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Diana: «Dobbiamo giocare con entusiasmo ma senza euforia per non perdere contatto con la realtà»

«Contro il Pontedera ci saranno alcune novità. Mi aspetto una gara molto attenta da parte loro, dovremo renderci maggiormente pericolosi da fuori e sulle palle inattive»

24.10.2021 15:30

Terza gara in nove giorni per la Reggiana, chiamata domani sera ad affrontare il Pontedera sul suo campo per difendere il primo posto dalle inseguitrici, Cesena e Modena su tutte.

«Abbiamo un problema con Laezza che avverte fastidio al ginocchio, quindi non vogliamo rischiarlo - ha sottolineato mister Aimo Diana nel corso della consueta conferenza stampa della vigilai - Contessa non è ancora al 100%, dobbiamo decidere se portarlo via con noi oppure no».

Ci sono aggiornamenti sulle condizioni di Venturi e Del Pinto?
«Del Pinto è stato operato e l'intervento è andato molto bene. Venturi deve osservare ancora un periodo di riposo ed effettuare ulteriori esami di controllo, ma sta bene: è venuto a festeggiare con noi dopo l’ultima partita che ha visto dallo stadio. Nel suo caso, non è ancora il momento di affrettare il recupero…».

A Pontedera potremo vedere qualche soluzione particolare come quella utilizzata contro l’Ancona nel primo tempo con Lanini in fascia?
«Lo spunto me l’aveva dato Baresi e abbiamo portato avanti quell’idea perché sapevamo che avendo maggiore verticalità potevamo metterli in difficoltà. Negli ultimi giorni ho pensato a diverse soluzioni con interpreti diversi, anche perché c’è un po’ di stanchezza: a volte i giocatori non si rendono conto che possono fare tante cose. Bisogna avere sempre coraggio e quando hai la squadra sottomano capisci che si possono mettere in campo certe dinamiche…».

Ci sarà un turnover robusto?
«Robusto no, ma qualcosa cambieremo visto che non tutti sono al top. Nella terza partita ravvicinata si può subire qualcosa sul finale quindi avere qualcuno in più da schierare in quei frangenti è certamente utile». 

È forse arrivato il momento di Scappini e Sorrentino dall’inizio?
«Per quanto riguarda Sorrentino devo dire che, come tutti i giocatori alla prima esperienza, ha avuto bisogno di tempo per annusare la categoria: ha preso botte e insulti, ora è pronto se non dall’inizio almeno a subentrare. Allenare Scappini invece è incredibile: mi diche che cinque minuti è disposto a giocarli sempre. Ammiro la sua corsa verso la Curva Sud dopo il gol e il professionismo dimostrato che viene dalla sua precedente esperienza in granata. Se solo tutti avessero la speranza di fare gol sempre e in ogni occasione come lui… Per questo motivo lo ammiro e mi è dispiaciuto non essere riuscito ad inserirlo a Grosseto».

Domani che Pontedera si aspetta di trovare?
«Sappiamo che i nostri avversari vengono da tre risultati non positivi, quindi credo giocheranno una gara molto attenta ma onestamente non so esattamente cosa aspettarmi. Mi preoccupa maggiormente quello che dobbiamo fare noi e anche gli altri si devono preoccupare di noi. Ci vuole un pensiero positivo e coraggioso, ma è chiaro che qualcosa potremo concederlo».

Non la preoccupa l’idea di ritrovarsi davanti ad un muro schierato a protezione dell’area di rigore come a Grosseto?
«Dobbiamo farci l’abitudine, ma non è sempre così. L’Ancona, per esempio, non l’ha fatto ed è venuta qui per giocarsela a viso aperto. Il Pontedera lo conosco bene affrontandolo da tre anni e so che, nonostante le problematiche, alla lunga riesce sempre a rialzare la testa. I toscani hanno una rosa giovane, ma con diversi elementi esperti importanti».

Quale lezione vi ha insegnato la precedente trasferta toscana?
«Nessuna lezione perché ogni gara ha le sue peculiarità. Sappiamo che il nostro modo di giocare porta gli avversari a difendersi molto, quindi dovremo provare ad essere più incisivi anche con le soluzioni da fuori area e sulle palle inattive».

La vittoria del Cesena, ora a pari punti con la Reggiana, vi mette pressione?
«A me personalmente no, ma c’è da fare un distinguo importante. Se viviamo le gare con entusiasmo credo che non perderemo mai il contatto con la realtà, se invece dovesse subentrare l’euforia sarebbe un bel problema. Ci vuole grande entusiasmo e grande attenzione, ma non euforia altrimenti si rischia di non rendersi conto che ci sono anche altre squadre che stanno facendo bene come noi. Se si perde il contatto con la realtà poi si storce il naso per il pareggio di Grosseto o un eventuale risultato non positivo a Pontedera. Lo ripeto, ci vuole entusiasmo ma l’euforia la lasciamo giustamente ai tifosi».

Dieci giornate sono alle spalle: qual è il suo bilancio di questa prima parte di stagione?
«Abbiamo un’impronta chiara della squadra e di quello che può fare: dobbiamo solamente mantenere questo percorso con grande attenzione. Ci sono anche altre avversarie come Cesena o Modena in risalita e i risultati di ieri dimostrano quanto sia difficile la Serie C. Le squadre che si devono salvare iniziano a trovare una quadra e ho l’esperienza per dire che, più si va avanti, più le formazioni di medio livello trovano l’attenzione giusta per portare a casa punti importanti».

Si può dire che finora la panchina lunga è stata la sua arma in più?
«Sì, è davvero importante portare 20 giocatori ogni volta in panchina e avere delle scelte». 

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