Gennaro Scognamiglio: «Bonetti motivo d’orgoglio per la Reggiana. Questa squadra è una famiglia»
Il dt granata sul gruppo in vista del derby al “Martelli”: «Complimenti a Dionigi, non è facile integrare ragazzi provenienti da realtà diverse. Contro il Mantova giocheremo per fare punti, servirà massima attenzione. Mercato? È presto…»

Al fianco di Simone Bonetti nel giorno del suo rinnovo del contratto fino al 2028 era presente il direttore tecnico granata Gennaro Scognamiglio, figura che fa da collante tra lo spogliatoio e la società nonché presenza fissa ai campi e in panchina durante tutta la settimana e le partite.
«Devo dire che ho girato tante squadre nella mia carriera, ma qui ho notato subito una cosa: i reggiani sono molto legati alla loro squadra - ha dichiarato Scognamiglio, presente al fianco del promettente difensore della Regia presso la sede di Scat - Fanno sentire il loro apporto in modo davvero importante. Ho partecipato anche alla riunione allo stadio: una serata bellissima, mi sono voluto complimentare con tutti».
Avete appena annunciato il rinnovo di Simone Bonetti. Che significato ha per la società?
«È un giorno importante e siamo molto felici di comunicare che Simone ha rinnovato per un altro anno fino al 2028. È un motivo d’orgoglio per noi, per la società e anche per i tifosi, perché è un ragazzo reggiano che ha fatto tutto il nostro settore giovanile. Per me è un giocatore che può fare una carriera importante: rispecchia qualità che oggi nel calcio moderno è difficile trovare».
In cosa l’ha colpita maggiormente?
«Ci confrontiamo spesso al campo e ci tengo particolarmente perché ha vissuto una carriera simile alla mia: è partito dai dilettanti, un campionato che ti forma davvero. Noi siamo stati bravi a vedere in lui qualcosa che all’inizio non tutti vedevano, ma il merito principale è il suo: non era facile passare dalla Serie D alla Serie B. Ricordo il suo primo giorno al centro sportivo: andava più forte degli altri, non diceva mai una parola e restava concentrato. In partita a volte fa di più di quello che dovrebbe, ma lo capisco: indossare la maglia della Reggiana per un reggiano è come giocare in Champions».
Che tipo di ragazzo è Bonetti fuori dal campo?
«Un ragazzo serio, che ascolta. Oggi è difficile trovare giovani che ti ascoltano, molti sono un po’ presuntuosi: non è il caso di Simone. È un ragazzo serio con cui puoi parlare e che recepisce ogni consiglio. Mi auguro davvero che possa fare una carriera importante».
Tornando al campionato: com’è la condizione della squadra in vista della trasferta di Mantova?
«La condizione della squadra è buona, la squadra lavora. Il mister è un osso, lo conoscete bene. Intanto ci tenevo a fare i complimenti al mister e al suo staff, perché non era facile mettere a proprio agio ragazzi che arrivano da realtà diverse: come Simone, che viene dalla Serie D, o come Bozzolan, che veniva dal Milan Under 23 retrocesso. Tutti i giovani, ma anche i grandi, hanno fatto un grande lavoro per integrare questi ragazzi. Dal primo giorno danno tutto: è un gruppo importante, in cui ognuno tira l’altro. Siamo più che una squadra, siamo una famiglia: viviamo praticamente al centro sportivo dalla mattina alla sera. Noi e il mister siamo sempre lì e ci confrontiamo, e anche i ragazzi dopo l’allenamento restano, chi in palestra, chi per posture. È un gruppo di uomini veri prima che calciatori. Tornando alla condizione, siamo al completo: stiamo recuperando Sampirisi che viene dall'infortunio al crociato e ha qualche piccolo acciacco, ma è normale. Per il resto, siamo al completo».
La prossima gara contro i virgiliani che significato ha?
«Ha un significato importante perché è un derby. E queste partita si giocano per fare punti. Sappiamo di affrontare una squadra che ha superato il momento negativo iniziale: ora sta bene, gioca, segna tanto. Dovremo affrontare il Mantova come abbiamo fatto col Frosinone, sapendo che è una squadra forte che vive molto delle individualità dei suoi attaccanti, forti nell’uno contro uno. Non dobbiamo concedere tanto campo e dobbiamo cercare di fargli male quando ne abbiamo la possibilità».
La Reggiana è un po’ in credito di punti o la classifica è quella giusta?
«Se vediamo le ultime prestazioni sicuramente siamo in credito. Però anche in partite come quella di Frosinone, che secondo me è stata interpretata alla grande, dobbiamo capire dove facciamo degli errori: magari l’unico sbaglio ti fa perdere la partita. Bisogna vedere sia le cose positive sia quelle negative per crescere e fare uno step importante. Quando giochi contro squadre forti, attrezzate per lottare per i vertici, non devi sbagliare niente. Siamo convinti che la Reggiana e lo staff siano maturi per capire queste cose. Faremo in modo che non succedano più o non succedano spesso. Ma gli errori fanno parte del gioco…».
Lei vive la partita in modo molto passionale, come se la giocasse. Che rapporto ha con gli arbitri?
«Difficilissimo... Anche quando giocavo ero così, mi facevo prendere dalla foga: poi quando tornavo a casa mia moglie e i miei figli mi dicevano “Come ti comporti?”. Quindi mi facevano sentire un po’ in colpa. Secondo me fa parte del carattere: se uno è così non lo puoi cambiare. Ma c’è pieno rispetto dell'arbitro. È solo il momento della gara in cui sei preso dal risultato o da un episodio. Poi finisce tutto. Detto questo, siamo un po’ in credito anche lì, abbiamo subìto qualche torto negli ultimi episodi… Però ci sta: come noi facciamo errori, anche gli arbitri sbagliano. Fa parte del gioco».
Capitolo mercato: ci saranno molti movimenti?
«Parlarne oggi non è giusto, è presto. E secondo me la squadra sta facendo un buon campionato, quindi non sarebbe nemmeno rispettoso nei confronti dei ragazzi. Ci sarà tempo per parlare di mercato».
A chi si ispira nel suo lavoro?
«È la voglia e la passione che mettiamo nel lavoro che fanno la differenza. La mia vita l’ho vissuta su un campo da calcio e ancora oggi la vivo così. Se uno lavora bene e fa un percorso, può arrivare più in alto possibile. Ma siamo umili: sappiamo che dobbiamo lavorare tanto per fare il bene della Reggiana. Abbiamo messo tanto patrimonio in questa società prendendo giovani come Bonetti e tanti altri e dandogli la possibilità di arrivare in prima squadra. Lo stiamo facendo anche col Settore Giovanile, perché anche la Primavera ha giocatori importanti. Era un obiettivo fissato a inizio anno e lo stiamo portando avanti».
Come descriverebbe il rapporto con il patron Amadei?
«Amadei è una persona eccezionale. Presidenti così ce ne sono pochi: in 20 anni di calcio ne ho avuti 15-16 e forse uno era come lui, il presidente del Pescara Marinelli, che ora non c’è più. Sono persone genuine, con una passione incredibile, sempre vicino ai ragazzi. Non ti fanno mancare nulla. Dobbiamo cercare di portarlo più spesso al centro sportivo: la sua presenza fa sempre piacere».


