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Salerno: «Stiamo costruendo un sogno, difendiamolo tutti assieme. È stata spesa una follia ma la Reggiana è solida»

«Le polemiche extracalcistiche non possono offuscare il lavoro degli ultimi 4 anni. Non diamo retta ai gufi e pensiamo a salvarci. Portanova? Ha il diritto di lavorare, lo dice la Costituzione. Complimenti a Goretti e Nesta e col Sassuolo...»

24.10.2023 17:30

Dopo diversi mesi Carmelo Salerno questa mattina è tornato a prendere la parola, dalla sede del club in Via Brigata Reggio, davanti a telecamere e microfoni in conferenza stampa. Il presidente granata ha affrontato diversi argomenti, anche quelli più delicati come il caso Portanova, i lavori ancora in corso in Via Agosti e i tanti infortuni che hanno colpito la squadra, ponendo l'accento sull'importante lavoro svolto dalla società negli ultimi 4 anni e sull'importante restyling iniziato dal ds Goretti in estate, sottolineando anche l'impatto più che positivo avuto da mister Nesta sulla squadra e sulla città. Inoltre, il presidente ha fornito una sua visione personale sui problemi di natura culturale che permangono in Italia.

 

«Abbiamo deciso di parlare solo ora come proprietà, dopo qualche mese di silenzio, per non rovinare tutte le cose belle fatte negli ultimi quattro anni a causa di qualche polemica extracalcistica – ha sottolineato in apertura il presidente granata – Il nostro silenzio è stato un atto d’amore verso la Reggiana, verso i nostri tifosi e gli sponsor per non alimentare polemiche. Però è giusto tornare a parlare e raccontare tutte le cose belle che facciamo ogni giorno, parlare di questi quattro anni insieme e della crescita che la società ha avuto. Non vogliamo che polemiche al di fuori del mondo del calcio possano offuscare il lavoro immenso fatto prima e che continuiamo a svolgere. Da oggi in poi torneremo sui giornali e sulle TV, sperando di avere lo stesso rispetto che abbiamo avuto per chi ha idee diverse dalle nostre».

«Insieme per quattro anni abbiamo sognato qualcosa di meraviglioso e dopo tanti sacrifici il traguardo è stato raggiunto, ora ci dobbiamo godere la Serie B che è un patrimonio della società, dei tifosi, della città e degli sponsor, ma ce la dobbiamo anche tenere stretta – ha proseguito Salerno – Nessuno deve offuscare i sacrifici che facciamo ogni giorno per motivi extracalcistici. Ogni volta che parlerò quest’anno devo ricordare quanto fatto in precedenza: è così che si ottiene il rispetto della città, della tifoseria e degli sponsor. Siamo arrivati quando la Reggiana era in Serie D e si allenava ogni settimana in un campo diverso, dopo quattro anni abbiamo ottenuto due promozioni, siamo retrocessi per Covid e abbiamo perso un campionato per un soffio di vento ma non ci siamo arresi e abbiamo vinto quello successivo. Dopo 24 anni, siamo tornati in Serie B con i tifosi sugli spalti e siamo felicissimi di essere qui, ma allo stesso tempo abbiamo capito che è un altro sport rispetto alla Serie C, quindi p un patrimonio da tenere stretto. In quattro anni sono stati fatti dei passi da gigante, è stato ricostruito il Settore Giovanile grazie a Cattani e Fico, abbiamo visto per la prima volta ragazzi del nostro Settore Giovanile andare in panchina ed esordire in prima squadra, ora abbiamo una squadra Femminile che non tutti i club hanno, poi c’è la Quarta Categoria. Siamo diventati un punto di riferimento per il territorio, ci è riconosciuto da tutti, collaboriamo con l’Università, la Questura e la Prefettura. Noi siamo questi, quelli che hanno preso la Reggiana in Serie D portandola in Serie B e qui vorremmo restarci il più a lungo possibile. C’è bisogno dell’aiuto di tutti. Siamo rimasti rammaricati per qualche polemica di troppo ma ora torniamo a parlare come prima e a raccontarci le emozioni del campionato bellissimo in cui ci troviamo».

Presidente, come sta la società in questo momento?
«Sta bene, siamo contenti di quello che stiamo facendo. Io e gli altri soci abbiamo speso una follia in questi anni, per fortuna esiste Amadei che si può permettere qualsiasi cosa: senza di lui questa società non potrebbe esistere. Ogni volta che un socio ha abbandonato, lui ne ha rilevato le quote. Abbiamo sempre detto che c’è bisogno dell’aiuto di tutti, vorremmo quindi che entrassero altri soci ma li abbiamo visti andare via piuttosto che arrivare. Io posso dire che ogni sponsor che ci aiuta lo considero alla pari di un socio. Bisogna continuare a lavorare con trasparenza, onestà ed essere grati di cuore alle aziende che ci aiutano tutti i giorni. Se qualcuno vorrà entrare in società saremo pronti ad accoglierlo a braccia aperte».

Si aspettava un supporto maggiore dalla città e dalla stampa?
«Non, con la Campagna Abbonamenti abbiamo battuto il nostro record in Serie B quindi sono felicissimo, anzi ne approfitto per ringraziare di cuore i nostri tifosi e fare in bocca al lupo al ragazzo rimasto ferito domenica. Facciamo di media circa 8-9mila spettatori in ogni partita, siamo la quinta tifoseria in Italia per la Serie B superando anche numeri di qualche club di Serie A. Vorremmo essere felicissimi di tutti, della città, dell’amministrazione comunale e anche della stampa».

Il terreno in sintetico in Via Agosti, come ha fatto sapere il Comune, purtroppo è in ritardo…
«Già sapevamo di doverlo cercare quest’anno, probabilmente torneremo dove siamo andati l’anno scorso (al Santos, ndr). L’Amministrazione Comunale per bocca del sindaco e dall’assessora Curioni ci ha detto che entro la prossima stagione avremo il sintetico».

L’inaugurazione del centro sportivo è stata rimandata per questo motivo?
«Avevo immaginato l’inaugurazione e il taglio del nastro nel giorno in cui i giocatori si sono allenati lì per la prima volta, anche se quel giorno la società non era presente, invece sui giornali non ho visto neanche la foto del campo. Abbiamo fatto qualcosa di importante e quando ho letto parole di Nesta, che ha affermato di non essersi mai allenato su un campo così bello, l’ho chiamato per chiedergli se fosse un’affermazione vera e me l’ha confermato. E quando leggo le interviste dei giocatori che provengono dalla Serie A, tutti dicono di essere rimasti colpiti dal progetto del centro sportivo e questo per noi è motivo di orgoglio». 

Quel giorno c’è stata la contestazione nei confronti di Portanova: le chiediamo se il pensiero suo e della società corrisponde a quello di Goretti
«In qualche modo ho già risposto indirettamente durante la visita da Immergas e il giorno della presentazione della squadra. Noi siamo Reggio Emilia, la città dove è nato il simbolo dell’Italia: siamo nella città dei valori, quelli contenuti nella Costituzione. L’articolo 27 dice che ogni cittadino è libero e innocente fino a sentenza definitiva: l’imputato è condannato al terzo grado di giudizio. Se per ogni azione si invoca la Costituzione, non possiamo ignorarla in questo momento. Abbiamo scelto Portanova perché è un giocatore forte: è stata una scelta meditata nel tempo, potremmo dire anche sofferta, ma lui ha il diritto di lavorare come tutti gli altri. Se facesse un altro mestiere, lavorerebbe tranquillamente fino a condanna definitiva. Noi non dobbiamo giudicarlo, la nostra verità sarà quella dei giudici. Non possiamo condannarlo preventivamente, non conosciamo i fatti e non vogliamo saperli: quello che deciderà il giudice sarà la nostra verità. Ci dispiace che questa nostra scelta, presa per il bene della società, possa creare divisioni all’interno della città».

Non pensa che ci possa essere un accanimento nei confronti di Portanova? Potrebbe essere radiato o squalificato per cinque anni, prima di poter eventualmente dimostrare la propria innocenza…
«Non lo so, spero di no. Vedo come la Procura Federale sta gestendo il tema del calcioscommesse e in questo caso Fagioli non è stato condannato: qui credo che abbiano fatto riferimento all’articolo 27 della Costituzione nel quale si afferma che la pena per un colpevole debba essere anche rieducativa. Mi sembrerebbe molto strano che nel caso di Portanova possa arrivare una condanna preventiva, a differenza di altri giocatori che al momento stanno giocando in Serie C. Ma vado oltre…»

Prego.
«Credo che in questo periodo storico in Italia ci sia una perdita generalizzata dei valori, un degrado culturale e morale sotto tutti i punti di vista. Sono preoccupato per l’educazione che devo dare ai miei bimbi. Quando ero giovane i modelli a cui mi ispiravo non sono quelli che hanno i ragazzi di oggi: il mio sogno era laurearmi e sono partito dal Sud per andare a Firenze a studiare e i miei modelli erano architetti importanti, ora mi chiedo quali siano i modelli per i giovani... Forse lo sono i tiktoker, gli youtuber, o chi fa soldi facilmente? Il problema dell’Italia è di crescita culturale, del modo in cui si affrontano i problemi della vita. Nella nostra squadra abbiamo un esempio che è Paolo Rozzio: dopo gli allenamenti va a studiare perché vuole laurearsi, questo è un esempio da seguire. Noi abbiamo bisogno di trasmettere a tutti i nostri tesserati dei valori, magari anche di imporli…».

C’è chi ritiene che la Reggiana, essendo un patrimonio pubblico, dovrebbe prestare maggiore attenzione alle scelte che prende nonostante sia un club privato…
«Ho detto più volte che una squadra di calcio è un bene pubblico, gestito da privati che a fine anno coprono le perdite o dividono gli utili, anche se gli utili finora non li abbiamo visti... Per quanto riguarda Portanova, non si può invocare la Costituzione solo quando conviene. Sinceramente non pensiamo che i nostri calciatori debbano essere un modello per i giovani, ma piuttosto la famiglia: a dare la giusta formazione devono essere in primis i genitori, poi la scuola e anche noi nel nostro possibile, al campo. Un solo calciatore non può macchiare tutto quello che stiamo facendo come società».

Ha mai pensato di cedere le quote con tutte le critiche ricevute di recente?
«Quando si subiscono critiche ingenerose o quando non ci possiamo godere tutte le cose belle, certi pensieri passano per la mente. Non poter festeggiare il momento in cui si calpesta il prato che abbiamo sognato per anni ovviamente ci fa sentire scoraggiati, ma poi ci riprendiamo i nostri spazi. Noi ci sentiamo persone disponibili, che fanno quello che fanno per passione senza nessun altro interesse quindi ci piacerebbe un po’ di comprensione su scelte nostre, private».

Ha idea di quali possano essere le tempistiche della giustizia sportiva nei confronti di Portanova?
«Non abbiamo date certe, ma in ogni caso non parleremo di questo fino alla fine del campionato. Qualsiasi cosa succederà, faremo riferimento alle decisioni dei giudici al terzo grado di giudizio. Portanova è un calciatore importante e forte che ha diritto di lavorare come un qualsiasi lavoratore. Qualunque cosa succederà da qui al 30 giugno non la commenteremo».

Tornando al calcio giocato, qual è il suo giudizio sportivo da tifoso e da presidente su questa stagione?
«Devo dire che in classifica abbiamo i punti che ci siamo meritati. All’inizio ci sono stati tanti infortunati, ma non dobbiamo dimenticarci che sono arrivati 7-8 giocatori nelle ultime ore del mercato e per metterli in forma ci vuole del tempo. I risultati sono lo specchio di questa squadra: sono sicuro che sia stato allestito un gruppo importante per fare un campionato importante, ci vuole pazienza e dobbiamo aspettare il recupero di giocatori importanti. Bisogna dare tutti il giusto valore ai risultati, anche alle sconfitte: un k.o. in Serie B non ha lo stesso peso di una sconfitta in Serie C. Dobbiamo mettere in conto almeno una decina di sconfitte perché è la media delle squadre che si salvano. Preferisco averne 12, 13, 15 in Serie B anziché 2 in Serie C…».

L’unica nota negativa forse è data proprio dai tanti infortuni capitati agli ultimi arrivati…
«Goretti ci ha spiegato che l’unico modo per portare qui alcuni giocatori di Serie A era quello di prendere atleti esclusi dal progetto tecnico dei propri club, da rimettere in condizione. Solo due ragazzi erano infortunati quando li abbiamo presi, gli altri invece hanno avuto difficoltà all’inizio per trovare la condizione giusta e avranno bisogno ancora di qualche settimana di tempo. Lo ripeto, sono arrivati giocatori importanti per la categoria, calciatori che non si erano visti nei 24 anni precedenti…».

Il budget messo a disposizione di Goretti in estate lo ritiene sufficiente anche a confronto delle altre avversarie?
«Sì, la società ha dato al direttore sportivo un budget adatto che gli ha permesso di scegliere 20 giocatori nuovi e avere una rosa molto ampia, ora infatti ci sono 29 giocatori. Il mister e il direttore hanno bisogno che la società faccia loro i complimenti ogni tanto, ringrazio Goretti e il suo vice Pizzimenti per il lavoro immenso che hanno svolto nell’allestire la squadra e nello scegliere uno staff tecnico, medico e atletico nuovi oltre a 20 giocatori: è stato un lavoro immenso. Non diamo retta ai “gufi” che ci vedono da settimo o ottavo posto, dobbiamo solamente pensare a salvarci mantenendo i piedi saldi per terra. Ho letto su alcuni quotidiani nazionali che abbiamo il giovane più utilizzato in Serie B (Bianco, ndr) e abbiamo battuto lo Spezia con tanti giocatori nati dopo il 2000: ciò significa che siamo nella direzione giusta ed è merito di Goretti».

In rosa ci sono ben 14 giocatori in prestito…
«Il primo anno di Serie B è il più difficile, ma i prestiti sono una scelta voluta per non appesantire la società con troppi contratti e magari qualcuno di loro rimarrà con noi. Devo ammettere di essere rimasto sorpreso dalla disponibilità e dall’umiltà di alcuni ragazzi che fino a pochi mesi fa giocavano in Serie A».

Per quanto riguarda i giovani, state tenendo conto del discorso relativo ai minutaggi?
«Sì, è un obiettivo di tutte le società di Serie B. Noi però non facciamo giocare i ragazzi per via del minutaggio, non dimentichiamoci infatti che ci dobbiamo innanzitutto salvare. Bianco, per esempio, gioca perché probabilmente è già pronto per la Serie A e forse è il giovane più bravo nel suo ruolo in tutto il campionato. Se abbiamo portato a Reggio i giovani più bravi, il merito è di Goretti: Bianco era richiesto da tutta la Serie B, se è venuto qui vuol dire che siamo riusciti ad essere attrattivi. Anche Marcandalli gioca perché è bravo, non per il minutaggio». 

Non crede che manchi qualcosa in attacco, magari da colmare a gennaio sul mercato?
«Abbiamo 29 giocatori e per la prima volta ho visto alcuni di loro andare in tribuna. In attacco abbiamo 5 giocatori più Vido che credo tornerà a febbraio quindi possiamo dire che sono 6, volendo 7 contando Girma. Per me siamo coperti in tutti i ruoli e non c’è bisogno di nessuno, nemmeno in attacco. Ci tengo a sottolineare che finora abbiamo incontrato corazzate come Cremonese, Parma, Spezia, Venezia, Como e Palermo quindi secondo noi la rosa è completa, anzi forse andrebbe alleggerita per non mandare dei ragazzi in tribuna».

Con il Sassuolo si può parlare di nuovo rapporto di collaborazione?
«Quest’anno dal Sassuolo sono arrivati quattro giocatori in prestito e come ho detto più volte i rapporti sono eccellenti. Dall’anno scorso è iniziata la collaborazione con l'arrivo Pellegrini e il feeling c’è non solo perché Goretti si trova bene a lavorare con loro, ma anche perché Amadei ha avuto modo assieme a Cattani di incontrare più volte l'ad neroverde Carnevali. Come società non abbiamo mai avuto niente contro il Sassuolo, collaboriamo con loro come con tanti altri club di Serie A o B. L’anno scorso, per esempio, il Modena ci ha dato il giocatore più importante per vincere il campionato, Guiebre, e noi abbiamo ricambiato in estati dandogli il loro centrale titolare cioè Cauz».

Ci può dire quale scintilla è scoccata quando ha conosciuto Nesta?
«Siamo rimasti sorpresi tutti dalla personalità e dalla disponibilità del mister. Il suo lato umano per me è una piacevolissima sorpresa: un campione del mondo che ha giocato ad altissimi livelli così disponibile e umile è difficile da trovare. Voglio mettere in evidenza che il suo lavoro ci sta facendo crescere come società: tutti gli avversari incontrati ci hanno fatto i complimenti per come giochiamo e per il coraggio che ha trasmesso alla squadra. A lui ho sempre detto che a noi interessa la crescita della società e i punti a fine campionato. Ci dobbiamo salvare ma vorremmo anche fare divertire i tifosi che vengono allo stadio. Siamo felicissimi di averlo con noi, lui e tutto il suo staff. Vorrei che i suoi collaboratori si facessero conoscere di più alla città. Nesta deve essere un orgoglio per tutta Reggio: abbiamo portato nella Città del Tricolore un personaggio famoso che lavora 12 ore al giorno per il bene della Reggiana». 

Tornando all’attualità, come ha vissuto la vittoria con il Venezia?
«È stato un successo importantissimo e bello contro una squadra molto fisica che secondo me può puntare al primo posto. Avere vinto contro loro per me ha un valore enorme».

Sabato si va a Piacenza contro la FeralpiSalò, uno scontro diretto per la salvezza…
«Ho visto la partita col Catanzaro e nonostante la sconfitta devo dire che hanno giocato. Ora hanno pure cambiato allenatore, quindi credo proprio che ci daranno filo da torcere. Non sono certamente una squadra materasso. La prossima, quindi, sarà una gara difficile per noi».

 

 

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