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Kabashi: «Ora abbiamo capito cosa vuol dire indossare questa maglia. Dovevamo rimboccarci le maniche e ripartire»

«Sono qui da tempo e sento maggiori responsabilità: è giusto che sia da esempio per i più giovani. Il gol? Non è un'ossessione, arriverà. Finché mister e società saranno contenti delle mie prestazioni sarò la persona più felice del mondo»

26.12.2023 21:15

Da quando ha ripreso il suo posto tra i titolari, la Reggiana ha trovato due vittorie su due partite: sarà solo una coincidenza? Elvis Kabashi anche contro il Catanzaro ha ripreso in mano le chiavi del centrocampo granata - con tutte le responsabilità che questo ruolo comporta - e spera di tornare presto anche al gol.

Che Reggiana hai ritrovato dopo oltre 40 giorni lontano dal campo?
«Per me è stato un periodo particolare in cui sono successe tante cose ma ne sono uscito alla grande grazie all’aiuto della famiglia e dei compagni. A livello di squadra ultimamente ci eravamo persi, ma ora abbiamo capito cosa vuol dire indossare la maglia granata. Il mister ci ha raccontato che l’autista (Lillo Gaspari, ndr) era teso prima di questa partita e in vent’anni di carriera non gli era mai capitato di vedere un autista così teso. Questo ci ha fatto capire quanto tutti tengano alla nostra causa: dall’autista, al fisioterapista, al dottore... Dovevamo rimboccarci le maniche e ripartire nel modo giusto».

La Reggiana ha quindi trovato la giusta mentalità per arrivare alla salvezza?
«Me lo auguro, ma bisogna capire che la Serie B è un campionato difficile e non bisogna mai mollare. Con le vacanze staccheremo un po’ ma dopo torneremo a lavorare intensamente per prepararci al meglio: nel girone di ritorno chi è più preparato vince le partite».

Sei stato il primo a festeggiare con i tifosi a fine partita…
«Sono qui da più tempo e sento maggior responsabilità addosso. Posso prendere fischi o applausi, non ho problemi a metterci la faccia. È giusto che sia da esempio, soprattutto per i più giovani. Bisogna far capire che questa è una società importante composta da persone serie».

Come ti trovi a centrocampo in coppia con Bianco?
«Lui ha grandi qualità e tra noi cerchiamo di fare delle giocate provate in allenamento. Il mister vuole che giochiamo sempre, anche rischiando quando siamo sotto pressione. La nostra squadra palleggia tanto e credo che l'identità si stia vedendo bene».

Ti manca non aver ancora trovato il primo gol stagionale?
«Non la vivo come un’ossessione, anche se ci provo sempre. Credo comunque che arriveranno come è successo l’anno scorso in cui ho segnato anche gol pesanti. Spero prima o poi di sbloccarmi».

Hai dimostrato di essere un giocatore di Serie B, quando a inizio anno qualche tifoso non ne era tanto convinto…
«Io penso solo a dare sempre tutto per questa maglia e non mi importa cosa dicono gli altri. Finché mister e società saranno contenti delle mie prestazioni, io sarò la persona più felice del mondo».

Come vivi l’atmosfera di questo stadio in una partita come quella odierna che ha fatto registrare il record stagionale di affluenza?
«Innanzitutto ci tengo a ringraziare i tifosi venuti a Bolzano che ci hanno fatto davvero sentire tutto il loro calore. Per quanto riguarda questa partita, sappiamo di giocare in uno stadio importante che ci dà sempre quel qualcosa in più. Contro il Catanzaro sono anche arrivati i tre punti, perciò speriamo di continuare su questa strada».

Sei uno dei pochi reduci della Reggiana che ha vinto il campionato di Serie C: sei ancora in contatto con loro e cosa pensi di questa squadra rinnovata?
«Innanzitutto ringrazierò sempre i vecchi compagni per la stagione passata e con molti di loro sono ancora in contatto. L’anno scorso la nostra forza era il gruppo: c'era un grande legame tra noi ed è merito anche loro se oggi siamo qui. Per quanto riguarda i cambiamenti che ci sono stati, si sa che chi è del mestiere fa delle scelte e non sta a noi giudicarle. Le scelte sono state importanti ma direi che hanno portato anche dei risultati. È giusto che ora si pensi al presente».

Pensi mai a una convocazione nella nazionale albanese?
«Penso a fare il mio meglio in campo. Arrivare un giorno in Nazionale per me sarebbe il coronamento di un sogno».


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