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Fiamozzi si presenta: «Ho colto l'occasione che mi ha offerto la Reggiana. Posso dare tanto alla squadra»

«Ho assicurato al direttore la mia professionalità: mi sono sempre allenato, devo solo tornare al 100%. Gli ultimi mesi non sono stati facili: la nascita di mio figlio mi ha aiutato molto. Fascia destra o sinistra? Sono duttile, posso adattarmi»

19.01.2023 17:00

Dalla Serie A alla Serie C, con l'obiettivo di tornare subito in Serie B. Riccardo Fiamozzi ha le idee chiare e anche se nel suo primo impatto con Reggio Emilia e la Reggiana cerca di mantenere un profilo basso, sa perfettamente che in granata è chiamato a fare bene dopo una prima parte di stagione passata lontano dai campi di gioco per colpa di alcune intricate dinamiche di mercato. E il contratto fino al 2024, con possibilità di prolungamento automatico, testimonia l'importanza dell'investimento fatto dal club granata.


Quando hai sentito parlare della Reggiana per la prima volta?
«A inizio gennaio sapevo che c’era un interessamento, poi con il passare del tempo i contatti si sono intensificati e si è realizzato il tutto».

Ti immaginavi di fare un salto diretto dalla Serie A alla Serie C?
«Non ci avevo proprio pensato, poi per viarie dinamiche del mercato si è presentata questa occasione e l’ho voluta cogliere».

La permanenza nella massima serie o almeno in Serie B non era un’opzione praticabile?
«L’Empoli era un capitolo chiuso già alla fine dello scorso campionato, sapevo che sarebbe finita la mia avventura perché in estate hanno fatto un bel ricambio. Ho avuto tante richieste dalla Serie B poi per motivi che io e il mio agente conosciamo bene, ma che non voglio affrontare, non si è concretizzato nulla e alla fine sono rimasto a casa…».

Avevi mai vissuto sei mesi da svincolato?
«In passato mi era capitato di rimanere senza squadra solamente per due mesi. La nascita a settembre del mio primo figlio è stata la mia ancora di salvezza. Mentalmente mi teneva sempre distratto quindi pensavo a lui e non alla mia situazione». 

Sei riuscito ad allenarti con altre squadre prima della chiamata della Reggiana?
«Purtroppo no, ma ho assicurato al direttore Goretti la mia professionalità: mi sono sempre allenato con un personal trainer in palestra e in un campo vicino a casa, anche con l’aiuto di qualche ragazzo della zona. Facevamo sempre allenamento variando stimoli e tipologie. Ora con la squadra mi mancano certe cose però serve solo del tempo per rimettermi in forma al 100%».

Pensi di riuscire a entrare in forma subito?
«Dovrei, anche perché mi sono fatto il mazzo in questi mesi. È una caratteristica mia di professionista, sapevo che nel momento in cui mi avesse chiamato una squadra mi sarei dovuto far trovare subito pronto. L’anno scorso in Serie A con l'Empoli ho collezionato 12 presenze, l’anno prima come vice capitano ho giocato sempre fino a marzo. A livello di infortuni mi sono fermato a settembre per quasi due mesi per un problema muscolare, ma è stato l’unico fastidio importante che ho avuto».

Già questa domenica potremmo vederti in azione?
«Mi sono sempre allenato, quindi sì. Se ci sarà bisogno non mi tirerò indietro».

Che tipo di giocatore sei?
«Penso di sapere fare tutto e col passare degli anni mi sono completato e sono maturato. All’inizio ero più offensivo e difendevo male, ora magari faccio una diagonale difensiva in più anziché una corsa in avanti». 

Quali sono i tuoi punti di riferimento come giocatori o allenatori?
«Onestamente non ho un punto di riferimento come giocatore. Come allenatori ne ho conosciuti parecchi che mi hanno dato tanto, in primis Castori quando avevo 18 anni poiché è stato lui ad avviare la mia carriera (nel Varese, ndr). Oddo a Pescara stravedeva per me, al Genoa Gasperini ha avuto il coraggio di buttarmi dentro in Serie A senza problemi. Anche Dionisi, Liverani e Andreazzoli sono stati dei bei allenatori per me».

Perché pensi che la Reggiana ti abbia voluto prendere, anche se l’obiettivo principale era un esterno mancino?
«Penso per ambizione e perché posso comunque dare tanto alla squadra, magari non immediatamente. A sinistra ci posso giocare e da quanto sto iniziando a capire la Reggiana ha un tipo di gioco che non è molto schematico e lineare».

In difesa quindi puoi giocare sia a destra che a sinistra?
«In Serie A ho giocato sulla sinistra e ho fatto anche il terzo dietro con Gasperini al Genoa. Sono eclettico, mi ritengo abbastanza duttile e intelligente e mi so adattare».

A livello tattico ti puoi adattare al 3-5-2 di mister Diana?
«In carriera sono stato prevalentemente terzino di una difesa a quattro, ma ho giocato come quinto sei mesi in Serie B a Frosinone, nella stagione in cui abbiamo perso la finale playoff. Anche a Genoa nel 3-5-2 o 3-4-3 di Gasperini, quindi conosco il modulo».

Hai già avuto modo di vedere all’opera la Reggiana?
«Le sue partite no, ma i risultati li ho seguiti sempre. So che qui si punta a fare bene, poi dopo le cose vengono da sé. Io la penso così: se hai in testa una cosa sola, pensare solo a quella può togliere anziché dare». 

Cosa ti aspetti dalla Serie C?
«È un campionato che non conosco bene, ma me ne ne stanno parlando i compagni e per quel poco che so è tosto perché le squadre che si affrontano badano al sodo. In casa grazie anche al nostro campo ci possiamo esprimere in una certa maniera, quando si va invece su certi campi bisogna un po’ cambiare».

Com’è stato il tuo primo impatto con lo spogliatoio?
«Ho capito subito di trovarmi in un gruppo forte e affiatato che vuole lavorare bene. Se negli ultimi due anni la Reggiana ha fatto un determinato percorso evidenziato dai numeri, i motivi ci sono. La base per vincere è questa e lo posso testimoniare in prima persona visto che di campionati ne ho vinti tre. È necessario avere un gruppo sano e competitivo che vuole solo fare bene e aiutarsi».

C’era già qualche compagno che conoscevi?
«Solamente Capone con il quale avevo giocato assieme per sei mesi (al Pescara, ndr). Gli altri ragazzi invece non li conoscevo».

Il tuo contratto in scadenza nel 2024 ha delle clausole di uscita in caso di chiamate dalla Serie A?
«Ci sono alcune clausole per andare via a determinate condizioni, ma ora penso di fare un bel percorso insieme alla Reggiana. Sono qui per un progetto a lungo termine».

Cosa ti aspetti da Reggio Emilia?
«Me l’hanno raccontata come una città dove si sta bene, piena di vita. Poi la Via Emilia è famosa».

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