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La Rosa e Tedeschi: «Ora c'è empatia con i giocatori, Mestre banco di prova importante»

La conferenza stampa dei tecnici granata alla vigilia di Mestre-Reggiana

14.10.2017 15:00

Superato lo scoglio del debutto a Santarcangelo e arrivati i primi tre punti in casa col Vicenza, ora la coppia di allenatori La Rosa-Tedeschi si appresta ad affrontare la difficile trasferta di Portogruaro contro il Mestre, neopromosso dalla D ma con ambizioni d'alta classifica come dimostrano anche i 12 punti raccolti in queste prime giornate.

Che notizie arrivano dall'infermeria?
La Rosa: «Nessuna perdita e nessun guadagno: Rosso, Rozzio e Genevier non sono a disposizione ma in dirittura d'arrivo».

In attacco c'è molta abbondanza...
Tedeschi: «Compiere delle scelte è un onere e un onore per chi fa l'allenatore. L'attacco al momento è il reparto più affollato dove c'è tanta qualità, purtroppo qualcuno dovrà stare fuori».

C'è stata grande euforia dopo la vittoria di lunedì sera...
Tedeschi: «Sì, ce n'era tanta perché i ragazzi avevano grande pressione addosso. Pensiamo di aver gestito in maniera normale questa settimana, speriamo che i ragazzi non sottovalutino l'impegno di domani». «L'euforia ti fa allenare con più intensità - aggiunge La Rosa - Non è per forza un aspetto negativo...».

Che avversario è il Mestre?
La Rosa: «Non è una squadra da prendere sottogamba. Ha valori importanti e una rosa costruita per dimostrare di poter valere la categoria e forse raccogliere qualcosa in più. Contro la Reggiana ci terranno a fare bella figura, il loro valore va al di là del blasone che portano».

Ne sono consapevoli i vostri giocatori?
Tedeschi: «Se non fosse così saremmo punto e a capo. Per noi e soprattutto per loro è un banco di prova importante, sanno di affrontare degli avversari rognosi ed esperti con elementi di grande qualità come Zecchin, Sodinha, Neto Pereira e capitan Perna. Se fatti giocare liberamente, gli arancioneri possono dare molte noie».

Confermerete il 4-3-1-2 votato all'attacco?
La Rosa: «Non è questione di modulo ma di identità: al di là di chi gioca, si difende e si attacca in maniera complessiva. Il modo in cui si interpreta la partita fa la differenza; mi pare che lunedì sera col Vicenza tutti abbiano giocato assieme in attacco e in difesa».

Il futuro cosa vi riserva?
La Rosa: «Se ci dicessero che dobbiamo continuare saremmo disponibilissimi a farlo. Il direttore Magalini è tutti i giorni con noi, la società sa bene che deve prendere una decisione ma ora ci interessa relativamente perché pensiamo ad una gara alla volta e questo è utile anche per i ragazzi». «Remondina è stato uno dei primi a scrivermi dopo la gara col Vicenza - aggiunge Tedeschi - Mi ha fatto i complimenti e ha detto che secondo lui abbiamo messo un dubbio in più alla società...».

Com'è cambiato il vostro rapporto con i giocatori in queste due settimane?
La Rosa: «Ci siamo conosciuti meglio. I risultati aiutano, ma l'onestà del gruppo è quella di essersi messo a disposizione come se fosse arrivato un allenatore navigato. I giocatori scrutano, riflettono e fanno le loro considerazioni; noi abbiamo la sensazione che si sia stabilita una buona empatia tra le parti».

Molto giocatori sostengono che con voi in panchina è cambiato in meglio il modo di giocare della squadra...
La Rosa: «Sostanzialmente abbiamo portato la nostra idea di calcio secondo la quale se non si fa giocare la squadra avversaria è più difficile che riesca a farci del male. Il piano partita con il Vicenza era di togliere all'undici di Colombo alcune certezze e rompergli le uova nel paniere fin dal calcio d'inizio. Giocando qualche metro più avanti c'è la possibilità di rendersi ulteriormente pericolosi; ovviamente bisogna essere più concentrati nella fase difensiva e tenere la squadra molto corta. La nostra idea è di continuare su questa strada anche nelle prossime partite ed essere maggiormente propositivi con e senza palla».

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