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Melegoni: «Il Cittadella va affrontato senza troppa pressione. Voglio lasciare il segno in questo finale di stagione»

A Venezia ci abbiamo creduto sempre, ora siamo più tranquilli e spensierati ma non bisogna sottovalutare l'avversario. Il mio ruolo? Preferisco partire da sinistra, ma so adattarmi. Cerchiamo di raggiungere la salvezza il prima possibile, poi...»

04.04.2024 20:15

Il protagonista della classica intervista settimanale in casa granata, che si è svolta presso la sede del partner EA Group, è stato il centrocampista classe '99 Filippo Melegoni: il giocatore bergamasco di proprietà del Genoa fin qui ha collezionato 21 presenze e una rete in campionato.

«Non mi aspettavo di trovare una maglia da titolare a Venezia anche perché il mister non ci fa mai caprie le sue scelte prima di comunicare la formazione in hotel - ha confessato il numero 72 granata - Ma noi siamo sempre tutti pronti e diamo tutti il 100% aiutandoci l’uno con l’altro».

Al “Penzo” partenza positiva, ma la Reggiana va sotto di due reti in mezzora: cosa avete pensato in quel momento?
«Pensavamo che non potesse essere vero, ma eravamo convinti di poterla recuperare. Sinceramente ci credevo ancora tra primo e secondo tempo e assieme a Bianco ero convinto di poter ribaltare la partita».

Qual è il segreto di questa vittoria?
«Il fatto di averci creduto sempre, consapevoli dei nostri mezzi. Abbiamo sempre giocato e tenuto il pallone creando occasioni da gol».

Giocare partendo da destra per te è un problema?
«Ci si adatta: bisogna sapersi mettere a disposizione della squadra e fare altri tipi di giocate».

In quale ruolo ti senti più a tuo agio?
«Penso di trovarmi meglio a giocare nella parte sinistra, come mezzala o anche da esterno in un altro modulo. Quindi mi piace giocare a centrocampo o sotto punta partendo da sinistra».

Ti manca qualche gol?
«Finora ne ho fatto uno solo, molto bello (a Pisa, ndr), ma spero di giocare il più possibile per avere altre chances».

A livello fisico a che punto pensi di essere arrivato?
«Mi sento bene, spero di dare un grosso contributo alla squadra nelle ultime partite».

Questo è il momento della tua carriera in cui ti senti più apprezzato e valorizzato?
«Ho avuto brutto infortunio e sono rimasto fuori tanti mesi nel periodo in cui stavo meglio, ma dico sempre che alla fine tutto torna e sono pronto a rimettermi in gioco. Non posso sapere se mi sento più apprezzato, ma ultimamente sto dando il 100% e cercherò di tornare dove magari posso stare…».

La recente esperienza in Belgio allo Standard Liegi ti è servita per maturare?
«Mi sono trovato benissimo ed era l’esperienza che volevo fare. In Belgio ho trovato un pubblico molto caldo, 20-30mila persone allo stadio che vedevano il calcio solo come uno sport quindi una volta conclusa la partita era tutto finito anche quando si perdeva. Devo dire che là c’è un ottimo calcio con tanti talenti e giovani, penso di essere cresciuto quindi sono contento di avere fatto questa esperienza».

Torniamo all'attualità: perché la Reggiana ha un’alternanza di prestazioni abbastanza marcata?
«Ce lo chiediamo anche noi: forse in casa ci sentiamo in dovere di fare qualcosa in più. È evidente che in trasferta siamo più spensierati, ma in casa dobbiamo fare tutto quello che sappiamo fare giocando sereni».

Quella di sabato contro il Cittadella che partita sarà?
«Come ha detto il mister dopo Venezia, se non fossimo riusciti a vincere ci saremmo trovati in una posizione di classifica difficile come diverse settimane fa. Vincere con il Cittadella, quindi, può darci un ulteriore slancio e allontanarci da chi ci insegue ma è una gara che va affrontata come tutte le altre, non con troppa pressione pur sapendo che sarà importante. Ci faremo trovare pronti».

Quali difficoltà troverete?
«In Serie B chiunque può vincere contro chiunque, pertanto dovremo essere attenti a non prendere sottogamba i nostri avversari anche se loro vengono da una striscia non positiva. Spero che in casa diventi la volta buona per vincere. Siamo più tranquilli e spensierati e pronti per fare un’ottima partita».

L’assenza di Girma può incidere in questo finale di stagione?
«Ci alleniamo tutti al 100% e siamo tutti pronti per dare il nostro contributo. Chiaramente siamo dispiaciuti per Natan ma andiamo avanti cercando di raggiungere la salvezza il prima possibile per poi puntare il più in alto possibile».

Essere cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta cosa vuol dire per te?
«In nerazzurro ho trascorso 11-12 anni e per me è stata un’ottima scuola di calcio e di vita: lì ti insegnano a stare al mondo anche a livello educativo. Tecnicamente è una scuola calcio che sta facendo molto bene».

Hai maturato molte presenze con le nazionali under azzurre: pensi ancora all’Italia?
«Giocare per la propria nazionale è il sogno di chiunque, sono molto contento di quello che ho fatto e spero di poterne fare ancora ancora parte. Essere convocato è un privilegio, continuo a sognare…».

 

 

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