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Eberini non si fida del Santarcangelo: «Gli avversari hanno imparato a conoscerci, domani non sarà facile vincere»

La conferenza stampa del tecnico granata alla vigilia di Reggiana-Santarcangelo

16.02.2018 13:00

«Siamo pronti e carichi per questa partita - ha sottolineato mister Sergio Eberini questa mattina - Qualcuno ieri non ha svolto la parte finale dell'allenamento per preservarsi da qualche problema muscolare come Genevier e Spanò, vedremo di valutare le loro condizioni nel pomeriggio».

La partita di San Benedetto è servita a voi e ai tifosi per rimettere un po' i piedi per terra?
«La squadra di Capuano era davvero tosta, ci pressaava sin dall'inizio per non farci giocare. Dopo un brutto primo tempo ed un inizio di ripresa rivedibile, le cose sono andate meglio...».

Avete mai pensato di cambiare modulo?
«No, perché il lavoro svolto negli ultimi mesi è sempre stato improntato sul 4-3-3 e credo che andremo avanti così fino alla fine, a meno che non si rilevino dei problemi nella fase difensiva. I nostri centrocampisti sono molto liberi di spostarsi per il campo e così fanno anche i due esterni d'attacco che non hanno i movimenti classici del 4-3-3».

In casa non potete permettervi di sbagliare perché in trasferta si fatica molto...
«Nel nostro stadio siamo favoriti dal campo e dal pubblico quindi riusciamo ad esprimerci benissimo. Fuori casa c'è sempre da combattare specialmente ora che nessuno vuole lasciare punti per strada: a meno che non si trovino delle situazioni favorevoli che sblocchino subito il risultato, tutti faranno in modo di non farci giocare come la Samb».

Il Santarcangelo sulla carta non è alla vostra portata, ma resta un avversari da non sottovalutare...
«Prima della sconfitta col Padova stava ottenendo risultati importanti. Credo che le 13 partite che ci mancano saranno difficili sotto tutti i punti di vista, oramai gli avversari ci conoscono e sanno come metterci in difficoltà».

Cattaneo sta acquistando piano piano i 90 minuti. Vignali invece?
«Anche lui lavora a grande intensità. Prenderemo di volta in volta le decisioni giuste su chi schierare: ora che è tornato anche Spanò abbiamo un'altra scelta difficile da prendere. Faremo sempre in modo di mettere tutti in campo a seconda di come giocheranno gli avversari».

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importante della Serie C: non vi ha messo in difficoltà con le vostre scelte?
«No perché decidiamo sempre in funzione di come i giocatori hanno lavorato in settimana. Ci sono più difficoltà ora che abbiamo tante scelte, ma non ci vuole fretta di cambiare: tutti devono lavorare e farsi trovare pronti quando verranno chiamati».

Non ci vuole fretta anche contro il Santarcangelo...
«Sì, bisognerà avere pazienza. La scorsa settimana i romagnoli hanno annullato bene la fase offensiva dei patavini proponendo uno schema a specchio anche se alla fine hanno perso 3-1. Sono convinto che domani ci aspetti una gara molto tosta...».

Le statistiche parlano di 7 vittorie consecutive in casa: le era mai capitato in carriera?
«Forse quando allenavo la Berretti e vincevamo tutto, oppure quando conquistammo la finale play off con il Cuneo. Da allora sono passati tanti anni, oggi è più difficile vincere e fare filotti del genere in tutti i campionati. Il problema principale è mantenere una continuità nei risultati».

Il Padova è davvero irraggiungibile?
«Tanti avversari del nostro girone sperano che prima o poi si fermi. Io ho visto giocare i biancoscudati contro il Santarcangelo e dalla panchina hanno inserito giocatori più forti di quelli che erano in campo: secondo me solo loro possono perdere questo campionato. Noi dopo ogni partita guarderemo al risultato del Padova, senza illuderci troppo...».

Nel giro di pochi giorni Feralpi, Triestina e Pordenone hanno cambiato panchina...
«Non è una segnale positivo per noi, secondo me adesso hanno trovato nuove motivazioni per proseguire il campionato. Diventa sempre più difficile a questo punto fare previsioni su quale sarà la seconda o la terza forza del campionato. L'inizio ad handicap ha inciso sul morale e l'ambiente granata poi ci siamo risollevati, ma oggi non siamo più una sorpresa e diventerà sempre più difficile vincere».

Un suo commento sul Mirabello che è da poco tornato nelle mani della Reggiana?
«È un pezzo importantissimo della nostra storia: sono felicissimo di averci giocato per 5 anni e mi auguro che questo nuovo utilizzo ne valorizzi il valore sentimentale, soprattutto se torneremo a giocare su quel campo».

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