Massimo Bertagnoli: «Un successo frutto di cuore e sacrificio. La strada è lunga, restiamo umili»
«Vincere il derby è un qualcosa in più perché la classifica conta poco: in Serie B è il gruppo a fare la differenza. Abbiamo dimostrato di saper lottare sulle seconde palle e sui contrasti, mettendo tutto. Dal punto di vista fisico stiamo crescendo»

Contro il Modena capolista è arrivata una delle migliori prestazioni di Massimo Bertagnoli da quando veste il granata. Il centrocampista classe ’99 ha guidato la Reggiana in una prova di intensità e carattere, sottolineando il valore del gruppo e la necessità di mantenere umiltà e continuità anche nelle prossime sfide.
«È stata una grande vittoria - sottolinea con soddisfazione il mediano ex Brescia - Si sentiva il calore della partita già dall’arrivo del pullman, c’era un’atmosfera bellissima. Abbiamo sofferto ma l’abbiamo portata a casa contro il Modena primo in classifica. Il derby è una partita a sé, ma abbiamo dimostrato di saper lottare sulle seconde palle e sui contrasti, mettendo tutto. Il merito è di tutti, anche di chi non è entrato. Sono contento della mia prestazione, ma quando vinci tutto si amplifica. Do sempre tutto in allenamento: a volte riesce meglio, a volte meno, ma non mollo mai. La strada è lunga, dobbiamo restare umili e coi piedi per terra».
Stai crescendo molto anche dal punto di vista atletico.
«Sì, avevo già fatto 90 minuti a Monza e non pensavo di farli anche nel derby. Ma quando vedi l’obiettivo vicino ti esalti e trovi qualcosa in più. Quella corsa che ti viene da dentro l’abbiamo messa tutti. Dal punto di vista fisico stiamo andando nella direzione giusta».
Arrivi da una piazza importante come Brescia: avevi già vissuto partite così?
«Sì, a Brescia ho giocato gare importanti. Non seguo molto social o notizie, ma mi hanno parlato tantissimo di questo derby e in tanti mi avevano chiesto biglietti. Non avevo mai visto il settore ospiti così pieno: questo ci dà una carica enorme. È un clima che ti fa venire voglia di giocare sempre partite del genere».
Fa più effetto aver vinto il derby o aver battuto la capolista finora imbattuta?
«Entrambe le cose danno una sensazione bellissima, ma vincere il derby è qualcosa in più perché lì la classifica conta poco. La sconfitta di Monza ci aveva lasciato un po’ di amaro, per questo avevamo tanta voglia di portarla a casa. Il mister ci ha chiesto di lottare su tutto: tattica, movimenti, contrasti. In queste gare serve anche cattiveria sportiva».
Quest’anno hai interpretato più ruoli e ti sei adattato ai compagni: è un tuo punto di forza?
«Sì, siamo centrocampisti con caratteristiche diverse e il mister ci dà indicazioni precise sul posizionamento. Poi in campo l’esperienza e le qualità di ognuno fanno la differenza. Ho interpretato bene il ruolo, sia a due che a tre cerco sempre di dare il massimo».
Dopo quasi tre mesi di campionato, ti sei fatto un’idea della Serie B di quest’anno?
«Negli ultimi anni è difficile trovare una squadra sicura di salire o retrocedere. L’esempio è la Salernitana dell’anno scorso: poteva stare in alto e invece è finita in fondo. È un campionato dove il gruppo fa davvero la differenza. Ogni partita è complicata, bisogna correre e lottare. Ed è quello che stiamo provando a fare».


