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Bianco: «La partita con lo Spezia può dire molto. Dobbiamo restare tranquilli perché la pressione è su di loro»

«La Reggiana è una squadra strana, possiamo vincere o perdere con chiunque: dipende tutto da noi. Battendo lo Spezia saremmo mezzi salvi, ma il successo non deve essere un'ossessione. Mi piacerebbe vincere un trofeo e giocare gli europei Under 21»

14.03.2024 19:30

Dopo Satalino, anche il centrocampista 21enne Alessandro Bianco è stato protagonista davanti a telecamere e microfoni della stampa approfittando dell'evento di presentazione della rinnovata partnership tra la Reggiana e Transcoop. L'atleta di proprietà della Fiorentina è senza peli sulla lingua, ma resta abbastanza abbottonato sul suo futuro.

«Fa sempre piacere quando viene apprezzato il lavoro che si fa ma, come si dice, chi si loda s'imbroda - ha sottolineato il giocatore classe 2002 - Abbiamo ancora due mesi poi se dovesse andare bene mi godrò le vacanze, ma sul prossimo anno non dico nulla perché sono abbastanza scaramantico. Non faccio previsioni, deciderò assieme alla Fiorentina».

A Catanzaro avete avvertito un profumo di salvezza?
«Siamo una squadra strana: perdiamo partite e non so come facciamo, poi arrivano delle imprese come a Bari o Catanzaro… Sinceramente non saprei dire quali possiamo vincere o perdere in questo momento: siamo tutti attaccati in classifica e fortunatamente, nonostante le nostre poche vittorie, le altre squadre non corrono. Adesso dobbiamo vedere se vogliamo provare a fare qualcosa in più dell'obiettivo di inizio stagione (la salvezza, ndr) o se riusciamo a raggiungere la matematica salvezza e accontentarci di questa. Dipende tutto da noi».

A parte la sofferenza finale, vi siete divertiti al “Ceravolo”?
«Nella ripresa ci siamo divertiti di meno, ma ci sono partite in cui domini e subisci due gol e altri in cui il primo tiro va dentro. Rispetto ad altre volte siamo stati bravi a resistere dopo il vantaggio, difendendoci con il coltello tra i denti. Nelle ultime quattro partite abbiamo segnato pochi gol ma ne abbiamo subiti pochi: per me il bicchiere è mezzo pieno dopo questi pareggi».

Era da cinque partite che non venivi ammonito, però il tredicesimo giallo alla fine è arrivato…
«Quando protesto con l'arbitro è perché mi faccio prendere dalla foga del momento, ma a inizio stagione ho preso ammonizioni più stupide…».

Pensi che quella con lo Spezia possa essere la partita spartiacque della stagione?
«Se dovessimo vincere la posizione cambierebbe di poco dentro quel gruppone, ma potremmo essere mentalmente più sciolti e potremmo dire di avere un piede già dentro la salvezza. Giocando a mente libera riescono giocate diverse quindi non si sa mai… Lo ripeto, siamo una squadra strana».

È più una partita da vincere o da non perdere?
«Soprattutto da non perdere: non va vissuta come se fosse la partita della vita perché con tanta pressione addosso si rischia di fare male. Bisogna restare tranquilli mentalmente, è lo Spezia che ha più pressione addosso. Noi dovremo essere bravi a saper gestire la gara e a non uscire mai dalla partita. La vittoria non deve essere un'ossessione».

Però è dal 26 dicembre che la Reggiana non vince in casa…
«Per adesso ha pesato un po': c'è questo sassolino che vorremmo togliere ma non siamo ancora riusciti. Mi auguro che sabato possa essere la volta buona».

Finora hai giocato 27 partite accumulando 2300 minuti, mancando solamente con Venezia e Como: ti aspettavi di avere questo rendimento?
«Sono venuto qua con l'intento di giocare, ma anche un po' alla cieca perché non conoscevo la categoria e la squadra. È il mio primo anno come professionista a livello di minuti e responsabilità».

In quale ruolo ti stai trovando meglio?
«A centrocampo per me è abbastanza indifferente, ma preferisco giocare a due o mezzala anziché da play classico davanti alla difesa».

Il tiro è un particolare che devi curare meglio?
«Due o tre volte potevo fare qualcosa in più. Diciamo che se arrivassi a quattro o cinque gol stagionali mi riterrei soddisfatto, restando fermo a due come ora no».

A Reggio come ti sei ambientato?
«Qui sto benissimo, è tutto a portata di mano e c'è un ambiente tranquillo e non caotico. A parte le rotonde che sono un po' troppe…».

Fare il centrocampista ti rende felice?
«Sì, per me è il ruolo più bello del mondo».

C'è un giocatore al quale ti ispiri?
«Il mio modello è Barella dell'Inter: è l'unico giocatore di cui ho la maglietta incorniciata».

Pensi di essere un giocatore plasmato più dal lavoro o dal talento?
«Credo di essere un mix di entrambe le cose: non sono un giocatore che si alza alle sei della mattina e va ad allenarsi in palestra… Preferisco avere un po' di svago e staccare dal calcio anche mentalmente ogni tanto».

Cosa sogni?
«Sarebbe bello vincere un trofeo, uno qualsiasi. Ho provato questa emozione nelle giovanili alzando Tre Coppa Italia e una Supercoppa con la Primavera della Fiorentina».

L'Under 21 azzurra ti cerca ancora?
«Andrò in ritiro domenica, per adesso è arrivata la pre-convocazione, la terza dopo il debutto con gol contro San Marino. L'Under 21 è una nazionale abbastanza seria, il mio obiettivo è quello essere convocato per il campionato europeo del 2025».

 

 

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