficoltà poi sono riusciti ad assestarsi trovando la quadra giusta. Credo che la vedremo anche sabato al di là dei giocatori che schiereranno. Tutti si aiutano, sono difficili da affrontare: non meritavano di perdere a Cesena e potevano vincere con l’Entella. Quando dovevano conquistare i tre punti per salvarsi l’hanno fatto».

Ha studiato qualcosa di particolare per fermare Ragatzu, capocannoniere del girone?
«Innanzitutto gli facciamo complimenti perché sta facendo bene da diversi anni in una squadra non di élite fuori dalla lotta per vincere il campionato. È un giocatore importante che sta vivendo un ottimo momento, un leader tecnico senza una posizione predefinita che potrebbe calcare i campi di categorie diverse. L’Olbia non ha ancora raggiunto la salvezza e credo proprio che cercherà di farlo contro di noi. Loro sono alla nostra portata, dobbiamo sapere anche questo».

In difesa la scelta su chi ricadrà?
«Devo dire che tutti i miei difensori hanno affrontato grandi giocatori in passato, penso a quelli del Cesena e dell’Entella ma anche altri, quindi tutti hanno fatto la loro discreta anzi ottima prestazione. Non sono preoccupato di questa situazione».

In attacco chi schiererà al fianco di Pellegrini?
«Dobbiamo capire che tipo di partita vogliamo fare e i dubbi ci sono quando abbiamo 5-6 attaccanti a disposizione. C’è chi sappiamo che può dare qualcosa in più a gara in corso e chi è pronto di più dall’inizio. Sotto il profilo emotivo dovremo affrontare la gara bene fin dall'inizio, quindi manderemo in campo chi riterremo maggiormente idoneo».

Che atteggiamento avrà la Reggiana?
«Quello di Olbia è un campo piccolo e dalle statistiche vediamo che loro lanciano molto: andando troppo in aggressione si rischia quindi di correre all’indietro. Dovranno essere bravi i ragazzi a capire quale partita fare in base alle condizioni che troveremo. Dovremo comunque avere un approccio positivo e aggressivo per quello che ci consentiranno di fare. Se ci sarà bisogno, saremo attendisti. Poi conteranno anche le condizioni del tempo e del vento, due fattori da non sottovalutare quando si gioca in Sardegna».

Darete uno sguardo anche agli altri campi?
«Quest’anno tutte le squadre stanno giocando il loro campionato al massimo così come lo farà sabato l’Olbia al di là dei risultati degli altri campi. Noi dovremo vincere con le nostre forze, poi se avremo più motivazioni o altro dovremo metterle in campo. Ognuna vuole raggiungere il proprio scudetto. Già vivere una partita nei 90 minuti è faticoso, dovendo fare anche calcoli strani diventa ancora più impegnativo…».

In settimana si è vista molta intensità negli allenamenti, e in più un drone è venuto in aiuto…
«Sì, per un giorno lo abbiamo avuto in prova ed è stato interessante e potrà tornare utile in futuro. Per non cadere in pensieri strani, noi lavoriamo forte sui concetti e su cosa vogliamo fare. Alzo la voce quando c’è bisogno, altrimenti il rischio è quello di fare male. Questo campionato dal primo all’ultimo minuto va giocato alla morte. I gesti tecnici nel calcio sono fondamentali e fanno la differenza, lo si vede anche nelle gare delle categorie superiori».

Il patron Amadei è passato nuovamente in visita…
«Sì, è venuto ieri durante la riunione tecnica e ci ha ascoltati in silenzio. Riesce sempre a portare il buonumore e a trovare le parole giuste. A noi fa sempre bene la sua presenza, porta quella leggerezza che ci rilassa un po’».

A Olbia ci sarà un nuovo grande esodo del pubblico granata…
«Questo deve farci capire quello che stiamo facendo. Portare così tanta gente ad Olbia significa che abbiamo fatto qualcosa di importante, ora vogliamo dare loro una grande soddisfazione».

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