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Nesta: «Vincere non è un'ossessione, ma bisogna dare una botta alla classifica. Lo Spezia ci aggredirà, prepariamoci»

«Con la Cremonese è suonato il primo campanello d'allarme, dobbiamo cercare di essere la Reggiana del primo tempo e non quella rinunciataria del secondo. Alvini è un grande allenatore e ha una rosa di alto livello, ma non firmo per un pareggio»

22.09.2023 15:30


Archiviato il pareggio casalingo con la Cremonese, con la prima vittoria in campionato sfumata allo scadere, la Reggiana di mister Alessandro Nesta riparte da Cesena e dallo Spezia. Al “Manuzzi” domani pomeriggio i granata affronteranno un avversario ferito, a sua volta alla ricerca della prima vittoria in campionato per allontanare le critiche e soprattutto le zone pericolose della classifica.

 

Mister, che settimana è stata quella di avvicinamento alla trasferta di Cesena?
«Una settimana di pensieri e riflessioni. Con la Cremonese si è vista una buona squadra nel primo tempo, discorso diverso nel secondo tempo. La condizione degli ultimi arrivati, come Crnigoj che sarà convocato, sta crescendo. Da Riva invece si è fermato oggi e non so se sarà convocato, per Melegoni serviranno tempi più lunghi mentre Pajac sta rientrando piano piano visto che non giocava da dieci mesi e ha bisogno di tempo».

Gli allenamenti come procedono?
«Alterniamo cicli in cui alziamo il ritmo ad altri in cui lo abbassiamo, come è capitato questa settimana nella quale non sono stati fatti grandi volumi. Lavoriamo per portare tutti i giocatori in forma con gradualità».

Contro la Cremonese si può parlare di un punto guadagnato o due persi?
«Alla Reggiana A (la squadra del primo tempo, ndr) il pareggio sta stretto, alla Reggiana B (la squadra della ripresa, ndr) sta invece largo. Dobbiamo essere quelli del primo tempo e non rimanere bassi e rinunciatari come si è visto nel secondo tempo».

È un problema di tenuta mentale?
«Dipende da tante cose. Un po’ conta la testa ma anche la rosa degli avversari: è difficile al 60’ tenere botta a un certo tipo di cambi…».

L’inserimento di un difensore all’intervallo pensa che sia stata la scelta giusta?
«Avevo previsto che la Cremonese ci avrebbe schiacciati in area e immaginavo che avrebbero fatto tanti cross, quindi volevo un uomo in più dentro l’area e avevo capito che stavamo calando. Qualcuno mi ha accusato di avere poco coraggio ma io ce l’ho: con il Palermo abbiamo continuato a giocare con tre punte nonostante l’uomo in meno…».

Si può dire che ha già fatto fuori Ballardini, ora potrebbe aumentare la lista…
«Non vorrei che si pensasse questo… Mi dispiace sempre quando un allenatore viene esonerato ma il nostro mestiere è questo e lo mettiamo in conto subito».

Domani affronterete uno Spezia costruito per vincere ma che al momento si trova dietro la Reggiana…
«Per me Alvini è un grande allenatore che deve ancora trovare la quadra un po’ come tutti, credo stia cercando il suo solito modo di giocare che a Reggio conoscete bene. Contro il Venezia tutto quello che hanno sbagliato l’hanno pagato a caro prezzo, ma il valore dello Spezia rimane altissimo e in rosa hanno giocatori per andare in Serie A. Devo dire che la B tra qualche anno assomiglierà alla massima serie, con otto squadre che fanno un campionato a parte favorite dall’investimento di capitali stranieri».

Giocare in campo neutro potrebbe essere un vantaggio per voi?
«No, non cambia nulla».

Senza Vergara sulla trequarti si giocano un posto Girma e Portanova?
«A centrocampo sono corto se non rientrano dei giocatori, quindi domani visti gli infortuni può capitare che Portanova giochi più avanti ma dobbiamo essere pratici».

Come sta procedendo l’inserimento di Gondo e Antiste?
«Stanno migliorando: non venivano da grossi problemi quindi per loro l’inserimento ha un percorso più facile. Gli altri infortunati invece vanno più a rilento».

Gondo e Pettinari si contendono la stessa maglia o potrebbero giocare assieme?
«Dipende: se si vuole riempire l’area con dei cross possono giocare assieme, altrimenti si mettono due attaccanti veloci larghi e una prima punta soltanto».

Pieragnolo è stato accantonato in favore di Libutti?
«Non è accantonato, ma è giovane e dopo una partenza ottima ha avuto qualche problemino. Ma arriverà a giocare in Serie A».

Firmerebbe per lo 0-0 con lo Spezia?
«Io non firmo mai nulla».

Come giudica la parabola di Alvini, partito dai dilettanti e arrivato ad allenare in Serie A senza avere un passato da calciatore professionista?
«Giudico le persone da quello che vedo in campo, non penso alla storia che c’è dietro. Forse si pensa che gli ex calciatori possano essere raccomandati, ma tutto quello che ho fatto e ottenuto nel calcio l’ho meritato. Sicuramente abbiamo più opportunità di chi parte dal basso per questione di visibilità. Ma quando inizi, se fai male vai a casa come tutti gli altri».

Tre gare in una settimana (Spezia, Pisa e Ternana, ndr) sono un bel test per la sua Reggiana?
«Ci sono tanti punti in palio quindi sì. Dobbiamo cercare di massimizzare ogni forza e ogni situazione. Tre partite ad oggi facciamo fatica ad affrontarle ma saremo pronti».

Preferisce affrontare squadre in salute, come è capitato a Parma, o chi sta facendo fatica come lo Spezia?
«Quelle in grande salute perdono un po’ di ferocia. La squadra ferita invece riesce a trovare dentro di sé energie che non sapeva di avere. Penso che lo Spezia ci verrà addosso forte, dovremo farci trovare pronti per questa evenienza».

Dopo cinque giornate pensa che la Reggiana meriterebbe più punti di quelli che ha?
«Quelli che abbiamo sono meritati. A volte capitano partite sfortunate o fortunate, ma alla fine i conti tornano. L’unica gara fatta male a livello di gioco è stata quella di Como, con il Cittadella la prestazione è stata giusta mentre con il Palermo dovevamo vincere e siamo rimasti sempre in partita. A Parma eravamo stanchi alla terza partita di fila ma credo sia stata studiata bene, con la Cremonese infine è suonato il primo campanello d’allarme importante nel secondo tempo ma ne vedremo tante di gare come questa… La Serie B è fatta così».

Ora che sono trascorsi i primi due mesi in granata, tornare ad allenare in Italia pensa che sia stata la scelta giusta?
«Assolutamente. Io cerco la pressione, altrimenti restavo alla mia bellissima vita a Miami con tre figli e una moglie. Mi piace avere delle responsabilità e se faccio bene vengo elogiato, se faccio male criticato o esonerato. Anche giocatori sanno che possono passare in poco tempo dall’essere considerati bravi a scarsi».

A questo punto manca solamente la prima vittoria…
«Sì, ma non dove essere un’ossessione: arriva quando meno te l’aspetti. Anche se non abbiamo ancora vinto c’è entusiasmo, il lavoro fatto in certo modo poteva andare meglio ma anche molto peggio. Ora bisogna dare uno strappo e una botta alla classifica».

È rimasto sorpreso dalla situazione che ha trovato al suo arrivo?
«No perché conosco bene Goretti e ho accettato quello che mi ha proposto».

La città, il campionato e i tifosi l’hanno sorpresa?
«Il campionato sì, è aumentato molto il livello. La città me l’aspettavo così, proprio come il calore della gente. A Reggio sto benissimo e sono contento di avere preso la decisione di venire qui».

 

 

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