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Diana: «Ai playoff dobbiamo essere protagonisti. Vogliamo regalare ai tifosi un’ultima soddisfazione…»

«In questi 20 giorni ho chiesto ai ragazzi di allenarsi con la massima intensità, nessuno si deve gestire. Troppo ottimismo? No, è consapevolezza nei nostri mezzi. E sappiamo bene che non ci sarà nulla di scontato...»

29.04.2022 14:30

Archiviato il finale di campionato, per la Reggiana è arrivata l’ora di riattaccare la spina e iniziare a entrare nell’ottica playoff in vista del debutto che avverrà il prossimo 17 maggio. Aimo Diana questa mattina ha fatto il punto della situazione dalla sala stampa del club in via Brigata Reggio, a poche ore dall’allenamento congiunto che vedrà impegnati i granata domani pomeriggio a Rolo.

Mister, come ha trovato i giocatori dopo questa breve pausa?
«Bene. Già stavano bene prima di Teramo, quando sapevamo che le speranze di vincere il campionato erano poche ed eravamo già predisposti a ritrovarci il mercoledì successivo per preparare i playoff. Non possiamo non essere sereni e orgogliosi di noi stessi. Ora abbiamo un programma ben definito per arrivare al 17 maggio».

Cosa farete, di preciso?
«Non abbiamo bisogno di fare richiami particolari perché eravamo anche prima in un ottimo stato fisico e mentale. Sicuramente cercheremo di creare più situazioni vicine al campo e alle partite, con un buon confronto fisico. Sulla tattica ormai abbiamo già lavorato abbastanza, poi mancano riferimenti sugli avversari da affrontare sui quali lavorare. Abbiamo programmato lavori specifici sotto il profilo della forza per mantenere la condizione. Non dobbiamo pensare di preparare sei partite ma due, ma ci sarà un punto di domanda che ci porteremo fino alla fine. I miei giocatori sanno cosa devo affrontare e conterà molto la voglia di ridimostrare che siamo forti e che dobbiamo renderci protagonisti».

Per arrivare preparati giocherete amichevoli di alto livello?
«Dopo il test di sabato a Rolo riprenderemo gli allenamenti lunedì, poi mercoledì 4 maggio affronteremo in una partitella la Primavera di Elvis Abbruscato e sabato prossimo credo andremo a Verona contro la Virtus Vecomp per un test un po’ più significativo e di livello. Infine, ci approcceremo alla settimana che ci porterà alla prima partita con un’amichevole contro il Lentigione di giovedì (12 maggio, ndr) dove faremo le ultime prove e credo avremo la squadra quasi al completo per proiettarci ai playoff che prenderanno il via il martedì successivo. Ho dato io le indicazioni per giocare contro squadre “amiche”, ma saranno partite vere contro avversari veri. Ringrazio la Primavera che ci ha dato la massima disponibilità per fare una partitella aggiuntiva quando vogliamo».

Riprendere la stagione dopo uno stop di 20 giorni quali insidie nasconde?
«Onestamente non ho preoccupazioni particolari, spero solo di arrivare al 17 maggio con la rosa al completo. Ho chiesto ai ragazzi solo una cosa: non voglio vedere nessuno che si gestisce, le due ore al campo devono essere di altissima intensità e serenità. Piano piano si alzerà da sola la concentrazione, ma in questo periodo non bisogna assolutamente gestirsi o fare allenamenti a bassa intensità. Mi auguro di arrivare al 17 maggio in buono stato fisico e mentale, al resto ci penseranno loro perché hanno dimostrato di saper sbagliare poco».

Vietato gestire il pareggio nel primo turno?
«Conoscete bene la nostra squadra, non abbiamo nel DNA la gestione. In base all’avversario vedremo che strategia adottare, ma il compito nostro ora è osservare chi non conosciamo: come staff ci siamo divisi le squadre da studiare, guardiamo soprattutto quelle del girone C e A poiché ci sono realtà che non conosciamo bene e man mano depenneremo le squadre che non ci interessano. Quando prenderanno il via i nostri playoff inizieremo un campionato a 8 e noi dovremo essere i migliori tra quelle 8 squadre».

Tanta convinzione di fare bene da parte dei suoi giocatori, come traspare nelle ultime interviste, la preoccupa?
«No, è consapevolezza nei propri mezzi. I ragazzi si sono dati un tono dopo aver perso il campionato all’ultima partita, ora sappiamo cosa possiamo fare, nel bene e nel male, quindi non mi preoccupano le loro dichiarazioni anzi sono convinto che non ci tremeranno le gambe quando torneremo in campo».

In tutto l’ambiente reggiano si respira grande ottimismo: forse è troppo?
«Mi piace che ci sia ottimismo. Dentro le nostre mura sappiamo perfettamente che la strada da percorre è stretta, per noi e per gli altri. Le forze in campo secondo me sono abbastanza paritarie, quindi di scontato non ci sarà nulla. Durante una partita possono succedere cose imponderabili come abbiamo visto in campionato; speriamo siano il meno possibile e che un po’ di fortuna ci venga incontro. Ci sentiamo un po’ in credito con lei: quest’anno abbiamo preso forse 20 pali…».

Vincere i playoff per la seconda volta in tre anni, secondo lei è possibile?
«Sono successe talmente tante cose quest’anno che può succedere di tutto. Due anni fa la realtà era diversa ma era uguale per tutti e la Reggiana ha vinto in quella realtà, ora è tutto cambiato e dobbiamo provare a vincere».

Pensa che alla fine arriveranno in fondo le squadre più quotate?
«Le squadre seconde classificate di solito arrivano in fondo, poi sorprese incredibili come l’AlbinoLeffe un anno fa possono capitare. L’outsider c’è sempre, non saprei dire chi potrebbe essere. Mi aspetto anche che le più forti di ciascun girone facciano bene, chi ha investito di più non a caso è in alto. Noi stiamo osservando tutti per essere pronti a qualsiasi squadra capiterà da affrontare, con grande rispetto ma senza paura».

Facciamo un passo indietro: la differenza fra Modena e Reggiana alla fine quale pensa sia stata?
«Hanno fatto la differenza i due punti in più ottenuti grazie a una loro vittoria rispetto a un nostro pareggio. Scegliete voi quale. Ce n’è stata una clamorosa ma non torniamoci sopra. I commenti da Modena nei nostri confronti sono positivi, penso solo sia un po’ esagerato affermare di avere stravinto il campionato. Loro nei confronti miei e della squadra hanno speso buone parole e noi abbiamo fatto altrettanto. Nonostante un derby combattuto fino alla fine, almeno nelle parole è finito bene. Forse per la prima volta in carriera ho invidiato un avversario, sul viaggio di ritorno da Teramo…».

Passiamo sul personale. Si appresta a iniziare i playoff per la quarta volta: cosa avranno di diverso dai precedenti?
«Con il Renate sono sempre partito dal terzo turno, con la Sicula Leonzio dal primo come decimo classificato, uscendo contro il Cosenza che poi li avrebbe vinti. Sicuramente questi playoff sono diversi e cambiano le aspettative: non mi tiro indietro nel dire che dobbiamo essere protagonisti».

Sarà quindi una nuova esperienza anche per lei?
«Assolutamente, anche se l’attesa e sentimenti provati sono più o meno simili. Anche a Renate ho creduto fino alla fine di poterli vincere».

Il pubblico potrà rivelarsi un fattore determinante ancora una volta?
«Sicuramente. Io non ho dubbi sul fatto che i tifosi si mobiliteranno anche ai playoff dopo averlo fatto per tutto l’anno. La vera vittoria di quest’anno è proprio questa. Ho sentito alcuni commentatori chiedersi cosa succederà se andremo a Palermo, ma vedremo anche cosa succederà quando verranno qui da noi. La nostra tifoseria non è da meno rispetto alle altre. A Teramo si è vista una dimostrazione d’affetto che i nostri giocatori hanno apprezzato molto. Siamo riusciti a creare un’unione d’intenti importante. Ora speriamo di dare ai tifosi l’ultima soddisfazione, quella più importante».

Nella Final Four farà il suo debutto il VAR: è contento?
«Sì perché dà maggiore sicurezza. Mi sembra giusto che in Serie C le società che hanno investito milioni di euro abbiano una garanzia in più nella fase topica della stagione. Noi però pensiamo ad arrivare in semifinale e a guadagnare il VAR…».

Ai ragazzi della difesa cosa direbbe in vista del VAR?
«Forse direi loro di prestare maggiore attenzione in area, ma basta un accenno. Le squadre non sono abituate a questa tecnologia, quindi spero in un buon senso anche da chi verrà ad arbitrare le nostre partite altrimenti il rischio è quello di fischiare un rigore ad ogni angolo».

Spera anche di trovare i migliori arbitri?
«Così come ci saranno le squadre migliori, verranno i miglior arbitri reputati tali».

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