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Kabashi: «La nostra forza è quella di giocare sempre per vincere. Con mister Diana c'è sintonia, mi capisce al volo»

«A Chiavari un buon punto, contro il Pontedera dovremo partire forte e cercare di segnare subito. L'attacco non ci preoccupa perché creiamo tanto: i gol arriveranno, anche i miei. Ho preso tante ammonizioni evitabili, sto cercando di migliorare»

10.11.2022 15:00

Chiamato Elvis in onore del celebre musicista statunitense, Kabashi da qualche settimana ha iniziato a suonare con maggiore convinzione lo spartito richiesto da mister Diana e, prestazione dopo prestazione, ha guadagnato i galloni da titolare in un centrocampo dove non manca certamente la concorrenza.

«Il mio inserimento procede bene, tutti mi hanno fatto sentire come a casa sin dal mio arrivo – sottolinea il centrocampista albanese classe ‘94 – La Reggiana è una squadra forte, i compagni sono umili dal primo all’ultimo, quindi sono felice di essere qui».

Perché sei sceso in Serie C?
«Venire a Reggio per me non è scendere di categoria. La scelta è stata semplice: avevo altre offerte dalla Serie B ma parlando con il mister e vedendo la piazza ho preso una decisione senza difficoltà e senza rinunce».

Dopo l’importante esperienza nel Settore Giovanile della Juventus, cosa ti è mancato per arrivare in Serie A o restare in Serie B?
«Non mi pongo questa domanda. Io credo tanto nel destino e se ha voluto che fosse così sono contento di dove mi trovo ora. Magari potevo fare altre scelte ma sono comunque soddisfatto del mio percorso».

La presenza di Diana quanto ha influito sul tuo arrivo in granata dal Como?
«Il mister mi conosce talmente bene, e capisce tutto di me. Tre anni fa quando ero arrivato al Renate ho firmato un contratto in bianco con lui: tra di noi c’è un legame importante e grande stima. Sono contento di averlo ritrovato».

L’hai trovato diverso?
«No, è la stessa persona con la stessa voglia di prima. In una piazza importante come Reggio è veramente deciso a raggiungere l’obiettivo».

Qual è il tuo ruolo preciso?
«Mi piace giocare in un centrocampo a tre o a due. A inizio carriera mi spostavano anche sulla trequarti, ma negli ultimi anni ho sempre giocato da centrale». 

Ti piace tanto tenere il possesso della palla?
«Sì, voglio giocare tanti palloni e stare al centro del gioco e me lo chiede anche il mister di abbassarmi e toccare la palla. Questa è la mia caratteristica, poi so che a volte dovrei giocare più veloce sul tocco di prima, altre volte creare superiorità e portare di più la palla. Sto iniziando a capire in che parte del campo devo e non devo farlo».

I gol sono in programma?
«Li ho sempre fatti, quindi sono tranquillo perché so che arriveranno. Ad ogni modo non sono venuto a Reggio per segnare tanto ma per aiutare la squadra».

Magari arriveranno direttamente da punizione?
«In allenamento proviamo tanti schemi e alla battuta ci alterniamo in base a quello che chiede il mister. Solitamente tiro quelle da lontano: con Vis Pesaro purtroppo non è andata molto bene (colpì la traversa, ndr). In passato ho fatto diversi gol da lontano, quindi ci provo perché su dieci tiri magari due o tre entrano…».

E la fase difensiva?
«Ci stiamo lavorando tanto. Abbiamo diverse zone uomo contro uomo che mi portano ad alzarmi o abbassarmi. Guardando i dati che raccogliamo, posso dire che sulla parte difensiva posso certamente migliorare ma sono abbastanza soddisfatto».

Hai preso tanti cartellini gialli, spesso evitabili, in queste prime partite…
«Sto cercando di migliorare. Ne parlo spesso con lo staff cercando di trovare il modo per evitarli o prenderli in maniera più astuta, quando servono. Sono un giocatore che si fa prendere dalla voglia e dall’entusiasmo di recuperare la palla, a volte pago l’eccessiva foga».

L’obiettivo di dover vincere il campionato è un peso grande da sopportare?
«Per una grande squadra come la nostra non deve essere un peso ma uno stimolo e un obiettivo su cui lavoriamo ogni giorno».

Avere così tanti tifosi al vostro fianco quanto è d'aiuto?
«Fin da quando ho firmato il contratto ho sentito tanto calore da parte del pubblico. Confesso che contro il Cesena sarei voluto andare in Curva per vivere meglio il tifo ma purtroppo non sono riuscito. Per me è grande motivo di orgoglio avere tanti supporter al seguito, sinceramente fatico a trovare una squadra con così tanto seguito e calore allo stadio. È una grandissima spinta ma anche una responsabilità perché giustamente i tifosi voglio vedere impegno. Loro ci spingono a dare un qualcosa in più».

Il Pareggio di Chiavari con l’Entella come lo giudichi?
«Siamo andati là convinti di fare la partita e ottenere un risultato. Nel primo tempo a parte 5-10 minuti di sofferenza è stato molto positivo e non sono mancate le occasioni per fare gol. Il campo era difficile e il freddo non era d’aiuto, ad ogni modo contro un avversario forte abbiamo rischiato poco e giocato la nostra partita quindi siamo contenti del punto e dell’approccio iniziale».

Per vincere queste partite d’alta classifica secondo te cosa serve?
«A volte basta un episodio, però noi abbiamo sempre l’idea di vincere contro tutti. La nostra forza deve essere proprio questa».

Quali sono le trappole da evitare nella gara che vi attende domenica contro il Pontedera?
«Ci ho giocato e conosco bene la squadra. Sono sempre ostici da affrontare, ben organizzati, ripartono in contropiede quindi dovremo andarli ad aggredire subito alti per cercare di sbloccare il prima possibile la gara. Per come prepariamo noi le partite, vogliamo sempre partire forte e fare gol per primi. Nel gruppo c’è tanta esperienza, ci piace giocare e per indole siamo portati ad aggredire l’avversario dal primo minuto».

La sensazione è che nelle ultime partite la squadra abbia iniziato a divertirsi…
«Capisco che la gente fin dal primo giorno avesse ancora in mente la squadra dell’anno scorso, ma ci vuole un periodo di assestamento per capire come si muovono i compagni. Nel frattempo, ci siamo conosciuti tra di noi e abbiamo aumentato la sintonia. Non dimentichiamoci che tanti ragazzi nuovi non conoscono il mister quindi ci hanno messo un po’ a entrare nella sua idea di calcio».

Nelle ultime sei gare la Reggiana ha subìto solamente due reti, ma in attacco ha fatto più fatica…
«Abbiamo attaccanti forti e come dice il mister a Lanini serve solamente una scintilla. Le palle gol le creiamo quindi sono convinto che le reti arriveranno. Eric è un grande giocatore così come Pellegrini e Montalto: davanti siamo veramente forti. Ripeto: l’importante è creare occasioni, poi il gol arriverà».

Perché tirate poco in porta?
«Ci piace molto fraseggiare anche al limite, ma bisogna cercare di più le conclusioni verso la porta. Sicuramente abbiamo ottimi tiratori da fuori, è necessario sfruttarli».

Nelle prossime sette giornate vi attendono avversarie di media-bassa classifica: quanti punti volete fare?
«La nostra idea e consapevolezza è quella di vincere ogni partita: non ci sono altre strade da percorrere, al di là dell’avversario che avremo davanti. Non credo che gli impegni siano facili, anzi dovremo mettere dentro qualcosa in più perché le avversarie si chiudono maggiormente e giocano di meno, poi andremo su campi più piccoli del nostro».

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