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Venturi: «L'applauso dei tifosi mi ha fatto emozionare. Sono felice di avere dato una mano a conquistare i tre punti»

«Ringrazio il reparto di Urologia del Santa Maria Nuova per avermi fatto sentire come a casa. Ritrovare la squadra al primo posto? Non sono stupito, siamo un grande gruppo dove ogni giocatore è predisposto al sacrificio»

19.12.2021 23:00

«Ci tenevo tanto a ringraziare il reparto di Urologia dell’Ospedale di Reggio Emilia perché mi hanno fatto sentire un reggiano doc - ha sottolineato il portiere granata Giacomo Venturi, rientrato in campo dopo oltre due mesi d'assenza per un infortunio al rene - La caposala era una tifosa con due figli ultras, l’operatore sanitario tifoso con fratelli ultras, per non parlare degli infermieri che si fermavano sempre a chiacchierare… Mi sono sentito a casa in un periodo veramente delicato della mia carriera».

Questo senso di appartenenza ti ha aiutato maggiormente nel recupero?
«Diciamo che mi ha fatto sentire meno triste. Il ricovero settimanale all’ospedale è stato abbastanza tosto, anche perché venivo da due infortuni nei due anni precedenti. Purtroppo è arrivato anche il terzo, ma ora siamo qui a festeggiare perciò c’è un buon motivo per sorridere».

Che sensazioni ti hanno lasciato gli applausi del pubblico e della Curva Sud nei tuoi confronti durante il riscaldamento?
«Per me è una grandissima emozione perché non sono applausi scontati. Questo significa che qualcosina ho lasciato ai tifosi, seppur in questi anni abbia saltato diverse partite per infortunio. Perciò devo solo ringraziare i tifosi come ringrazio la società perché mi ha sempre aspettato e supportato».

Tre brutti infortuni ma quest’ultimo forse è stato psicologicamente il più duro?
«In parte sì. Tuttavia devo dire che quando ho ripreso gli allenamenti, sentivo come se non avessi mai smesso di allenarmi. La stagione scorsa dopo l’infortunio mi sentivo un po’ più rigido e forse meno pronto. Invece quest’anno mi sono sentito più concentrato e con la testa giusta, perciò questo ha facilitato il mio inserimento in squadra. Ero più convinto perché stavo bene».

Ti senti un po’ in credito con la fortuna?
«Gli infortuni capitano a chi gioca. Sicuramente sono stato abbastanza sfortunato, però sono cose che succedono. E’ chiaro che se l’infortunio mi avesse precluso la possibilità di giocare a calcio, sarebbe un altro discorso. Per fortuna il rene si è cicatrizzato ed è andato tutto bene».

Avevi lasciato una Reggiana prima in classifica e l’hai ritrovata sempre in vetta. Ti aspettavi una squadra così forte?
«Certo, anche perché finora non ho mai perso una partita e le ho guardate tutte. I miei compagni stanno facendo una grande stagione e oggi per me la cosa più importante era aiutarli per far sì che portassimo a casa questi tre punti».

Non hai corso grandi pericoli, se non quel grande intervento sulla linea nel secondo tempo…
«Ci son partite in cui il portiere non è preso in causa tanto frequentemente e questo succede quando hai un’ottima difesa davanti, in grado di concedere poco.  Quell’intervento sulla linea è sintomo di grande concentrazione e il non aver subìto gol è motivo di grande orgoglio per me».

Come hai visto questa difesa con l’esordio dal primo minuto di Cremonesi?
«Da settembre io e i miei compagni ci siamo sempre detti che questo è un gran gruppo. Chi gioca, chi entra o chi sta fuori cambia poco. Credo che questa sia la ricetta per fare un bel campionato ed è l’arma in più. Avere 25 giocatori sempre pronti per dare il proprio contributo non è una cosa così scontata. Può capitare che un giocatore sia scontento ma qui vedo che ognuno si mostra sempre predisposto al sacrificio per il bene comune e questa è la cosa più importante per un gruppo».


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