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Cremonesi: «Aspetto una chiamata dalla Reggiana. Insieme dobbiamo terminare il cammino che abbiamo iniziato...»

«Con mister Diana c'è stima reciproca, è anche grazie a lui se ho segnato così tanti gol. Come mi sento a 34 anni? Al 100% un calciatore, ho ancora voglia di togliermi delle soddisfazioni e divertirmi»

01.07.2022 21:30

Tra i pilastri della Reggiana 2021/22 non si può non citare Michele Cremonesi: il difensore classe ‘88, arrivato a novembre dello scorso anno per sopperire all’assenza dell'infortunato Rozzio, è partito subito con il botto e a suon di ottime prestazioni e soprattutto gol (6 in 15 presenze!) è entrato nei cuori dei tifosi conquistando partita dopo partita un ruolo importante nella retroguardia di mister Diana. L'ex Venezia e Perugia da oggi è svincolato: l'intenzione del club, da quanto trapela, è quella di trattenerlo e anche il giocatore vorrebbe proseguire l'avventura in granata ma prima bisognerà trovare un accordo per il rinnovo del contratto.

Michele, di recente hai avuto qualche contatto con la società?
«Ancora no, sono in attesa di ricevere degli aggiornamenti. In questi giorni ho avuto modo di parlare con il mister, so che mi stima e la cosa è reciproca, ma da parte della Reggiana non ho avuto notizie. Resto in attesa fiducioso».

Goretti è stato il tuo direttore sportivo a Perugia: cosa ci puoi dire su di lui?
«Ritengo che sia un ottimo direttore, in Umbria ha sempre allestito squadre competitive e i suoi giocatori spesso sono riusciti a spiccare il volo per palcoscenici importanti. È molto capace nel suo lavoro, inoltre avendo un passato da calciatore riesce a percepire certe dinamiche perché ricorda bene cosa si vive in determinate situazioni di campo».

Qualche altro club ha bussato alla porta del tuo procuratore?
«Per il momento c'è stato solo qualche interessamento, ma nulla di concreto. Io sono in attesa di ricevere novità, in tutti i sensi».

Un'eventuale offerta dalla Serie B potrebbe allontanarti dalla Reggiana?
«Bisognerebbe avere in mano proposte concrete per fare una scelta, ma io prendo in considerazione il progetto prima della categoria anche perché sto vivendo un periodo particolare della mia carriera in cui ci sono stante cose da valutare».

In granata c’è un finale di stagione immeritato da vendicare…
«Per me la Reggiana è una priorità, a Reggio sono stato molto bene e l’obiettivo di provare a vincere sicuramente mi stimola. Dobbiamo concludere il cammino che l’anno scorso non siamo riusciti a portare a termine: c’è grande spirito di rivalsa e ci sono tutte le motivazioni per andare a prendere qualcosa che avremmo meritato…».

Hai percepito lo stesso spirito di rivalsa anche nelle parole del mister?
«Assolutamente sì. Il mister ha la nostra stessa voglia di conquistare quell’obiettivo che per diverso tempo avremmo meritato di raggiungere». 

A 34 anni ti senti vicino alla linea del traguardo o pensi di poter dire ancora la tua nel mondo del calcio?
«Sinceramente mi sento nella piena maturazione: oltre a pensare a me stesso, sono in grado di dare una mano agli altri per cercare di far migliorare i ragazzi più giovani e chi ne ha bisogno. So di non avere una prospettiva così lunga come potevo avere a 25 anni, ma ho ancora voglia di togliermi soddisfazioni, divertirmi e provare emozioni nel giocare. Un pensiero a quello che verrà dopo lo faccio, ma mi sento ancora un calciatore al 100%».

Riavvolgiamo il nastro fino a maggio: ti sei dato una spiegazione per l'eliminazione dai playoff?
«Sinceramente ci ho messo un po’ a digerire quel boccone, ma penso sia andata così per tutti. Una spiegazione chiara non c’è, semplicemente la FeralpiSalò si è presentata meglio in quelle due partite e le anche affrontate meglio. Noi non siamo riusciti ad esprimere quanto si era visto durante il campionato ed essere rimasti fermi per una ventina di giorni non vuole essere un alibi, ma ha un po’ influito sulle nostre prestazioni. I playoff sono un campionato a parte, come si arriva fisicamente e mentalmente fa la differenza. In sostanza, loro sono stati più bravi di noi e gliene diamo atto».

Si poteva forse pretendere qualcosa di più dalla Reggiana in campionato, nonostante gli 86 punti dopo 38 giornate?
«Si può sempre pensare di poter fare qualcosa di più: alcuni risultati ci sono andati stretti e per colpa di alcuni episodi non abbiamo portato a casa il risultato pieno quando lo meritavamo. Ma abbiamo duellato con un avversario al nostro stesso livello che alla fine è stato più bravo a conquistare due punti in più di noi».

Come spieghi i tuoi numeri da record nel primo anno alla Reggiana?
«Io cerco sempre di dare il massimo, ma devo ringraziare il mister che mi ha fatto scoprire di poter fare cose che prima non pensavo fossero possibili: ha una concezione moderna del ruolo di difensore e ci dà grande libertà di partecipazione alla fase offensiva. Confesso che mi è sempre piaciuto rendermi pericoloso sulle palle inattive e devo dire che abbiamo avuto battitori molto importanti che le calciavano come piace a me. Io comunque sono un difensore e non un attaccante, quindi ai gol non do molto peso: segnare è certamente bello, ma preferisco essere apprezzato per il mio lavoro dietro».

C’è un compagno con il quale hai legato in modo particolare nella passata stagione?
«Devo dire che ho legato con tutti: compagni, staff medico, magazzinieri, team manager. A Reggio ho trovato tutte belle persone».

Non c’è stata nessuna rivalità o dualismo?
«Questo è stato un nostro punto di forza: tutti i giocatori scesi in campo sono riusciti a dare il loro contributo. Il mister è stato bravo nel farci ruotare e nel fare certe scelte in determinati momenti della stagione. La nostra era una rosa di valore non solo in difesa, ma in tutti i reparti».

Quale ricordo porterai con te più di altri?
«Può sembrare una banalità, ma mi piace ricordare la prima gara da titolare a fine dicembre contro il Teramo (5-0, ndr): per me e è stata come una sorta di rinascita perché venivo da mesi bui in cui ero rimasto fermo. Calcare un signor campo come quello del “Città del Tricolore”, vincere e fare gol (doppietta, ndr) mi ha fatto riprovare emozioni che mancavano da tempo. Ma devo dire che in tutte le partite con la Reggiana ho provato il piacere di giocare a calcio».

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