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Lucchesi: «La salvezza si conquista con il lavoro, un punto può fare la differenza. È presto per guardare la classifica»

«A Reggio mi hanno accolto a braccia aperte, seguo i consigli di Rozzio e del mister. Possiamo affrontare qualsiasi avversario: so di essere in una grande squadra e gli obiettivi importanti sono alla portata, ma non bisogna mai staccare la spina»

18.11.2024 19:00

Complici le assenze per infortunio di Rozzio e Sampirisi, gara dopo gara Lorenzo Lucchesi ha visto aumentare il suo minutaggio e ora che la terza sosta è già stata superata il suo score in granata è di 7 presenze su 13 partite giocate (le ultime 6 da titolare) con tanto di gol segnato al “San Nicola” contro il Bari. La Lega di Serie B, non a caso, lo ha eletto come migliore under 23 del mese di ottobre.

«Sono molto contento del riconoscimento, però bisogna darci il giusto peso, in quanto un giocatore deve essere bravo a dare continuità alle sue prestazioni - ha dichiarato il difensore classe 2003 di proprietà della Fiorentina, protagonista questa mattina presso la sede dello sponsor granata Li&Pra - C’è sempre da lavorare per migliorarsi e fare sempre meglio. Gli ultimi due pareggi? Lavoriamo giorno dopo giorno e sappiamo sempre quello che dobbiamo fare. Bisogna lavorare con costanza come ci chiede il mister e mantenete l'equilibrio partita dopo partita».

Vi sentite all’altezza dei vostri avversari, in primis il Cesena che affronterete sabato?
«Sicuramente siamo all’altezza di affrontare qualsiasi avversario. Poi, in Serie B, non ci sono partite più difficili di altre: ogni gara è un big match. Lavoriamo cercando di fare sempre risultato».

Il tuo primo anno da calciatore professionista con la Ternana cosa ti ha insegnato?
«L’esperienza che ho fatto a Terni, a livello personale, la reputo positiva. Ho capito tante cose, ad esempio se talvolta riesci anche a conquistare un punticino senza andare per forza all'arrembaggio, è meglio. Infatti, l’anno scorso, ho fatto i playout proprio per un punto…».

Vi siete dati una spiegazione di ciò che è successo nella partita con il Catanzaro?
«In ogni gara ci sono dei meriti anche della squadra avversaria. Noi sicuramente potevamo fare meglio, ma ogni partita è difficile. Il risultato non è mai certo».

Ti ritieni più soddisfatto per uno 0-0 oppure per un 2-2? 
«Ovviamente quando faccio 0-0. Essendo un difensore, preferisco mantenere la rete inviolata».

Come ti sei calato nella realtà della Reggiana dopo una breve parentesi a Venezia in Serie A? 
«Secondo me non avevo bisogno di adattarmi perché a Reggio mi hanno accolto a braccia aperte. Non guardo al passato: penso solo a salvarmi con la Reggiana e a ottenere risultati ottimi».

Il capitano Rozzio ti ha dato qualche consiglio? 
«Paolo mi consiglia sempre, soprattutto in allenamento, nel modo in cui gestire le marcature sugli attaccanti. Lo considero un grandissimo giocatore».

Anche mister Viali era un difensore: ti ha dato qualche consiglio pure lui? 
«Sì, anche il mister mi aiuta molto. Sono molto contento di essere qua».

Il tuo destino è quello di tornare alla Fiorentina?
«Non prevedo il futuro. Adesso penso alla Reggiana, poi vedremo cosa accadrà».

Come si conquista la salvezza?
«Sicuramente con il duro lavoro. Giorno dopo giorno bisogna restare attaccati. Sono sicuro di essere con una grande squadra e possiamo raggiungere obiettivi importanti, ma non bisogna mai staccare la spina. Io penso positivo, noi sportivi dobbiamo esserlo». 

Hai guardato la classifica?
«Sì, ma non è ancora il momento di guardarla. Se ci mettiamo a guardare la classifica ogni fine settimana avremmo degli alti e bassi. Noi dobbiamo pensare solo alla Reggiana e al nostro risultato come squadra».

Se dovessi convincere un tifoso granata che è possibile raggiungere la salvezza, cosa gli diresti? 
«Gli direi di stare tranquillo e di sostenerci sempre: sia nel bene che nel male. Bisogna restare tranquilli perché i risultati possono esserci, come non esserci, ma sostenere la squadra dà una grandissima mano a noi. Sul campo noi lotteremo e daremo il massimo per centrare l'obiettivo».

Com’è giocare al “Città del Tricolore” davanti a un pubblico numeroso? 
«È affascinante e i tifosi sono caldi. Lo stadio è bello e l’emozione è tanta».

Sotto il profilo societario, c’è una caratteristica particolare che contraddistingue la Reggiana?
«Non trovo molte differenze con le altre società in cui sono stato. Qui le persone ci sono sempre e sono molto disponibili».

 

 

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