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Pieragnolo: «A Reggio mi diverto, non pensavo di ricevere così tanta fiducia. Contro l'Ascoli ci sarà da battagliare»

«Venire alla Reggiana è stata la scelta giusta, questa è la piazza ideale per i giovani. Con il nuovo preparatore abbiamo ridotto i carichi, gli allenamenti sono più intensi. Pajač? Mi parla tanto e mi dà una mano, non vedo l'ora che rientri»

22.11.2023 18:00

Edoardo Pieragnolo, terzino granata classe 2003 che ha già collezionato 10 presenze e una rete in Serie B, è il protagonista dell'intervista settimanale organizzata dalla Reggiana in Via Agosti. Semplicità e maturità sono i punti di forza di questo giovane di appena vent’anni, un ragazzo con le idee ben chiare e tanta voglia di lavorare e di migliorarsi ogni giorno.


Edoardo, con l'arrivo del nuovo preparatore atletico per voi è cambiato qualcosa oppure no?
«A livello fisico hanno ridotto i carichi e accorciato gli allenamenti, però sono più intensi e li hanno basati sulla qualità».

L'obiettivo è quello di darvi un po’ di brillantezza in più?
«Sicuramente riducendo i carichi e la durata degli allenamenti è normale essere più brillanti».

Sabato arriva l’Ascoli…
«Ci attende una situazione tra virgolette complicata perché, come ci ha spiegato lo staff, il loro allenatore fa correre molto le squadre avversarie e punta sulla palla lunga e sulle seconde palle. Sicuramente più che una partita sarà una battaglia».

Senti anche tu o hai già cominciato a sentire dai tifosi l’importanza del derby con il Modena, ormai alle porte?
«Quando sono arrivato ci hanno fatto subito presente che Parma e Modena sarebbero state le partite più importanti del campionato. Come ho sempre detto, dobbiamo pensare alla partita di sabato che è contro l'Ascoli poi penseremo alle altre».

Dopo 13 partite di campionato, nel passaggio dalla Primavera alla Serie B quali sono le differenze che hai trovato?
«La differenza è abissale. Con la Primavera hai ritmi e fisicità inferiori alla Serie B, però devo dire che mi sono ambientato bene e mi sto divertendo che è la cosa fondamentale nel calcio».

Sei il quarto giocatore di movimento per minuti giocati: ti sorprende questo dato?
«Mi rende orgoglioso, perché non pensavo di avere questo impatto sul campionato e soprattutto non pensavo di ricevere quella fiducia che magari un giovane non sempre ha».

Ti aspettavi di trovare così tanto spazio in campo?
«Inizialmente ero un po’ titubante, però sono contento e vedo la fiducia del mister che è la cosa più importante. Devo solo ascoltare i ragazzi della squadra che sono fantastici e ascoltare l'allenatore».

Praticamente sei l’unico terzino mancino a disposizione: ti toglie pressione sapere di giocare quasi sempre?
«Il fatto che io sia da solo secondo me non è vero perché siamo una squadra e dobbiamo darci una mano a vicenda. Le pressioni ci sono sempre, anche in allenamento, e io lavoro sempre sodo per migliorare».

Pajač sta bene?
«Marko sta bene e sta rientrando. Io gli voglio un mondo di bene, mi dà una mano e mi sta parlando tanto. Io sono il primo che non vede l’ora che torni in campo».

C’è un aspetto che guardi negli altri terzini di questo campionato di Serie B?
«Sicuramente la fisicità e la voglia con cui vanno a giocare l’uno contro uno e la voglia di non perdere il duello: questo è un aspetto che tengo in considerazione».

In questa prima parte di stagione hai registrato alti e bassi: a cosa ti sei aggrappato per superare gli errori commessi?
«Alti e bassi in una carriera calcistica e in un campionato ci stanno, quindi ognuno di noi deve trovare le giuste motivazioni e le giuste vie di uscita».

Il modo di giocare della Reggiana, partendo dal basso, ti mette in difficoltà?
«No perché giochiamo con un modulo particolare: partiamo a quattro dietro, poi io solitamente mi alzo. La palla mi arriva poco, più che altro dalla mezzala o dalla punta. Nel cambio gioco io sono sempre lì, parto largo quindi ho il tempo di stopparla e di guardare».

Anche in Primavera tiravi spesso in porta come stai facendo adesso?
«Assolutamente no. Partivo da terzino, giocavamo a quattro e arrivavo meno al tiro».

Alcuni tuoi compagni hanno debuttato in azzurro: ci fai un pensierino anche tu?
«La Nazionale ho già avuto la fortuna di assaggiarla: è un ambiente molto serio e il sogno di arrivarci c’è sempre. Indossare la maglia della tua Nazione è un onore».

Sei andato via giovanissimo da Padova arrivando a Sassuolo: uscire da casa così presto ti ha creato dei problemi o ti ha aiutato a crescere prima?
«Sono molto attaccato alla famiglia e devo dire che il primo mese lontano da casa l’ho passato a piangere: è stato molto difficile partire. Poi la mia famiglia mi è stata molto vicino, mi è venuta sempre a trovare e grazie al loro appoggio ne sono uscito alla grande».

Sei convinto della scelta fatta in estate?
«Moltissimo, questa era la piazza ideale per avere una crescita mentale, fisica, tecnica e tattica ineguagliabile. Penso che Reggio sia la piazza ideale per tutti i giovani».

Com’è il tuo rapporto con la città?
«Non esco moltissimo da casa, mi chiudo un po’ nel mio rifugio, mi riposo tanto e quando c’è l'occasione, coi ragazzi ci vediamo. Reggio mi piace tanto, è simile a Modena come città. Sono contento di essere qui».

Vivi a Reggio da solo, ma sei super fidanzato.
«Sì, ho una ragazza fantastica che mi da un equilibrio mentale che non è da poco. Io sono felicissimo, lei è a Padova ma ci vediamo nei weekend».

Hai appena vent’anni, però sei molto maturo nelle risposte che dai: tutto merito tuo o anche della tua fidanzata?
«Sicuramente io e lei parliamo tantissimo: mi ha fatto crescere a livelli immensi nel parlare, anche perché io sono molto timido e ho sempre avuto un po’ di problemi ad esprimermi. Devo dire che lei mi ha dato una grossissima mano».

Fuori dal campo sei occupato negli studi come altri tuoi compagni?
«Mi sono appena iscritto a un'Università online quindi inizierò a breve questo percorso di crescita: ho scelto un corso di laurea in “Sport e Football Management”. I calciatori hanno tanto tempo libero e io non volevo passare tutti i pomeriggi sul divano quindi ho fatto questa scelta e non vedo l’ora di iniziare».

 

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