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Goretti: «Ci vuole lo spirito di chi vuole vincere. Dobbiamo mettercela tutta per i nostri tifosi e per noi stessi»

«Ci siamo bruciati il vantaggio che avevamo accumulato, di meriti in queste ultime partite non ne abbiamo avuti. I tifosi? Hanno detto delle cose giuste. Amadei? Ci ha chiesto 9 punti in 3 partite, non dobbiamo tradire la sua fiducia»

01.04.2023 22:00

In sala stampa, al termine di Reggiana-Recanatese, non è venuto mister Aimo Diana, poiché squalificato, ma è mancato all'appello anche il suo vice Alessio Baresi così come i giocatori. A parlare per tutti, a “reti unificate”, è stato il ds Roberto Goretti che ha lanciato un messaggio molto chiaro, soprattutto alla squadra.

«Nell’ultimo periodo non abbiamo vinto partite che dovevamo vincere - afferma il direttore sportivo - Ci è mancata la determinazione necessaria per vincere le ultime partite e con questo pareggio, oltre agli altri recenti risultati, ci siamo bruciati tutto il vantaggio che avevamo accumulato nel resto della stagione. Tra meriti e demeriti vince sempre la squadra che alla fine risulta essere più bava e oggi, tutti quelli che lavorano per la Reggiana e con la Reggiana dovevano essere giustamente dispiaciuti provando sofferenza perché di meriti, in queste ultime partite, non ne abbiamo avuti. Ora è giusto ragionare in silenzio, ognuno per sé e mi auguro che da queste riflessioni individuali nasca qualcosa che ci permetta di incidere e di essere determinanti in questo campionato. Noi dobbiamo vincere questo campionato per i nostri tifosi, che non ci hanno mai lasciato da soli un attimo, sostenendoci sempre, ma dobbiamo farlo anche per noi stessi. Nelle prossime tre partite dobbiamo capitalizzare al meglio i dieci mesi di lavoro sul campo che ci hanno portato ad essere costantemente al primo posto, dieci mesi nei quali abbiamo lavorato giorno dopo giorno per vincere. Lo dobbiamo a noi tessi, ai nostri tifosi e anche al presidente Amadei, che è venuto nello spogliatoio e ci ha chiesto nove punti nelle prossime tre partite. Ma per farlo, dobbiamo avere un altro spirito, non quello di chi si fa troppe “pugnette”, ma di chi ha la testa giusta per arrivare a vincere. Al termine della partita contro l’Imolese, il 23 aprile, alla sera, ci fermeremo e faremo il punto ognuno per la sua parte, tirando le somme».

Direttore, che confronto c'è stato con i tifosi fuori dallo stadio?
«Hanno detto delle cose giuste: hanno ragione e noi dobbiamo rendere onore a queste persone che ci hanno sempre sostenuto. Cos’abbiamo risposto loro? Nulla, dovevamo solo ascoltare, non rispondere».

Di chi è stata l’idea di uscire e parlare con loro?
«È stata una richiesta che ci è arrivata da loro. Noi abbiamo seguito le procedure del caso e ci siamo confrontati con persone che ci stanno dimostrando un attaccamento incredibile. Già nello spogliatoio, alcuni calciatori hanno sottolineato il fatto che questi tifosi non possono essere traditi e che è nostro preciso dovere portare a casa questa promozione».

Che messaggio ha portato Romano Amadei alla squadra negli spogliatoi?
«È venuto! Il patron, quando si muove, ha sempre una voce di speranza e di ripartenza e lo ha fatto anche oggi. Non dobbiamo assolutamente tradire la sua fiducia per tutto ciò che mette in quest’avventura soprattutto in termini di passione. Amadei, comunque è stato molto chiaro e ha chiesto nove punti nella prossima tre gare».

Lei si dà una spiegazione del calo dell’ultimo periodo?
«Se avessimo avuto spiegazioni avremmo già preso provvedimenti. Contro l’Entella abbiamo avuto l’atteggiamento sbagliato, contro la Carrarese è stata una partita molto complicata, col Pontedera era impossibile non vincere, mentre contro il Rimini è successo di tutto a livello arbitrale e oggi… giudicate voi».

Il fatto che ci fosse un rigore non fischiato a favore, o forse più di uno, non può rappresentare un alibi?
«Esatto, tanto i rigori a noi non li danno: perché fischino qualcosa devono essere nettissimi. E inoltre l’arbitro ha concesso solo tre minuti di recupero… ma non voglio parlare di questo. Sono stato zitto fino ad oggi e quindi non voglio parlare degli arbitri. Noi dovevamo essere più forti degli arbitri e avevamo il potenziale per riuscirci».

Non crede ci siano troppi giocatori desiderosi di vincere per loro stessi più che per la squadra?
«No, non credo. Tutti vogliamo vincere, ci sono momenti in cui i giocatori diventano più solisti, ma questo ci può stare soprattutto quando il tempo stringe. Non credo sia quello il problema».

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