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Nesta: «Il Venezia è favorito, ma anche la Reggiana ha bisogno di punti. Playoff? No, penso solo alla salvezza»

«Queste settimane ci sono servite per staccare e recuperare energie fisiche e mentali. Ho un gruppo di ragazzi intelligenti che sanno scherzare ma anche essere seri. Al "Penzo" speriamo di regalare una bella partita ai nostri tifosi e magari...»

30.03.2024 15:30

«Queste settimane ci sono servite per staccare visto che tanti giocatori avevano bisogno di recuperare le forze – ha sottolineato mister Alessandro Nesta alla vigilia di Pasqua, a due giorni dall’atteso ritorno in campo contro il VeneziaLa prima settimana è stata un po' più blanda, la seconda più intensa. La sosta è servita anche per recuperare le energie mentali».

A parte le assenze di Bardi, Crnigoj e Okwonkwo quali novità ci sono dall’infermeria?
«Vido e Romagna sono in ripresa. Vido si allena tutti i giorni con noi, deve soltanto riprendere la condizione. Anche Varela sta rientrando piano piano, vedremo se verrà a Venezia con noi oppure no».

Si è fatto sentire con Kabashi dopo la squalifica?
«Anche i compagni si sono fatti sentire. Ha fatto una grande cavolata e lo sa, per questo ha pagato alla squadra qualcosa. Ora vediamo cosa succederà».

Marcandalli e Bianco come stanno dopo il rientro dagli impegni con le nazionali?
«Sicuramente si sono riposati perché Marcandalli ha giocato solo un tempo (con la Romania, ndr) mentre Bianco non ha proprio giocato quindi direi che si è riposato bene: aveva bisogno di staccare un secondo visto che nell’ultima partita aveva fatto fatica. Ora lo vedo carico».

In allenamento sembra pervadere l’allegria e una sana competizione…
«In alcuni giorni ci arrabbiamo, in altri sorridiamo. Io mi arrabbio a modo mio, per pochi secondi».

Nelle partitelle in famiglia lei che ruolo ha?
«Sono sempre l’arbitro, e mi criticano sempre. Le foto che i giocatori pubblicano spesso servono per creare competizione ma c’è di mezzo anche il gioco. Ho un gruppo di ragazzi intelligenti che sanno scherzare ma anche essere seri».

Dal punto di vista tattico avete preparato qualcosa di diverso in queste due settimane?
«Cerchiamo sempre di capire un po’ la partita che verrà e magari cambiamo qualcosa ogni tanto, una posizione o un movimento. Ma abbiamo la nostra struttura, non ci possiamo inventare chissà cosa».

La doppia punta potrebbe essere un’idea?
«Dipende dai momenti di forma di alcuni giocatori. Abbiamo avuti alti e bassi con le punte».

Blanco come si sta inserendo?
«L’ho utilizzato poco dopo la buona prova condita dall’assist con il Südtirol, però a volte ragiono anche sul peso in mezzo al campo dove non siamo molto fisici quindi faccio fatica a mettere certi giocatori. Però le partite danno certe indicazioni e potrebbe arrivare anche il suo momento».

Lunedì si aspetta di rivedere la solita Reggiana da trasferta?
«Sì, speriamo che ci sia la solita Reggiana fuori casa».

Cosa la preoccupa maggiormente del Venezia?
«È una squadra forte e fisica che punta ad andare in Serie A, quindi ora ha bisogno di spingere. Hanno un bomber da 18 gol (Pohjanpalo, ndr) e anche chi entra è forte».

Giocare in uno stadio così particolare come il “Penzo” potrebbe essere una fonte di distrazione per i suoi giocatori?
«Giochiamo in uno stadio unico al mondo visto che ci si arriva via mare, poi Venezia è una città stupenda. Ma quando fischia l’arbitro non conta più dove sei, pensi solo all’avversario e al pallone e tutto quello che si trova intorno conta meno».

Si può dire che la Reggiana non avrà niente da perdere e loro saranno costretti a vincere?
«Sulla carta il Venezia è indubbiamente favorito, ma dobbiamo fare punti anche noi. Siccome non siamo una squadra scontata, quando si può bisognare fare punti».

Portare più di 700 tifosi in trasferta il lunedì dell’Angelo non è mai scontato…
«In trasferta c’è sempre una magia particolare perché i tifosi sono tutti uniti. Siamo contenti e speriamo di regalare loro una buona partita e magari festeggiare insieme alla fine…».

La scomparsa del piccolo Diego che sensazione vi ha lasciato?
«È un argomento brutto, siamo genitori anche noi ed è successa una cosa bruttissima quindi siamo vicini alla famiglia. Non so come si potrebbe reagire in un momento del genere, di sicuro avremo una motivazione in più quando scenderemo in campo».

Rozzio in settimana ha confessato che lo rende molto orgoglioso essere riuscito a farle cambiare idea nei suoi confronti…
«Ha ragione. All’inizio non era titolare, ma ha dimostrato grande forza mentale e con i fatti si è ritagliato lo spazio che ha meritato sul campo».

I leader nello spogliatoio, come può essere Rozzio, servono davvero?
«Per me gli “anziani” aiutano tutti: la squadra, i compagni e l’allenatore. Credo siano indispensabili nei gruppi sani dove conta solo l’obiettivo finale, anche se giochi poco, ma anche in quelli meno sani».

Il presidente Salerno invece pensa ai playoff…
«Io spero sempre che il campionato finisca dopo 38 giornate. Volo basso, sono concentrato sulla salvezza perché oggi possiamo pensare solo a quella».

Quota 43 punti la ritiene ancora un traguardo rassicurante?
«Per me andava bene, però se dietro vincono tutte i numeri cambieranno. Noi dobbiamo restare sempre sul pezzo, cercando di portare a casa il più possibile».

Di recente hanno lasciato il segno le dimissioni di Sarri dalla Lazio: qual è il suo pensiero sulle dimissioni degli allenatori?
«Dipende sempre dai motivi che ci sono dietro, a Sarri non so cosa sia successo. A volte capsici che non sei più accettato o non credono in te, oppure ci sono grandi litigi con la proprietà o i dirigenti. Perdere un contratto, specialmente se importante, non è facile. A chi lo fa, tanto di cappello».

Non pensa che ci siano troppi esoneri nel calcio italiano?
«Dove si guadagna meno, come in Serie B, è più facile mandare via la gente. Ad ogni modo se una squadra va male cacciano l’allenatore, sarà sempre una cosa normale».

Ha mai pensato di essere a rischio?
«Si rischia sempre, se perdi tante partite di fila poi…».

 

 

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