Dionigi: «L’umiltà è la nostra ricetta. Ad Avellino è mancata attenzione, vietati altri cali»
«L'Entella è una squadra esperta, servirà una Reggiana concentrata e pronta ad adattarsi. Il bilancio tra gol fatti e subiti? Serve equilibrio. Girma stringe i denti, gli altri li rivedremo dopo la sosta. Gondo o Novakovich? Positivo poter scegliere»
La Reggiana arriva alla sfida con l’Entella dopo la beffa di Avellino, con l’obiettivo di ritrovare solidità ed equilibrio. Mister Davide Dionigi recupera Girma, anche se non ancora al meglio, mentre per gli altri si dovrà attendere dopo la sosta. Il tecnico invita la squadra a dare continuità alle prestazioni senza perdere umiltà, sottolineando come quella con i liguri non sia una gara da sottovalutare.
Mister, arrivano buone notizie dall’infermeria?
«Qualcosa sì. Natan (Girma, ndr) si è aggregato con noi in settimana: stringe i denti perché la botta è stata pesante e il dolore c’è, però è rientrato nel gruppo e questo è importante. Per gli altri, l’obiettivo è averli dopo la sosta».
Su Reinhart ci sono aggiornamenti?
«Ci auguriamo di riaverlo nella settimana che porterà a Carrara, dopo la sosta. È un giocatore fondamentale per caratteristiche, ma la squadra ha saputo costruire bene anche senza di lui soprattutto ad Avellino».
Magnani sta bene?
«Ha stretto i denti ad Avellino nel finale, ma è rimasto in campo perché servivano centimetri: ora sta meglio e ha bisogno di continuità per trovare la migliore condizione».
Rover e Štulac sono entrati bene ad Avellino.
«Sì, Štulac è entrato bene e poteva anche segnare. Rover va sostenuto: ha bisogno di ritrovare autostima, ma ci darà molto».
Su chi ricadrà la scelta della punta centrale tra Gondo e Novakovich?
«Dipende da come vogliamo attaccare l’avversario. Ogni partita ha caratteristiche diverse, guardiamo sempre il tipo di difensori che andiamo ad affrontare. Gondo ha fatto una grande partita col Modena, Novakovich sta tornando in condizione dopo non aver fatto la preparazione. Hanno entrambi fisicità, ma qualità diverse: uno più di gamba, uno più di struttura. Il fatto positivo è poter scegliere».
Domani arriva una squadra che fuori casa ha raccolto un solo punto. Che partita si aspetta contro l'Entella?
«Siamo alla decima giornata, è il momento in cui i valori iniziano a delinearsi. L’Entella è una squadra molto esperta, con giocatori che conoscono bene la categoria, e arriva da un’ottima gara con l’Empoli. Il dato fuori casa conta fino a un certo punto: noi guardiamo lo stato di forma e il momento in cui entrambe le squadre arrivano alla partita».
Quella con i biancocelesti è la prima gara dove, sulla carta, avvertite più pressione?
«In Serie B non esistono partite semplici. La mia priorità e preoccupazione principale è recuperare tutti. La preparazione della partita non cambia: contro l'Entella, come contro Palermo, Monza o Empoli».
Che squadra è l’Entella dal punto di vista tattico?
«È una squadra esperta, con struttura e idee. Alterna diversi comportamenti sia in possesso che in non possesso. Ci siamo preparati alle varie soluzioni: oggi il calcio è fluido e bisogna sapersi adattare».
Come si evita il rischio di sottovalutare l’avversario?
«Con l’umiltà. Questa squadra non può prescindere da questo valore. Quando abbiamo giocato con spirito di sacrificio e compattezza, ci siamo anche esaltati nel gioco e nei gol: ne abbiamo fatti tanti manovrati, non su episodi».
Tiritiello è il capocannoniere del campionato: dopo i gol presi su palla inattiva ad Avellino, state preparando accorgimenti particolari?
«Con l'Avellino abbiamo abbassato l'attenzione: è stato quello il problema. Tiritiello lo conosco, ha grande tempismo e attacca sempre bene la palla. Più che uomo o zona, la differenza la fa la concentrazione. Abbiamo lavorato soprattutto sull’aspetto mentale: non possiamo permetterci altri cali».
Il quarto uomo sarà Luca Massimi, arbitro di Avellino-Reggiana. Una coincidenza strana…
«Sono decisioni dell’AIA. Noi abbiamo avuto sempre signorilità, anche ad Avellino. Gli arbitri possono sbagliare, come tutti. Massimi farà la sua partita da quarto con professionalità, noi la nostra con serenità».
Portanova ha parlato di una settimana di allenamenti “con cattiveria”. È una leva utile o può diventare un rischio?
«La cattiveria per me, e penso anche per Manolo, è attenzione maniacale ai particolari. La squadra si allena sempre ad alta intensità, ad Avellino per 70 minuti abbiamo giocato bene e poi due dettagli hanno cambiato tutto. Incorrere in questi errore fa parte del nostro percorso di crescita. Ora dobbiamo trasformare rabbia e rancore in voglia di riprenderci quei punti».
Meglio essere il terzo miglior attacco o evitare di essere la terza peggior difesa?
«Giochiamo con tanti giocatori offensivi, non bisogna dimenticarlo. Vorrei più equilibrio: lo stiamo cercando, ma per trovarlo serve essere al completo soprattutto dietro. Capiterà di fare un gol in meno, ma dovremo prenderne anche uno in meno».
Il suo passato da attaccante incide nel rapporto con le punte?
«Parlo tanto con loro perché so cosa provano. Sono contento per Novakovich: l’anno scorso fece tre gol in tutta la stagione, quest’anno li ha già raggiunti e avrebbe potuto segnarne altri. Cerco di trasmettere molto a chi gioca davanti».
Il tema sintetico/erba: l’Entella viene dal sintetico, domani si gioca su prato naturale.
«Secondo me è un vantaggio giocare sul sintetico per chi ci è abituato: cambia la velocità della palla, l’impatto fisico, tutto. Io sarei per uniformare la categoria: o tutti campi sintetici, o tutti in erba».


