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Nesta: «Monza avversario forte, dobbiamo essere pronti a tutto. Alla mia Reggiana chiedo di avere coraggio»

«Questa gara sarà un grande palcoscenico e un'opportunità per prendere consapevolezza. Vogliamo passare il turno e inserire chi è arrivato tardi. Mercato? Dobbiamo aspettare e capire. Galliani? Uno dei pochi che considero veramente importante»

12.08.2023 15:00


«È stata una settimana positiva, non abbiamo avuto problemi – ha sottolineato mister Alessandro Nesta alla vigilia della gara contro il Monza, match valido per i trentaduesimi di finale della Coppa ItaliaDomani sono tutti convocati tranne chi è in uscita (Luciani, Vallocchia, Arrighini e Montalto, ndr) e chi non è ancora tesserato (Mbaye e Sposito, ndr)».

Che Monza si aspetta di affrontare?
«Ha una rosa importante con tante soluzioni. Per noi questa sfida deve essere un’opportunità di giocare con un avversario forte in un ambiente importante e con un palcoscenico di tutto rispetto visto che si vedrà in TV. Per noi sarà una grande opportunità anche per prendere consapevolezza di quello che dobbiamo fare».

A Monza ritroverà Galliani…
«Per me è stata una persona importantissima, così come Zeman, pertanto gli darò sempre del lei. Galliani è uno dei pochi che considero veramente importante, fece molta pressione al Milan per portarmi in rossonero e grazie a lui ho fatto un salto di qualità in carriera».

Quale tipo di partita dovrà giocare la Reggiana?
«Intelligente in fase difensiva: la squadra deve capire quando pressare e quando non concedere spazio, scuotersi quando viene pressata. Ma deve anche avere coraggio nel proporsi: alla squadra chiedo proprio questo. Se si perde ma si gioca con coraggio va bene, altrimenti no…».

Ha avuto modo di osservare altre gare di Coppa Italia?
«Ho visto il Modena contro il Genoa: devo dire che ha giocato una buona gara con un avversario forte. Credo che i canarini possano fare un gran campionato».

Rispetto alla netta vittoria con il Pescara quale aspetto deve essere migliorato?
«Nella costruzione all’inizio abbiamo fatto confusione. La proposta data nello sviluppo della manovra l’abbiamo vista solo al 20-30%: dobbiamo migliorare nel dominare le gare nella parte centrale per ottenere determinati vantaggi».

Come giocherete domani?
«Non voglio rovinare la sorpresa… Dico solo che bisogna essere bravi a saper fare tutte le cose perché a volte l’avversario impone una partita che non era stata programmata».

Ci saranno delle sorprese?
«Credo non tantissime. Oltre che vedere in azione i giocatori bisogna puntare sul risultato, cercheremo quindi di fare il meglio possibile. Ad oggi c’è qualcuno che fa più fatica di altri a chiudere la partita, penseremo anche a quell’aspetto».

Pettinari è già pronto?
«Si è sempre alleato con la squadra (la Ternana, ndr) senza però disputare le amichevoli, gli manca solo la partita: speriamo di fargli fare minutaggio e portarlo in condizione per la prima di campionato. Lui sicuramente viene con noi in panchina, ma chiaramente ha un’autonomia ridotta rispetto ad altri». 

Vido potrebbe rientrare nella formazione titolare?
«Anche lui come altri deve fare dei minuti, quindi potrebbe partire dall’inizio o dopo. Il nostro obiettivo è passare il turno e inserire che è arrivato più tardi».

Cigarini e Bianco possono coesistere a centrocampo?
«Sono due giocatori tecnici e si capiscono al volo. Vedremo in futuro quanto giocheranno, io spero di mettere sempre in campo la formazione migliore».

Kabashi può essere un’alternativa sulla trequarti?
«Nella mia testa no, Girma e Vergara sono più efficaci. Io lo vedo bene a centrocampo come play o mezzala che si abbassa o attacca».

Manca una settimana all’inizio del campionato: come sta la sua Reggiana?
«La squadra ancora non è completa, lo sapevamo e quindi aspettiamo. Credo che ancora ci sia bisogno di tempo».

L’obiettivo è farsi trovare pronti per la prima con il Cittadella?
«Sì, faremo di tutto per arrivare al massimo in ogni partita poi dipenderà anche da quanti giocatori arriveranno prima dell’inizio del campionato. Metteremo il massimo di quello che possiamo mettere».

Le esigenze sul mercato restano quelle di uno o due centrocampisti, una punta e un esterno sinistro?
«Ci servono un po’ di giocatori».

Auspica inserimenti in tempi brevi?
«Vediamo cosa offre il mercato, dovremo aspettare e capire…». 

Quali sono le caratteristiche della punta che manca?
«Pettinari porta struttura ma a noi serve un giocatore “grande” davanti che allunghi e che ci faccia risalire. Potrebbe essere uno con le caratteristiche di Novakovich o di Lukaku, giusto per fare un esempio… Non ce ne sono tanti in giro, ma andiamo in quella direzione nella nostra ricerca».

La presenza nel suo staff del professor Bartali, che ha già allenato Pettinari alla Ternana, può aver contribuito al suo approdo in granata?
«I giocatori a volte valutano anche lo staff con cui si erano trovati bene. Però ora i giocatori ci guardano con occhi diversi, stiamo diventando appetibili perché a Reggio si vive bene, c’è una società seria, ci sono uno stadio e un centro sportivo importanti. Poi ovviamente guardano anche agli stipendi».

Il Monza, da questo punto di vista, è una società da prendere come esempio?
«Ricordo che affrontai il Monza quando Berlusconi e Galliani erano arrivati da poco tempo, ma si capiva subito che erano loro al comando e la strada intrapresa dalla società era giusta. Le strutture sono alla base del club, poi vengono i giocatori e gli allenatori che cambiano nel tempo. Avere un centro sportivo del nostro livello attira giocatori e allenatori…».

La Reggiana non è più appetibile anche perché c’è Nesta in panchina?
«Si guarda all’identità di una società. Gli allenatori vanno e vengono, io spero di restare il più possibile».

Lei di recente ha seguito assieme al suo staff la Primavera di mister Costa: mantenere un legame stretto tra prima squadra e Settore Giovanile quanto è importante?
«Noi abbiamo un contatto tutto l’anno con Costa: è importante seguire il Settore Giovanile perché è una fonte da cui attingere ogni tanto. Poi diversi ragazzi hanno fatto il ritiro con noi, quindi eravamo curiosi di vedere a che punto erano. Io credo molto nell’identità del club».

 

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