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Capone si presenta: «Mi è stata data tanta fiducia e voglio ripagarla. A Reggio posso fare un salto di qualità»

«Ho accettato la Reggiana perché questa sfida mi intriga: spero di tornare in Serie B tra un anno. In attacco posso ricoprire tutti i ruoli: voglio dimostrare di essere un giocatore importante. Cambiaghi? Sarebbe bello poter fare il suo percorso»

11.01.2023 18:30

Christian Capone è arrivato pochi giorni fa in prestito dall'Atalanta dopo una prima parte di stagione in ombra al Südtirol: per il giovane attaccante lombardo si tratta della prima volta in Serie C. L'obiettivo attuale, ha spiegato l'attaccante classe '99 davanti ai microfoni della stampa, è quello ritagliarsi un ruolo da protagonista e tornare al più presto in Serie B.

Christian, perché hai scelto per la prima volta di scendere in Lega Pro e sposare la causa granata?
«Perché ho ricevuto una proposta importante per centrare un obiettivo importante. Questa è una sfida che mi intriga molto, quindi ho subito accettato senza problemi».

Quali ambizioni affidi alla Reggiana?
«Per me è un’occasione importantissima, spero di dare il mio contributo per raggiungere il nostro obiettivo e tornare a giocare in Serie B l’anno prossimo. Il campionato però è ancora lungo, ora bisogna vincere tutte le gare che restano per salire di categoria. Non ci sono altre strade».

Sei qui in prestito secco fino al termine della stagione… e nella prossima?
«Penso solamente a finire il campionato bene e a raggiungere il nostro obiettivo. A giugno vedremo se ci sarà la possibilità di lavorare ancora insieme alla Reggiana».

Hai ricevuto la garanzia di giocare?
«Quelle non te le dà mai nessuno. Il posto me lo devo conquistare da solo: ovunque il mister deciderà di farmi giocare, sarò a disposizione».

Fisicamente sei pronto?
«Sì, al Südtirol mi sono sempre allenato nonostante il minutaggio basso».

Qual è esattamente il tuo ruolo?
«A inizio carriera giocavo come esterno sinistro, ma con il passare degli anni ho fatto anche la seconda punta e mi sono accentrato. Il 3-5-2 del mister mi piace perché è molto offensivo, non avrei problemi ad occupare tutti i ruoli in avanti».

Conoscevi già mister Diana?
«No, questa è la prima volta che ho l’opportunità di lavorare con lui. In precedenza ci eravamo incrociati a livello giovanile quando lui allenava la FeralpiSalò».

I tifosi granata ti ricordano soprattutto per quel gol che segnasti alla Reggiana con la maglia del Pescara…
«Quella fu una stagione negativa per tutti, è meglio non ricordarla…».

Com’è stato il tuo primo impatto con i nuovi compagni?
«In allenamento sono rimasto stupito dalla forza del gruppo. La squadra sa giocare bene a calcio, possiamo fare grandi cose».

C’è qualcuno di loro che ti ha impressionato per qualità tecniche o mentalità e qualcuno in cui ti rispecchi?
«Come tecnica mi ha impressionato positivamente Kabashi, anche perché non lo conoscevo: non so cosa ci faccia in questa categoria sinceramente. Come modo di giocare assomiglio a Rosafio, anche se lui è mancino. Ho invece caratteristiche diverse da Montalto che è una prima punta o da Lanini che è più attaccante».

E il tuo impatto con lo stadio?
«Giocare al Mapei ti fa sentire ancora più importante, la qualità del campo e di tutto il contesto certamente danno una mano. E credo che i nostri tifosi ci saranno di grande aiuto».

Molti addetti ai lavori ti definiscono come un talento inespresso al quale manca un po’ di cattiveria: è veramente così?
«È da un po’ che vengo definito in questa maniera. So che negli ultimi anni non sono riuscito ad esprimere il mio valore ma spero di farlo ora e di vincere il campionato. Trovando continuità e giocando di più potrò raggiungere la cattiveria giusta».

Ci sono tante aspettative su di te…
«Sì e fanno piacere. Ora è il mio momento, devo cambiare marcia e fare un salto di qualità. Mi è stata data subito tanta fiducia e voglio ripagarla».

Cosa non ti ha permesso di tenere fede alle attese finora?
«Sarebbe bello saperlo… Direi la continuità nelle prestazioni e nello stare in campo. Sono ancora giovane e ho tempo, ma voglio poter dimostrare subito di essere un giocatore importante».

Un paio di anni fa da Reggio è passato un certo Cambiaghi che ora gioca in Serie A, altro prodotto del vivaio atalantino…
«Lo conosco, tante volte ci siamo allenati assieme. Il settore giovanile dell’Atalanta è importante e già da piccoli ti danno una grande impronta di calcio. Spero di fare come lui, questo è il posto giusto per fare un salto di qualità».

Cigarini, altro ex nerazzurro, ti sta dando buoni consigli?
«Io ero piccolo quando giocava a Bergamo e mi è capitato di allenarmi assieme a lui ai tempi di mister Reja. Cigarini è un maestro, l’ho ritrovato benissimo».

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