Primo Piano

Diana: «Abbiamo tutti voglia di raggiungere l'obiettivo finale. Andiamocelo a prendere con umiltà e consapevolezza»

«La Torres è una squadra dinamica, assomiglia al Fiorenzuola. Alla terza gara di fila bisogna puntare sulle motivazioni e riuscire a tirare fuori le energie rimaste. Non siamo mai stati liberi mentalmente, sappiamo cosa chiedono tifosi e società»

17.03.2023 18:00

Un solo punto nelle ultime due partite casalinghe non è un ruolino di marcia entusiasmante, chi sta dietro soffia con insistenza sul collo della capolista e allora domani pomeriggio contro la Torres c'è un solo risultato che può accontentare la Reggiana di mister Aimo Diana: la vittoria.

Mister, ha finalmente vuotato l'infermeria?
«Ci siamo quasi tutti, anche Muroni verrà in panchina per ritrovare un po’ il clima partita. Abbiamo qualcuno un po’ acciaccato, in particolare Pellegrini. Montalto e Lanini arrivano anche loro da infortuni, bisogna valutarli giorno per giorno. Oggi è passato un giorno, domani passerà un’altra mattinata e li valuteremo ma sono comunque a disposizione».

Per Montalto si tratta solamente di un po’ di stanchezza?
«Soprattutto affaticamento. Deve gestire qualche dolore: è da tanto che non faceva sessanta minuti e lo sapevo che per la partita del sabato lo avrei avuto poco a disposizione, o comunque solo per una ventina di minuti».

Nelle ultime tre partite gli attaccanti sono rimasti a secco: c'è qualche problema nel reparto avanzato?
«È chiaro che le punte vivono di queste cose, lo vedo anche io che sono un pochettino più nervose. Rispetto alla testa del difensore la testa dell’attaccante vive di episodi completamente diversi e bisogna capirli. A Momo (Varela, ndr) ho ricordato che in passato ha fatto gol di sedere… quindi cerco anche di sdrammatizzare. Abbiamo poco tempo, è difficile dire quando e se i gol arriveranno di nuovo, io mi auguro che arrivino il prima possibile non solo da parte loro. Nel finale di Pontedera in area c’eravamo tutti, mancava solo il nostro portiere quindi i gol li dobbiamo trovare un po’ da tutte le parti. Le palle inattive in questo momento rappresentano per noi un’arma importante, perché le partite si giocano tutte sul filo dell’equilibrio. Credo che lo 0 a 0 di Pontedera sia stato un caso e speriamo che gli episodi ricomincino a girare un po’ a nostro favore, poi siamo noi che dobbiamo andarceli a cercare con le prestazioni, con l’intensità e con la voglia di provare a vincere la partita fino alla fine. Credo che questo si sia visto martedì sera».

Il direttore Goretti ha detto che darebbe dei calci nel sedere a Capone perché non riesce ad esprimere il bagaglio notevole che ha. Cosa ne pensa delle sue parole?
«Credo sia stata una frase bonaria, altrimenti si sarebbero utilizzati altri toni ed altre parole. L'ha fatto perché vuole cercare di stuzzicare il ragazzo, ma a Christian lo diciamo tutti i giorni che è una risorsa importante per noi e, come per gli altri, ci deve mettere ancora qualcosa in questo campionato. Sei partite non sono poche per cambiare corso di una stagione o carriera. A volte basta un minuto…».

Quali sono i dubbi sulla formazione di domani?
«Ho qualche dubbio davanti, perché devo valutare due o tre situazioni. Abbiamo Giuliano (Laezza ndr) squalificato, in mezzo al campo ho diverse possibilità, in attacco dobbiamo valutare domani mattina chi sta un pochettino meglio».

Tre partite in una settimana sono un carico pesante: avete svolto un allenamento particolare?
«Il calciatore ha un carico fisico importante dovuto alle partite ravvicinate ma poi ha la possibilità di recuperare, non deve pensare ad altro. Noi dello staff ci mettiamo subito al lavoro: dopo ogni partita dobbiamo pensare subito a quella successiva. Non dobbiamo mettere nulla di più, se non la consapevolezza o la voglia di voler ottenere la vittoria, perché adesso si parla soprattutto di cercare di vincere ogni partita. Bisogna fare pochi calcoli, andare in campo senza guardare gli altri e riuscire a tirare fuori tutte le energie possibili che restano».

“Andiamo a prenderci quello che ci meritiamo” è ciò che ha detto alla squadra dopo Pontedera: sarà lo slogan di queste ultime partite?
«Si usano sempre le frasi “nessuno ci da una mano”, “dobbiamo farle noi”. Sono frasi che si dicono ma la verità è che i protagonisti siamo noi. Quando mi dite “domani devi farci vincere” la realtà è che io chiedo alla squadra “domani dovete farmi vincere”, quindi vedete che è una richiesta che voi girate a me e io giro alla squadra. Alla fine saremo noi che dovremo andarci a prendere questa vittoria. Le partite vanno giocate alla morte e i punti sono importanti per tutti, per noi che dobbiamo vincere il campionato e per la Torres che si deve salvare. Noi cercheremo di mettere in campo tutta la nostra voglia di vittoria e soprattutto la consapevolezza di essere una squadra forte. Non posso nascondervi che, vista la vicinanza all’obiettivo finale, abbiamo tutti voglia di arrivarci, quindi andiamocelo a prendere».

Tornando a casa in pullman dalla Toscana l'occhio è scappato su Cesena-Entella?
«Io sentivo qualcosa dietro, ma ho guardato la Torres. Sentivo i giocatori dietro che esultavano e facevano un commento sulla partita. Ricordiamoci che c’è il Cesena a sei punti e l’Entella a quattro, è chiaro che il punto in più che ci siamo guadagnati potevano essere due, lo sappiamo perfettamente, ma è inutile tornarci sopra. Noi dobbiamo pensare con grande umiltà partita dopo partita, non possiamo permetterci altro in questo momento».

Che squadra è la Torres?
«Al di là del cambio allenatore è una squadra fresca, dinamica. Non sta ottenendo grandi risultati ma tutte le partite le gioca bene, è una di quelle squadre tipo il Fiorenzuola, rapide e veloci. Abbiamo preparato la partita quasi esclusivamente stamattina, in poco tempo, ma sarà così anche per loro. Siamo alla terza partita in pochi giorni e dovremo giocarcela sulle motivazioni, sapendo che la partita dura 95 minuti. Non dobbiamo però avere fretta, perché il rischio è quello poi di compromettere l'incontro».

Fisicamente come ci arriva la Reggiana al finale di campionato?
«Bene. A volte i giudizi sono condizionati inevitabilmente dal risultato. Per me abbiamo spinto molto fino alla fine, la mente poi condiziona tanto».

E dal punto di vista mentale?
«Ho parlato con la squadra, non ci nascondiamo. Siamo tutti un po’ stanchi e credo che lo siate anche voi. Siamo alla fine, anche i dirigenti sono provati. È normale, siamo umani e se arriviamo a questo punto troppo pimpanti vuol dire che abbiamo mollato qualcosina prima. Invece no, abbiamo la testa bella piena ma lo spirito di sopravvivenza e il raggiungimento di un obiettivo ci impongono necessariamente di raschiare il fondo del barile alla ricerca di tutte le energie che abbiamo. Ognuno di noi a proprio modo sta cercando di ricreare una condizione che possa farlo stare bene, dalla situazione familiare a quella della propria quotidianità. C’è a chi piace guardare una serie tv, chi stare con i figli. Secondo me ritrovando la tua quotidianità e stando con le persone a cui tieni riesci ad essere migliore, anche nel lavoro».

Nelle ultime gare i giocatori hanno letto e gestito la partita: ora si torna all’antico?
«I calciatori in campo hanno una lettura propria, ci sono dinamiche precise. Se ci sono da gestire dei minuti lo sappiamo fare, ma non c’è voglia di farlo perché non ce lo possiamo permettere. Io non so allenare per un pareggio, a volte mi devo fidare di chi è in campo e delle loro sensazioni».

L'auspicio però è quello di tornare a vedere una Reggiana dominante?
«Cerchiamo sempre di farlo, poi per essere dominanti bisogna che stiano bene anche determinati giocatori, come ad esempio Cigarini. Rispetto all'anno scorso siamo cambiati molto, prima eravamo molto avvolgenti ora invece siamo molto più ficcanti. A volte questo ci porta a non creare un bellissimo gioco e a creare meno palle gol. In un modo o nell’altro abbiamo comunque trovato una maniera di giocare che sa rendere».

Comunque vada la gara con i sardi, la Reggiana sarà capolista in ogni caso per un'altra settimana: psicologicamente è importante?
«Dal primo giorno non c'è libertà mentale, sappiamo bene quale sia la richiesta dei tifosi e della società. Noi è dall'anno scorso che non giochiamo liberamente, ma fa parte del percorso di una squadra che vuole arrivare prima in classifica. Noi dovremo giocare sempre per vincere, ma è così per tutti, anche per la Torres».

Commenti

L'avversario - Torres, i gol di Scappini per centrare la salvezza
Le probabili formazioni di Reggiana-Torres