Viali: «Ho visto una Reggiana contratta, con poca energia. Sconfitta dura da digerire, ora bisogna reagire»
«Non c’è equilibrio tra le occasioni create e i gol fatti, così come tra quanto subiamo e i gol incassati. Non possiamo giocare queste partite col freno a mano tirato. Nella ripresa siamo cresciuti, i nostri tifosi meritavano un risultato diverso»

Dopo la sconfitta di Cosenza, mister William Viali analizza la prestazione della sua squadra, sottolineando le difficoltà nei momenti chiave della gara e la necessità di essere più concreti sotto porta. Il tecnico granata invita a guardare avanti con determinazione, consapevole che il percorso verso la salvezza è ancora lungo e tortuoso.
Mister, quali sono le prime sensazioni dopo questa sconfitta pesante?
«Ancora una volta non siamo stati bravi negli episodi, e questo pesa. Non era una partita da perdere. Siamo partiti contratti, ma nei primi 25 minuti, pur senza giocare bene, avevamo concesso al Cosenza solo un cross, eppure siamo andati subito sotto. E questo mi fa arrabbiare. Il problema è che non c’è equilibrio tra quanto costruiamo e quanto raccogliamo, né tra quanto subiamo e i gol che incassiamo. Peccato, perché era uno scontro diretto fondamentale. Dopo il gol abbiamo iniziato a giocare, colpendo anche una traversa. Nella ripresa abbiamo attaccato a testa bassa, prendendo pure un palo, e nel complesso la squadra non meritava di perdere. Con tutta la pressione messa in campo, bisogna fare gol…».
La Reggiana è parsa poco brillante…
«Nel primo tempo eravamo contratti, questo è evidente. Penso a Reinhart, che a Catanzaro aveva fatto una gara straordinaria e a Cosenza ha faticato a trovare le distanze sulle seconde palle. E lui non è un giocatore superficiale. Ho provato a cambiare l’inerzia della gara togliendo un centrocampista, e nella ripresa abbiamo fatto sicuramente meglio. Ma serve più cattiveria sotto porta. A Catanzaro l’avevo detto con più serenità, perché comunque avevamo portato a casa un punto prezioso contro una squadra di alto livello, ma il principio resta lo stesso: raccogliamo troppo poco rispetto a quello che creiamo».
Forse è un problema più mentale che tecnico?
«È una situazione complicata da analizzare, perché se riuscissimo a leggerla bene, potremmo evitare certi cali. Quello che è certo è che ci aspettano ancora tante partite, e non possiamo affrontarle col freno a mano tirato. Dobbiamo ritrovare quell’energia che in altre occasioni abbiamo dimostrato di avere».
L'aspetto nervoso si può allenare?
«Si può mantenere l'attenzione alta in tutti gli allenamenti, però nelle partite delicate diventa più complicato. Ma abbiamo dimostrato di uscire spesso da queste situazioni, dobbiamo riuscirci anche ora».
La sua squadra continua a fallire gli scontri diretti…
«Se ci si preoccupa di uno scontro diretto a dieci partite dal termine, significa non avere capito cosa sono i finali di campionato: tutte queste partite si decidono sotto l'aspetto nervoso. Un approccio del genere non possiamo averlo».
Ora vi attendono quattro gare di fila in casa contro squadre più attrezzate: può essere uno stimolo per ripartire?
«Tutto dipende dalla mentalità, non dal valore dell’avversario. Penso alla gara d’andata col Sassuolo: alla fine avevamo creato più occasioni di loro, eppure non abbiamo portato a casa punti. Il momento dei complimenti è finito. Già a Catanzaro non ero soddisfatto, perché voglio sempre il massimo. Figuriamoci dopo questa gara…».
La Reggiana saprà rialzarsi?
«Dobbiamo farlo, senza esitazioni. Finora siamo stati bravi a restare fuori dalla zona calda, ma il nostro obiettivo è chiaro. Aspettiamo i risultati di domani, ma la nostra mentalità deve restare la stessa: non mollare di un centimetro. Accettare questa sconfitta è dura, ma reagire è l’unica cosa che conta adesso».
A fine gara c'è stato un confronto tra squadra e tifosi sotto il settore ospiti: cosa è successo?
«Siamo andati là perché era giusto farlo, considerando la lunga trasferta e l’importanza della partita. Avevamo una responsabilità in più, i nostri tifosi meritavano un risultato diverso ed è naturale che si possano creare situazioni del genere».