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Diana: «Rispettiamo la Recanatese ma ci sentiamo più forti. Bisogna restare concentrati e curare l'aspetto tecnico»

«Dobbiamo vincere con le nostre forze, pensiamo solo a noi e non agli altri. La visita di Amadei ci ha fatto piacere. Arrivare alla fine col fiatone è fisiologico: sono contento di vivere questi momenti, vuol dire che mi sto giocando qualcosa»

31.03.2023 17:00

Sgomberare il campo da polemiche e strani pensieri e restare concentrati sul campo, consci che non si possono più commettere errori. È questo il messaggio che mister Aimo Diana, domani assente per squalifica, lancia alla sua squadra e all'ambiente granata quando mancano pochi chilometri alla linea del traguardo, alla vigilia del primo di due impegni casalinghi contro la Recanatese.

Mister, come sta la squadra?
«In settimana abbiamo avuto un problema con Fausto Rossi che ha avuto una ricaduta sulla febbre, purtroppo non è ancora passata: cercheremo di recuperarlo per giovedì. Per il resto ci siamo tutti, a parte gli squalificati. Cauz ha accusato un colpo al ginocchio nei giorni scorsi, ma oggi si è allenato. Guiebre è rientrato ieri sera dopo aver giocato la prima partita contro il Togo venerdì scorso mentre martedì non è sceso in campo a causa di un malessere. Ora però non ha problemi, si è allenato e l’ho visto bene: deve solo riposare dopo il lungo viaggio».

Di alternative sulla fascia sinistra ne ha provate?
«Abbiamo provato i due mancini Nardi e Vallocchia, ma sulla difesa a quattro il terzino vero non ce l’avrei comunque. Mi auguro che domani Razack sia a disposizione».

Ci sono novità tattiche in arrivo per le prossime due partite ravvicinate?
«Abbiamo provata qualcosa di diverso, ma non ho sempre avuto tutti i giocatori a disposizione. Con gli squalificati e qualcuno malato siamo comunque andati sulle nostre certezze senza preoccuparci troppo degli altri. Sappiamo che dobbiamo cercare di vincere assolutamente, pensiamo solo a questo. Dal punto di vista psicologico abbiamo fatto una settimana giusta».

Gli attaccanti come li vede?
«Sono in difficoltà nei numeri, purtroppo condizionati da qualche errore. Ai ragazzi ho voluto mandare un messaggio: in questo momento è inutile aggrapparsi alle circostanze o cercare alibi, dobbiamo sempre ricordarci che la prestazione la facciamo noi sul campo. Quelle che capitano sono situazioni che ci creiamo noi. Gli errori possono costare caro quindi dico loro di avere concentrazione e accuratezza nel gesto tecnico e di cercare di sbagliare il meno possibile».

Montalto è pronto per tornare dal primo minuto?
«Sì, Adriano potrebbe giocare anche dall’inizio».

La lista dei rigoristi è già stata definita?
«La lista c’è, ma non dovremmo disperderci su questi discorsi. Chi batte i rigori, Montalto e Rosafio, in precedenza avevano fatto gol. Lanini ne ha sbagliato uno e realizzato un altro. Poi alla fine il rigore lo calcia chi si sente di tirarlo».

La rabbia per il pareggio di Rimini è stata smaltita?
«Qualcosa rimane addosso, la difficoltà fisica e mentale, ma in settimana abbiamo lavorato con ottima intensità. Alla vittoria ci dobbiamo arrivare tramite il lavoro di tutti i giorni, nessuno ci aiuta. I tre punti di domani dovremo guadagnarceli sul campo. Questo campionato lo conosco come le mie tasche e sapevo che ci sarebbe stata una lotta fino alla fine. Siamo sempre davanti di due punti, non possiamo sbagliare più noi ma neanche gli altri, però dobbiamo pensare solamente a noi stessi. Abbiamo un focus chiaro da raggiungere, con le nostre forze sono convinto che potremo farcela».

Di cosa ha bisogno la Reggiana per tornare in carreggiata?
«Dopo 34 partite non si può parlare di unione ed equilibrio: abbiamo dimostrato di averli. Non dobbiamo disperderci in discorsi da bar. Come allenatore vado sull’aspetto tecnico e sulla concentrazione e devo portare la squadra a lavorare su quei dettami e non su quello che potrebbe essere effimero. Sento dire che abbiamo il braccino corto: penso sia umano arrivare alla fine col fiatone se pensiamo al Modena o al Sudtirol l’anno scorso. Sono contento di poter vivere questi momenti perché vuol dire che mi sto giocando qualcosa».

Oggi non è mancata la visita del patron Amadei per caricare la squadra…
«Da tempo gli chiedevamo di fare un salto. Lui ci dà sempre una visione diversa che è più romantica e ci racconta di quando giocava lui creando un clima distensivo che fa sempre bene. Vorremmo che potesse venire più spesso: ci ha detto che ci starà vicino in queste ultime partite».

Che avversaria è la Recanatese?
«Dobbiamo essere pronti a qualsiasi tipo di avversario perché alla fine chi viene qui ha sempre delle qualità ma anche dei difetti che dovremo mettere in mostra. Abbiamo grande rispetto della Recanatese e gli facciamo i complimenti perché hanno raggiunto l’obiettivo minimo della salvezza. Noi però partiamo dal presupposto che ci sentiamo più forti, questo è quello che dice la classifica».

Le dispiace non esserci?
«Sì. Questa è la quinta volta che manco però posso avere una visuale dall’alto utile per osservare la squadra. Mi fido di chi va in panchina, anzi magari senza di me saranno un po’ più calmi…».

Darà particolari disposizioni a Baresi prima della partita?
«Ci sono piani gara che cerchiamo di valutare, poi chiaramente un gol subìto a fine primo tempo o un’espulsione fanno saltare tutto. Alessio non ha bisogno di capire se c’è da cambiare un giocatore o meno, ma ci siamo posti il classico “piano B”. Ma lo facciamo sempre anche quando vado io in panchina».

I tifosi, anche a Rimini, hanno dimostrato di crederci fino alla fine…
«Sono sempre le nostre prestazioni che devono dare anima all’ambiente. E negli ultimi 25 minuti a Rimini abbiamo ridato loro anima e abbiamo quasi vinto. Ci siamo pure arrabbiati perché è mancato un gesto tecnico allo scadere per vincere. Finché vedranno il massimo impegno e che ci crediamo, saranno dalla nostra parte. Il nostro modo di atteggiarci in campo deve trascinare gli altri: noi siamo i protagonisti e il nostro pubblico ha dimostrato più volte che quando siamo stati trascinanti, per noi è stato l’uomo in più».

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