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Nesta: «L'obiettivo resta la salvezza, ma con il Genoa non abbiamo nulla da perdere. Ce la giocheremo»

«Siamo in emergenza e la testa va al Lecco, ma chi giocherà a Marassi farà bene perché ha l’opportunità di crescere. Il clima di festa tra le tifoserie ci rasserena. La Lazio agli ottavi? Se i ragazzi mi dovessero portare all'Olimpico...»

31.10.2023 15:45

La vittoria di sabato a Piacenza è alle spalle, all'orizzonte c'è già il prossimo scontro-salvezza con il Lecco ma in mezzo arriva l'intrigante sfida di Coppa Italia con il Genoa: domani a Marassi, in un clima di grande festa, la Reggiana di mister Alessandro Nesta proverà a replicare lo “scherzetto” già fatto al Monza in agosto, consapevole di avere di fronte un avversario di tutto rispetto e che il vero obiettivo da raggiungere è un altro.


Mister, la gara di Coppa Italia con il Genoa diventa utile per chi ha pochi minuti nelle gambe, ma i giocatori a disposizione non sono tantissimi…
«Siamo in emergenza, soprattutto in difesa. Szyminski non è grave ma non parte con noi così come Kabashi che ha la febbre, poi ci sono altri giocatori fermi. Ad oggi ho solamente due centrali di ruolo, vedremo come sfruttarli e non “ucciderli”…».

L’obiettivo è comunque quello di onorare il torneo? 
«Certamente. Chi giocherà farà una grande partita, ne posso cambiare anche 11 rispetto a sabato ma sono certo che ce la giocheremo. Non garantisco il risultato, ma abbiamo poco da perdere. Come dissi prima di Monza, questa gara dà l’opportunità di mettersi in evidenza e andare avanti in una competizione che sarà vinta da una big. Tutto quello che viene ci renderà orgogliosi, ma l’obiettivo primario resta quello della salvezza. Domenica con il Lecco ci attende una gara importante quindi dobbiamo arrivarci bene».

Agli ottavi ci sarebbe la Lazio…
«Ho messo un premio alla squadra se mi faranno anche solo sedere all’Olimpico: sarei grato di offrire la cena a tutti. Dico questo per far capire che ci tengo e che andiamo a Marassi per provarci e passare il turno ma con la testa anche al Lecco perché non bisogna arrivare scarichi a domenica, sarebbe un problema…».

Avrà abbastanza tempo per pensare al Lecco?
«Penso sempre a tutto».

Domani Bardi si accomoderà in panchina?
«Si, al suo posto giocherà Satalino».

A centrocampo potrebbe toccare a Melegoni e Da Riva e davanti a Lanini e Varela?
«Sì, qualcuno di loro giocherà. Questa partita è un’opportunità per tutti e tutti devono ritagliarsi il giusto spazio. Chi entrerà farà un’ottima gara, sono fiducioso. Il morale è alto da parte di tutti i giocatori e speriamo che tutti possano avere una giornata di gloria ed essere contenti».

Portanova, considerato l'epilogo della sua passata stagione al Genoa, giocherà tranquillamente?
«Con lui ho parlato e ci siamo confrontati, mi ha detto che è tutto ok. Andiamo e vediamo, ma non ho ancora deciso se farlo giocare o meno».

Il clima amichevole tra le tifoserie dovrebbe aiutare a creare un’atmosfera di festa…
«I gemellaggi li ricordo con piacere anche da calciatore, noi andiamo là sereni. Questo è l’ambiente giusto che ci deve essere, non quanto capitato a Fabio Grosso in Francia (ferito al volto dopo un assalto dei tifosi del Marsiglia al pullman del Lione, ndr). Ci stanno gli sfottò e altre prese in giro, ma con Grosso siamo andati oltre…».

Che effetto le farà ritrovare Gilardino da avversario, in panchina?
«Il “Gila” è un grande amico, con lui ho condiviso le vittorie in Champions League e Coppa del Mondo, è un ragazzo doro e un amico importante. Tra di noi c'è un buon rapporto, sarà strano ritrovarci contro in panchina. Sono curioso…».

Queste partite di coppa servono per capire se una squadra è davvero mentalizzata?
«Io mi aspetto, e sono sicuro, che la squadra proverà a fare la partita senza sfigurare. Nel nostro gruppo gli esempi sono Cigarini e Rozzio che si sono sempre allenati bene e quando li ho chiamati in causa dopo tanto tempo hanno risposto positivamente. Il “Ciga” a 37 anni si allena sempre e quando lo mando in campo risponde presente: si allena e cura il suo corpo in maniera esemplare, spero che gli altri ragazzi prendano ispirazione da lui e da Rozzio».

Tornando al campionato, cosa ha dato a lei e alla squadra il 3-0 di Piacenza?
«Oltre ai tre punti, la continuità. Abbiamo fatto cose buone e altre meno buone, ci sono certezze e altri aspetti in cui crescere: sicuramente siamo migliorati nelle conclusioni in porta e nella pericolosità offensiva ma va gestita meglio la partita quando si ha il risultato a favore, bisogna saper abbassare i ritmi al momento giusto e fare male all’avversario quando è in difficoltà. Ad ogni modo sono contento di come stiamo crescendo».

Qual è il suo bilancio delle prime 11 giornate di campionato?
«Abbiamo avuto tanti infortuni che hanno portato dei disagi ma tutto sommato il percorso fatto è giusto, non bisogna dimenticare che siamo una neopromossa con 20 giocatori nuovi. Abbiamo fatto la nostra parte ma il cammino è ancora lungo e bisogna durare nel tempo e, se possibile, migliorarci».

Quanto pensa di essere maturato negli anni come allenatore?
«Più alleni e più accumuli esperienza, io sono sempre lo stesso così come lo staff che è rimasto con me a parte qualche variazione. A Perugia abbiamo fatto un buon lavoro e Goretti ci ha portato a Reggio perché si ricordava di noi».

In questi giorni fanno molto discutere alcuni atteggiamenti di giocatori famosi in campo con i propri allenatori…
«La mia generazione è cresciuta a calci nel sedere, con questa generazione invece servono le parole e i ragazzi vanno aiutati. Io non accetto un certo tipo di atteggiamento nei miei confronti, ma non è il caso della Reggiana perché qui sono tutti ottimi ragazzi. Ognuno deve avere rispetto davanti a tutti e bisogna sapersi confrontare da uomini».

Lionel Messi è stato premiato con l’ottavo Pallone d’Oro: è davvero lui il più forte di tutti i tempi?
«Quando mi chiedevano chi fosse il più forte giocatore incontrato rispondevo sempre dicendo che era Ronaldo, il Fenomeno. Ma se si va a pesare la carriera e la durata nel tempo, Messi è il più forte della storia…».

 

 

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