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Diana: «Abbiamo qualche situazione da gestire, ma sono soddisfatto. Mi piacerebbe affrontare una mia ex squadra»

«Il 17 maggio manderò in campo chi starà bene e mi darà maggiori certezze: vogliamo essere umili ma protagonisti ai playoff. Sorprese? Per il Foggia vincere ad Avellino non era semplice. Ancelotti? Per me è un punto di riferimento»

06.05.2022 18:00

Aimo Diana torna a prendere la parola alla vigilia del test amichevole di Verona e a una decina di giorni dal debutto della Reggiana ai playoff, previsto martedì 17 maggio in trasferta contro un avversario che i granata conosceranno solamente venerdì prossimo.


Mister, come proseguono gli allenamenti?
«In generale va tutto bene. Abbiamo qualche piccolo acciacco portato anche dal maltempo, ma stiamo riuscendo a fare quello che avevamo programmato: sono abbastanza soddisfatto».

Arrighini, Rozzio e Del Pinto a che punto sono?
«Arrighini sta bene e si è sempre allenato anche se gli dà un po’ fastidio la maschera. Del Pinto è recuperato, Rozzio invece dovrebbe rientrare tra mercoledì e giovedì prossimo: lo attendiamo in buone condizioni atletiche».

Gli altri giocatori assenti nelle ultime amichevoli come stanno?
«Scappini ha superato un piccolo stiramento ed è rientrato ieri assieme a Muroni che ha un fastidio da gestire, così come Cauz. Lanini ha un po’ di febbre con le placche in gola. Domani voglio far fare 65-70 minuti a un gruppo senza pensare a questioni tattiche o tecniche. La settimana prossima forse faremo un’altra amichevole anche di mercoledì, oltre a quella di giovedì, per dare più minuti a tutti».

Per il debutto del 17 maggio sceglierà chi mandare in campo basandosi sull’avversario o sui suoi giocatori?
«Sui miei giocatori. Lavoreremo molto sui giocatori che in quel momento staranno bene ma non dimenticherò cosa è successo nel campionato. Mi affiderò alla squadra che credo mi dia più certezze. Abbiamo ancora 10 giorni, speriamo di recuperare qualcuno che stiamo gestendo per i malanni di fine anno. A me non piace gestire, però qualcuno va gestito…».

Domenica 22 maggio si dovrebbe giocare Sassuolo-Milan, quindi la gara di ritorno al “Città del Tricolore” prevista il 21 maggio potrebbe essere anticipata: per voi sarebbe un problema?
«Siamo in attesa di capire cosa decideranno le due leghe. Potremmo dover giocare di venerdì, dopo tre giorni anziché quattro, ma se sarà così ciò varrà anche per il nostro avversario e alla fine avremmo un giorno in più di recupero per il turno successivo. Ad ogni modo ne prenderemo atto e per noi non sarà un problema e non creeremo di certo una polemica».

Finora non abbiamo assistito ad alcun tipo di polemica interna alla squadra…
«Merito della grande capacità dei giocatori di capire che l’obiettivo primario da raggiungere era al di sopra di qualsiasi cosa. Ma è stata brava soprattutto la società a farlo capire loro. Quei giocatori che non avrebbero voluto far parte della squadra non ne avrebbero fatto parte come accaduto a inizio stagione: io ho avuto grande libertà di fare questi discorsi ai giocatori. Siamo stati bravi a coinvolgere tutti ma sono stati bravi anche loro ad accettare di fare i comprimari o non giocare mai. Sicuramente ho messo qualcosa di mio rendendomi accessibile a loro e rendendoli liberi di parlare con me, ma la società è stata chiara sin dall’inizio che obiettivo primario era della squadra».

In questo lungo periodo di attesa cosa rende più difficile il lavoro di un allenatore?
«Molto probabilmente il fatto di dover usare di più la voce per rendere il momento più legato alla situazione che stiamo vivendo. Ci si allena bene ma senza partita la domenica si rischia di far diventare il tutto una scampagnata. Servono lavori brevi ma intensi perché non c’è un obiettivo settimanale da raggiungere. L’amichevole di domani non avrà mai il risvolto mentale di una partita con dei punti in palio».

I tifosi vi stanno seguendo numerosi anche durane gli allenamenti…
«È bello vedere delle famiglie intere venirci a vedere: questa forma di amicizia è piacevole, bisogna vivere la spensieratezza di questi momenti perché poi arriveranno momenti in cui bisognerà alzare la voce, i toni e la concentrazione».

C’è stato qualche risultato che l’ha sorpresa nei primi due turni dei playoff?
«Le partite secche sono molto diverse rispetto a quelle strutturate con andata e ritorno. Può capitare di andare sotto come successo al Pescara però passare con il pareggio è una grande opportunità. Gestire 180 minuti invece è molto diverso. Credo comunque che grandi sorprese non ci siano state: l’Ancona è uscito contro un Olbia che ha sempre dato fastidio, l’Entella è passata. Dai prossimi accoppiamenti mi aspetto di vedere delle belle partite, proveremo anche a organizzarci come staff per poterle seguire dal vivo».

C’è una quadra che l’ha impressionata più di altre?
«Ci sono squadre che partono da outsider ma hanno una struttura particolare: sto parlando del Foggia di Zeman che alla fine riesce sempre a far parlare di sé. Vincere ad Avellino non era semplice perché consideravo la squadra biancoverde tra le più attrezzate come rosa. Ora ci sarà una gara interessante con Entella, ma devo dire che tutti gli accoppiamenti hanno un bello spessore tecnico e tattico».

Preferirebbe essere sorteggiato con il Renate o la Juventus Under 23?
«Sono sincero, mi piacerebbe giocare contro una mia ex squadre come Feralpi, Renate o il Palermo*: per una questione romantica, non per altro. Non pensate che ci sia una squadra più debole di un’altra, hanno caratteristiche diverse ma sono forti. L’anno scorso tutti volevano incontrare il Renate o il Matelica ma poi abbiamo dato fastidio a tutti. Noi ci mettiamo al livello delle altre con l’intenzione di essere protagonisti con umiltà: dopo Teramo la classifica si è azzerata, ma ci portiamo dietro tante certezze e sono sicuro che le ritroveremo dal 17 maggio. Qualunque avversario ci sarà sulla nostra strada lo affronteremo con grande lealtà».

Vuole spendere due parole sul reggiano Carlo Ancelotti?
«Lui è un punto di riferimento per tutti e anche per me non solo per quello che fa in campo ma per quello che è in panchina e fuori dal rettangolo verde. Avrà anche un po’ di fortuna come dice qualcuno, ma è tutta meritata. È un punto di riferimento per giovani e vecchi: è difficile fare quello che fa lui e avere il suo aplomb. Ha dei tratti che mi piacciono, per quello che raccontano i suoi giocatori: ha un rapporto molto libero con lo spogliatoio e credo che lui esca un po’ dalla figura di allenatore che sta su un piedistallo. Poi sa leggere la partite come pochi. Credo sia il migliore tecnico italiano degli ultimi tempi».

Anche lei chiederebbe consiglio a un giocatore esperto su un cambio da fare a partita in corso?
«In questa stagione mi è successo di chiederlo a un giocatore importante: ci siamo guardati negli occhi e lui mi ha fatto un cenno di assenso. Non credo di avere perso considerazione nei suoi confronti, ma di averne guadagnata».

 

*: poiché miglior terza classificata, il Palermo potrebbe affrontare la Reggiana solamente a partire dalla Final Four

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