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Cigarini: «In questa fase del campionato le vittorie sono più importanti delle prestazioni»

«Abbiamo rimesso in discussione una partita che poteva essere chiusa prima con il terzo gol: dobbiamo ancora crescere. Giocare ogni tre giorni? Per me è la testa a fare la differenza»

20.02.2022 22:45

Dopo aver rifiatato ad Olbia, Luca Cigarini è tornato regolarmente al suo posto in mezzo al campo contro il Grosseto e proprio come in Sardegna dal suo piede è partito il lancio vincente che questa volta ha permesso a Contessa di festeggiare la prima rete in granata.

Tre partite in una settimana, tre squadre diverse in campo, tre punti in ogni gara. E’ questa la vostra forza?
«Sì, vincere le partite da qui in avanti sarà sempre più complicato però siamo un’ottima squadra e lo stiamo dimostrando da inizio campionato. In questo momento è più importante la vittoria della prestazione. Ci sono alcuni momenti della partita in cui domini e altri in cui l’avversario prende campo, però nel complesso va bene così».

Primo tempo praticamente perfetto, nella ripresa invece c’è stato un calo fisico della Reggiana o è il Grosseto che è venuto fuori?
«Non credo ci sia stato un calo fisico da parte nostra. Il Grosseto era sotto di due gol e ormai non aveva nulla da perdere perciò ha fatto un’ottima pressione offensiva, cercando i presupposti per rendersi pericoloso, seppur in attacco non abbiano creato molto. Noi potevamo far meglio soprattutto in qualche ripartenza. Se avessimo trovato subito il 3-0, credo che la partita si sarebbe chiusa lì. Invece loro hanno trovato un bel gol, nato da un ottimo lancio e in questo aspetto dobbiamo ancora crescere: rimettere in discussione partite del genere, può crearti il rischio di doverla pagare».

Al contrario della trasferta di Olbia, oggi sei tornato titolare. Come stai fisicamente?
«Prima di Olbia avevo parlato con mister Diana e insieme avevamo valutato che era meglio non giocare dall’inizio. Ad ogni modo un giocatore deve essere intelligente e se non si sente al 100%, meglio che faccia un passo indietro e dia spazio ad altri. Questo vale soprattutto in una squadra come la nostra dove non c’è differenza tra titolari e riserve. Io ormai mi conosco e ho tanti anni di esperienza e sapevo di non essere al top per quella partita, perciò in accordo con il mister è stata presa quella decisione».

Il bel gol di Contessa è nato da un tuo grande assist. E’ frutto di uno schema?
«Sì, in quel momento il loro difensore centrale è scivolato e ho visto Sergio partire con un bel movimento, perciò per me è stato abbastanza semplice offrirgli quella palla».

Anche tu sei andato vicino alla prima rete in maglia granata: è un tuo obiettivo personale o in realtà non ci pensi?
«Sinceramente se continuiamo a vincere, il gol non mi interessa. E’ normale che se dovesse arrivare, sarei molto felice. In ogni caso non mi cambia molto e se avessi segnato il gol del 4-1, mi importava poco. Meglio che i gol li facciano gli attaccanti».

Lanini ha sbloccato la partita da calcio piazzato: esiste una gerarchia per le punizioni?
«Eric è uno specialista ma lo è anche Rosafio e se c’è bisogno, le calcio anch’io. In questo caso non c’è una gerarchia e le calcia chi se la sente. Per esempio, nel secondo tempo Rosafio mi ha chiesto di battere anche perché era una posizione ideale per il suo sinistro. Il fatto che l’abbia sbagliata, non significa che non ne calcerà altre. Siamo in tanti specialisti per le punizioni e in allenamento ci alleniamo sempre a batterle».

Il duello col Modena può diventare davvero una battaglia di nervi?
«Credo che sarà così. Non nascondo che oggi siamo andati a vedere il risultato del Modena prima del nostro riscaldamento. Questo può causare qualcosa a livello mentale, sia per noi come per loro. Perciò dovremo essere più bravi anche in questo aspetto».

Come si fa a giocare una partita ogni tre giorni?
«Da parte mia è tutta una questione di testa. Qui sto bene e tutta la squadra mi fa sentire importante e questa è la cosa migliore. Durante la partita cerco sempre di gestirmi, ma soprattutto so di avere dei compagni fantastici che danno sempre l’anima in campo».


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