Fracchiolla: «La Reggiana è un club dal futuro importante. Giovani e appartenenza, così cresceremo»
«Bonetti, Portanova, Papetti e Girma sono alcuni dei ragazzi su cui punto tanto. Dionigi è un grande lavoratore, rappresenta la reggianità. Amadei è splendido, un padre di famiglia capace di coinvolgere tutti: non sono sicuro che voglia lasciare...»

Direttore sportivo della Reggiana da pochi mesi, Domenico Fracchiolla si sta rapidamente inserendo nel mondo granata con idee chiare e grande entusiasmo. Nelle interviste rilasciate a Gazzetta di Reggio e Il Resto del Carlino, il dirigente pugliese classe '84 ha tracciato un bilancio delle prime giornate di campionato, raccontando il suo percorso e la sua visione per il futuro del club.
IL MOMENTO DEI GRANATA. «Il bilancio va sempre fatto in base al calendario e agli avversari affrontati - spiega il ds granata - e la Reggiana ne ha avuti di tosti: Palermo, Catanzaro, Spezia, Juve Stabia, Cesena, Empoli. Mancano ancora 36 punti alla salvezza, quindi dobbiamo restare con i piedi per terra». Il derby vinto al “Manuzzi” ha acceso l’entusiasmo, ma Fracchiolla invita alla cautela: «Vincere a Cesena cambia un po’ le prospettive, ma per noi resta una gara da tre punti. L’importante è come si reagisce alle sconfitte, e questa squadra ha dimostrato di saperlo fare». Sabato prossimo, al “Città del Tricolore” arriverà il Bari: una sfida speciale per lui, cresciuto proprio nel vivaio biancorosso. «Per me sarà una partita molto sentita - ammette - È la società che mi ha lanciato nel professionismo. Sono forti, non meritano la loro classifica, ma noi dovremo pensare a fare la nostra partita». Sul fronte degli infortunati, Fracchiolla confida di recuperare presto elementi importanti: «Sampirisi tornerà in gruppo la prossima settimana, vedremo se riusciremo a portarlo in panchina a fine mese e lo stesso vale per Rozzio».
ROSA, REGGIANITÀ E IL LEGAME CON AMADEI. Da uomo di calcio formatosi nel settore giovanile, Fracchiolla ha un’attenzione speciale verso i giovani. «Il Settore Giovanile della Reggiana è un aereo che deve ancora decollare. Ci sono grandi potenzialità, ma inespresse. Abbiamo un centro sportivo da urlo e un bacino importante, anche sull’Appennino: credo che chi cresce in montagna abbia più fame degli altri». Il dirigente spinge per un’apertura internazionale: «Mi piacciono molto i francesi, ne abbiamo presi tre per la Primavera e sono forti. E guardo anche ai sudamericani con doppio passaporto». Tuttavia, sottolinea, «serve più senso di appartenenza: la Reggiana è la Reggiana. Quando lavoravo nei settori giovanili facevo di tutto, anche riempire le borracce. Oggi vorrei vedere più spirito di sacrificio». Particolare soddisfazione per la crescita di Motta, portiere classe 2005 promosso titolare: «È stata una scelta convinta. Ha qualità importanti, farà i suoi errori ma il ragazzo è valido. Alle sue spalle ci sono comunque due portieri esperti come Seculin e Saro». Il rapporto con mister Davide Dionigi è uno dei punti di forza dell’attuale progetto: «Lo stimo molto, è un grande lavoratore e legge bene le partite. Dice le cose in faccia, non è un doppiogiochista e rappresenta perfettamente la reggianità». Con lui, scherza Fracchiolla, «ultimamente siamo riusciti anche a fare un po’ di “cazzeggio”: una cosa scaramantica, ma riguarda la tavola. A entrambi piace mangiare, e credo che si veda». Il dirigente guarda avanti con ambizione: «Non voglio imitare il Cittadella, la Reggiana ha una storia e una struttura molto diverse: un centro sportivo di alto livello, seimila abbonati, sponsor appassionati e uno stadio tra i più belli d’Italia. È un salotto che invoglia a venire a vedere le partite». La fiducia nella squadra è totale: «Credo che questa Reggiana abbia le potenzialità per stupire e raccontare a fine stagione delle belle storie. Bonetti, Portanova, Papetti e Girma sono solo alcuni dei ragazzi su cui punto tanto». Su Girma è netto: «Ha qualità importanti, deve solo prenderne coscienza». Su Portanova: «È un giocatore da Serie A». Grande stima anche per il patron Romano Amadei: «È una persona splendida, un padre di famiglia capace di coinvolgere tutti. Gli devo molto, come a Salerno, Cattani e Fico per avermi voluto qui». E a proposito della possibile cessione societaria, Fracchiolla si mostra prudente nei confronti di Amadei: «Non ne sarei così sicuro, non mi stupirei se restasse ancora al comando». Lo sguardo, comunque, resta rivolto al futuro: «Il sogno è raggiungere gli obiettivi, a partire dalla salvezza. La Reggiana è un club con potenzialità enormi. Dobbiamo solo continuare a crescere con equilibrio e ambizione».
IL BACKGROUND. L’ex dirigente di Bari e Virtus Francavilla racconta di aver sempre avuto la vocazione per questo mestiere: «Non sono mai stato un giocatore, e per fortuna... A 14 anni mi voleva il Bari, ma mio padre mi disse: “Sei scarso”. Aveva ragione». A 18 anni smise di giocare per iniziare il percorso dirigenziale, fino al salto nel calcio professionistico nel 2014 con il Bari di Paparesta: «Il mio sogno era rifare il “Bari dei baresi”, ma non ci riuscii. È la mia più grande amarezza». Dopo l’esperienza con la Virtus Francavilla, l’approdo alla Reggiana: «Il presidente Salerno sa che mi piace puntare sui giovani, scoprire talenti e creare plusvalenze per arrivare al pareggio di bilancio. Ho messo in pratica le direttive della società e abbiamo già risparmiato oltre un milione di euro rispetto alla scorsa stagione». Fracchiolla si descrive come «una persona perbene che deve prendere decisioni per il bene della società». E aggiunge: «Se ti fai coinvolgere dai sentimenti, non puoi fare questo mestiere. Per questo non divento mai amico dei giocatori: stima e rispetto sì, amicizia no». Sul temperamento in panchina ammette: «Protesto solo quando sono certo di aver subito un torto. Mi arrabbio con razionalità, anche per proteggere allenatore e giocatori: meglio che venga espulso io piuttosto che loro».