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Nesta: «A Como dovremo essere più furbi e creare maggiori palle gol. Ritroviamo subito l'entusiasmo»

«Non pensiamo al tour de force ma giochiamo una gara alla volta, ora facciamo punti senza snaturare il nostro gioco. Novakovich? Dispiace, ma dà più fastidio l'incertezza portata dal mercato prolungato: però niente alibi, teniamo tutti botta»

25.08.2023 14:30

La Reggiana in settimana si è leccata le ferite e ora è pronta a ripartire a testa alta dal “Sinigaglia” contro il Como: all’orizzonte c’è un tour de force non indifferente (tre partite in 7 giorni) ma mister Alessandro Nesta invita l’ambiente a restare compatto e a guardare a una gara alla volta. A partire da domani, con un obiettivo chiaro: provare a vincere e conquistare i primi punti in classifica.

Mister, che settimana di lavoro è stata quella dopo la sconfitta di Cittadella?
«Calda soprattutto a livello climatico, ma pesante anche per la sconfitta. I ragazzi non ci sono rimasti bene, ho visto la squadra un po’ giù il primo giorno ma poi è tornato il sorriso. Non fermiamoci però a una sconfitta, ritroviamo subito l’entusiasmo».

Ha dovuto alzare la voce con la squadra?
«Ogni tanto lo faccio quando vedo poca intensità. Con il caldo i ragazzi hanno difficoltà fisiologiche e a volte esagero perché mi faccio prendere dall’allenamento e me ne rendo conto dopo». 

Sono stati maggiori i meriti del Cittadella o i demeriti della Reggiana?
«Il merito è loro sicuramente, ma ci sono stati demeriti nostri. Queste partite vanno pareggiate, bisogna saperle giocare con la massima attenzione. In stagione ci attendono tante gare di quel genere, dobbiamo saperci stare dentro».

Come si spiegano le difficoltà in fase propositiva?
«Loro ci lasciavano i terzini liberi ma erano distanti dalle punte e in mezzo a due facevamo fatica a prendere campo. Eravamo poco compatti, davanti bisognava essere più vicini e dare soluzioni diverse. Mancano giocatori di struttura che ci fanno salire, ora cercheremo di dare soluzioni diverse. E sull’esterno dovremo capire cosa fare o non fare».

Che Reggiana servirà a Como?
«Dovremo esse più furbi rispetto e creare più palle gol, questi sono gli aspetti da migliorare».

In campo ci saranno dei cambi?
«Vediamo… abbiamo cercato di lavorare su quanto non ha funzionato a Cittadella dove siamo andati in difficoltà senza snaturare il nostro gioco».

È possibile ipotizzare una Reggiana più difensiva?
«No, abbiamo un nostro modo di giocare che, tranne a Cittadella, ci ha sempre portato a creare tanto. Io devo riuscire a tirare fuori qualcosa di diverso da certe situazioni e dare soluzioni diverse quando ci vengono a prendere forte. Abbiamo uno stile di gioco al quale credo e lo porto avanti. L’idea di calcio è sempre quella».

Portanova lo vede più come trequartista?
«Probabilmente sì, ma al momento abbiamo pochi centrocampisti e ho messo lui spesso lì in mezzo. Sulla trequarti è più libero di esprimersi senza tante diagonali difensive: probabilmente in futuro potrebbe trovarsi meglio in quella zona».

Kabashi continuerà a fare parte della squadra?
«Si era fatto male in ritiro, ora sta rientrando. Darà il suo contributo come tutti, vuole restare qui e sta alla grande».

Il Como che tipo di avversario è?
«È una squadra di un certo livello che ha altre caratteristiche rispetto al Cittadella, gioca con il 4-4-2 o con il 4-3-1-2. In squadra ci sono giocatori importanti che ti mettono in difficoltà, ha concesso qualcosa ma noi dobbiamo essere brevi a sfruttare i loro punti deboli e correggere gli errori della gara precedente. Portiamo avanti il percorso che stiamo facendo, sperando che dia presto dei frutti».

Vi troverete di fronte una squadra arrabbiata…
«Ha perso 3-0 la prima partita ma non è stato un risultato veritiero. Il Como a Venezia ha tenuto bene il campo e creato occasioni, il risultato è bugiardo. Alla mia squadra dico di tenere botta e restare calma, ma anche di fare punti».

Como, Palermo e Parma in una settimana: la Reggiana sarà in grado di resistere a questo tour de force?
«Visto nel complesso pare difficile, ma dobbiamo guardare partita per partita, ragionando una gara dopo l’altra diventa più semplice. Intanto andiamo a Como per cercare di vincere e fare una buona partita e se perderemo sarà perché gli avversari sono stati più bravi».

Dopo la sosta avrà le idee più chiare?
«Lo sono anche adesso ma mancano dei pezzi. Dopo la sosta tireremo una riga e capiremo in che direzione andare».

È deluso dal mancato arrivo di Novakovich?
«Mi ha deluso perché speravo venisse qua… Non so com’è andata, avranno fatto un’offerta migliore e così è andato al Lecco. Ma non è un problema, giocheremo lo stesso. Non mi piace però che ci siano ancora tante situazioni aperte in uscita e in entrata: 5-6 giocatori pronti a partire e altrettanti ad arrivare portano incertezza e confusione. Non cerco alibi, ma ora dobbiamo tenere botta assieme all’ambiente. La situazione non è buonissima, dobbiamo fare dei punti perché la classifica non ci aspetta».

Le porte girevoli mettono in difficoltà?
«Non solo me ma tutti quelli che fanno mercato come noi e aspettano le occasioni migliori. Sappiamo che la nostra società è importante e fa le cose per bene, il problema è di chi fa le regole che sono sbagliate».

Forse si è rimasti un po’ indietro nella costruzione della squadra?
«Il mercato ha dinamiche diverse rispetto a prima, oggi i giocatori costano di più e chi ha tanti soldi compra subito e chi ha un potere d’acquisto minore deve aspettare di più». 

Quanto tempo impiegheremo per vedere la vera Reggiana di Nesta?
«Qualcosa si è già visto, qualcos’altro si vedrà. Non so quando, finché non si chiude il cerchio la Reggiana è questa. Voglio essere giudicato per quello che faccio io e fa la squadra nei 90 e più minuti, non voglio alibi, però è oggettivo che un mercato aperto comporti queste situazioni…».

Al vostro fianco domani avrete 500 tifosi e la Campagna Abbonamenti ha da poco toccato quota 6000: i tifosi sono sempre dalla vostra parte?
«Cambiano allenatori e giocatori ma i tifosi restano: sappiamo che la Reggiana è loro, noi abbiamo grande rispetto di cosa rappresenta questa squadra per la città. I tifosi sono l’anima del calcio, i nostri stipendi sono giustificati dalla gente che viene a vederci. Sarà una stagione lunga e avremo bisogno di loro, speriamo di dargli grandi soddisfazioni».

 

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