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Ripartire dalla Serie D? Un'utopia con l'attuale proprietà

La mancata iscrizione al campionato di Serie C comporterebbe la perdita del titolo sportivo da parte della famiglia Piazza

26.06.2018 11:00

Lo striscione apposto dalle Teste Quadre davanti all'ingresso della sede di via Mogadiscio

Un auto-declassamento di categoria non ha precedenti nella storia del calcio italiano a livello professionistico, pertanto l'ipotesi paventata da Alicia Piazza nell'ufficio del sindaco prima e davanti ai tifosi poi appare alquanto irrealizzabile. In linea teorica la società che volesse effettuare tale tipo di richiesta dovrebbe innanzitutto essere in regola col versamento dei contributi federali, ma l'ultima parola spetterebbe comunque alla FIGC che potrebbe declinare la proposta oppure declassare il club ma non necessariamente nella categoria inferiore (la Serie D nel caso dei granata) bensì in Eccellenza. Il passaggio dal mondo professionistico a quello dilettantistico inoltre comporterebbe lo svincolo automatico di tutti i giocatori sotto contratto e ovviamente non consentirebbe la cancellazione dei debiti pregressi senza passare prima da un fallimento dichiarato dal Tribunale.

«I Piazza non possono non iscrivere la squadra alla C e ripartire dalla D - spiega l'ex Assessore allo Sport Mauro Del Bue - Perderebbero di conseguenza il titolo sportivo. Se non fanno fallire la società non possono non pagare i debiti precedenti, compresi quelli per lo stadio con Mapei, e neppure i giocatori. Non potrebbero infine giocare al Mirabello perché tale impianto non solo non è a norma per la Serie D, mancando un settore riservato agli ospiti, ma è di proprietà del Comune e se la società perdesse il titolo sportivo perderebbe anche i diritti di gestione che passerebbero al gruppo secondo classificato all’asta».

In tutta questa confusione, l'unica certezza è che entro sera scadrà il termine per presentare una dichiarazione scritta nella quale si attesta il regolare pagamento di tutti gli emolumenti dovuti fino a maggio 2018 a tesserati, dipendenti e collaboratori e figure professionali con compensi assoggettati ad IVA. Il mancato rispetto di questa prima scadenza comporterebbe una penalizzazione in classifica da scontare nel prossimo campionato, ma su questo punto non dovrebbero esserci problemi. La scadenza più delicata però è quella del 30 giugno: entro sabato infatti andrà depositata la richiesta di ammissione al prossimo campionato di Serie C comprensiva di 5.000 € di quota associativa e 55.000 € di quota partecipativa (pagabile in rate mensili da 5.000 con acconto di 25.000) senza dimenticare il deposito di una fideiussione da 350.000 €, l'importo economicamente più importante e sul quale si gioca il futuro della Reggiana.

L'incontro (confermato dalle parole del presidente) previsto in giornata tra Mike Piazza e la cordata di imprenditori che sarebbe pronta a dare una mano ai coniugi americani è un passaggio fondamentale nella conclusione di questo impasse che tiene sotto scacco i tifosi granata da troppo tempo.

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