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Diana: «A Grosseto non sarà semplice, dovremo essere più sostanziosi e pareggiare la voglia degli avversari»

«In campo potrebbe esserci qualche rotazione. La gioia di essere in vetta? Non ci facciamo prendere dall'euforia, dobbiamo tenere alta la concentrazione»

15.10.2021 17:00

Tornato a piene forze dopo l'indisposizione accusata nello scorso weekend, mister Aimo Diana è pronto a guidare la Reggiana contro il Grosseto dalla panchina con rinnovato vigore e con la saggezza che fin qui ha contraddistinto la sua gestione. 

Mister, come sta la squadra?
«Stanno tutti bene, a parte gli infortunati di lungo corso come Venturi e Del Pinto. Abbiamo recuperato Scappini che è tornato ad allenarsi mercoledì, così come ci sarà Anastasio. Ho un paio di giocatori da valutare domattina, ma grosse problematiche non ce ne sono».

Ci sono dei cambiamenti di formazione in vista?
«Stiamo valutando qualcosa visto che ci sono due o tre situazioni da verificare. Abbiamo una coppia di giocatori per ciascun ruolo, quindi nella valutazione delle tre gare ravvicinate ci sta fare qualche ragionamento. Il precedente turno infrasettimanale con la Carrarese ci ha dato l’indicazione di chi può e non può sostenere tre partite di fila».

Finora Libutti è stato poco utilizzato: una sua scelta tecnica?
«Tante volte ho preferito effettuare un cambio tattico perché ho visto che sugli esterni non riuscivamo a sfondare. Libutti ho avuto modo di allenarlo cinque anni fa (al Melfi, ndr) quindi conosco bene il suo valore: sono convinto che sarà tra i giocatori che daranno grande sostegno alla squadra nel momento del bisogno. Lui è un ragazzo molto disponibile, presto entrerà e darà il suo contributo».

Ha degli aggiornamenti su Venturi?
«Deve ancora osservare una settimana di riposo a casa, poi vedremo. Nel suo caso non c’è una prassi precisa: dovrà sostenere degli ulteriori controlli poi tornerà in campo e in quel momento inizierà una seconda fase di recupero».

In porta pensa di avere le spalle coperte?
«Sì, Voltolini si sta comportando bene e anche Marconi in panchina mi sembra abbia una buona prospettiva. In attesa del rientro di Jack siamo coperti e non ci poniamo dei problemi».

Ha parlato con Rosafio dopo le tre giornate di squalifica?
«Non gli ho detto nulla perché era evidente che il suo non fosse un intervento così grave da meritare tre giornate, anzi forse era da ammonizione. Non mi è ben chiaro l’iter che porta a questa sentenza pesante, intanto aspettiamo il ricorso: saremo certamente contenti se sarà accolto; se non dovesse esserlo, fino a lunedì prossimo non lo rivedremo. Rosafio è un giocatore che ha sempre bisogno di continuità, quindi è un peccato non poterlo utilizzare ma per fortuna ci dà una mano il turno infrasettimanale, così accorcia un po’ la squalifica…».

Contro il Grosseto che sfida vi attende?
«Ho molta stima di mister Magrini: ha un’idea chiarissima della squadra, lavora benissimo con i giovani e nella scorsa stagione si è visto un grande calcio. Proprio per questo motivo non mi faccio abbagliare dai risultati negativi della squadra in questa prima parte di campionato, inoltre ho visto che il loro spirito è cambiato dopo l’ultima vittoria a Viterbo nei festeggiamenti e nelle parole dell’allenatore. Ci aspetta quindi una gara molto difficile: noi potremo prevalere se ci metteremo pari a loro come voglia e convinzione».

Pareggiando la voglia di vincere con gli avversari, questa Reggiana potrà sempre prevalere?
«Se si è prima in classifica si pensa di avere qualcosa in più rispetto agli avversari, ma sappiamo benissimo che non è così semplice. Ho sempre detto che dobbiamo pareggiare la voglia degli altri, poi ce la giochiamo. Questo deve essere il nostro leitmotiv. Contro l’Olbia ho visto qualche atteggiamento che non mi è piaciuto, dobbiamo essere un po’ più sostanziosi». 

Essere primi in classifica può avere degli effetti controproducenti nella testa dei giocatori?
«Ovviamente fa piacere e sono contento che ci sia grande entusiasmo, ma non lo viviamo. Abbiamo la consapevolezza che stiamo facendo bene e anche quella che ogni partita ha le sue difficoltà: dobbiamo mantenere alto il livello degli allenamenti e fare trapelare poco la felicità, perché in un attimo può cambiare tutto. Gli obiettivi sono ancora lontani, bisogna quindi mantenere la concentrazione alta».

Cicli vincenti come quello attuale li ha già vissuti?
«Sì, anche l’anno scorso con il Renate avevamo vinto 5-6 partite di fila ma era un contesto completamente diverso. Adesso dobbiamo essere bravi nel mantenere la striscia positiva e il risultato della settimana è molto influente. L’allineamento dell’ambiente è importante e deve sempre essere uguale nel bene o nel male. Se anche nei momenti negativi dimostreremo di avere un buon allineamento squadra-tifosi-società, vorrà dire che siamo veramente uniti».

I tifosi sono sicuramente dalla vostra parte: a Grosseto vi accompagneranno circa in 300… 
«Certe trasferte sono difficoltose ma è sempre un piacere averli al nostro fianco, specialmente quando portiamo a casa il risultato. Sono enormemente contento del loro supporto e li ringrazio per essere sempre con noi».

Vincere nel finale come accaduto a Pescara e contro l’Olbia, cosa significa?
«Significa che è importante mantenere sempre la gara aperta. Mantenendo il giusto equilibrio si può riaprire una gara anche al novantaseiesimo minuto. La nostra bravura fino ad oggi è stata quella di tenere sempre le partite aperte, evitando magari di andare sotto di due gol, difficili da recuperare».

Pensava che la sua Reggiana potesse avere un avvio di stagione così positivo?
«L’auspicio era questo. Cammin facendo ci siamo accorti che il livello di rendimento all’inizio era basso, quindi abbiamo capito che un miglioramento importante sarebbe arrivato, poi abbiamo dovuto attendere la fine del mercato. In estate ci siamo preparati per capire alla fine cosa servisse veramente. A dire il vero qualcosa sembra che manchi sempre ma deve essere così: non tutta la rosa ha ancora dato il suo e sono fiducioso che si possano fare ancora delle cose importanti…».

Ora che le avversarie conoscono bene la vostra forza, deve inventare qualcosa di nuovo tutte le settimane?
«Non sono un allenatore che inventa calcio. Ogni settimana si cerca di valutare la squadra avversaria e lo stato di condizione dei nostri giocatori: qualcuno dopo 8-10 partite può avere delle flessioni, quindi qualche rotazione ci può essere. È necessario mantenere il rendimento alto quindi tutti ci devono mettere del loro, chi prima e chi dopo come dissi già in estate. I giocatori sono tutti più o meno sullo stesso livello anche se qualcuno non ha svolto la preparazione: magari adesso qualcuno che prima non giocava potrebbe partire dall’inizio…».

La Reggiana viene descritta come una squadra dalla grande forza mentale: cosa significa per lei?
«Posso immaginare che una squadra con una certa esperienza come la nostra abbia una capacità di lettura importante anche nei momenti meno favorevoli. Io e il mio staff conosciamo bene la Serie C e sappiamo che le partite sono lunghe e si può sempre cambiare in corsa. La forza mentale arriva anche dai risultati positivi ottenuti».

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