foto Silvia Casali
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Gondo: «A Brescia vogliamo dare il massimo, dobbiamo farci trovare pronti. Il mio rendimento? Non sono soddisfatto»

«Il k.o. con la Ternana è stato inaspettato, ma può capitare: il mister ci ha detto di cancellare quella partita e imparare dai nostri errori. A Reggio mi trovo bene ma non dimentico le mie origini africane: sento di appartenere a quel mondo»

21.02.2024 18:45

Il bilancio di Cedric Gondo a sei mesi dal suo approdo in granata è di 5 reti in 19 presenze: il suo record di gol in Serie B - 7 con l'Ascoli nella scorsa stagione - è ampiamente alla portata, ma il centravanti ivoriano della Reggiana non è soddisfatto del proprio rendimento e punta ad alzare l'asticella in questa fase finale dal campionato. Cedric a Reggio si trova molto bene, apprezza lo stile di vita della città ma non dimentica le sue origini e i valori che ha appreso in Costa d'Avorio.


Cedric, l’infortunio riportato a Bari è acqua passata? Uscendo dal campo hai fatto preoccupare tutti…
«Sì, alla fine è stato solo un grosso spavento. Ero preoccupato perché non volevo lasciare la squadra in quel momento, ma fisicamente sto bene e mi sto allenando per la prossima gara».

Perché in casa faticate così tanto a vincere?
«Non ho una risposta. Magari alcuni episodi non girano per il verso giusto, la Ternana sabato ha avuto più fortuna su determinate occasioni ma noi comunque ce la mettiamo tutta per cambiare questo trend anche per festeggiare assieme ad un pubblico che ci sostiene sempre».

Quanto pesa l’ultima sconfitta con la Ternana?
«Pesa perché venivamo da tanti risultati positivi e avere trovato quella sconfitta non ha aiutato, ma l’abbiamo cancellata e adesso pensiamo alla prossima gara sapendo che bisogna migliorare e stiamo lavorando per questo».

Che avversario è il Brescia?
«Pensiamo prima a noi. Stiamo cercando di spingere perché veniamo da un k.o. e sarà importante farsi trovare pronti: questo è il nostro obiettivo».

Una piccola flessione dal punto di vista fisico a questo punto della stagione era prevista?
«È una sconfitta che capita in ogni percorso. Adesso abbiamo la testa solo al Brescia, quella con la Ternana è stata sconfitta inaspettata dopo un periodo in cui abbiamo ottenuto risultati importanti con squadre forti».

Che messaggio vi ha trasmesso Nesta alla ripresa degli allenamenti?
«Il mister ci ha detto di cancellare l’ultima partita, senza dimenticare gli sbagli fatti, e di dare il massimo contro il Brescia evitando di commettere gli stessi errori».

Dopo Brescia e Südtirol affronterete l’Ascoli: che ricordi hai della tua esperienza in bianconero?
«Ho dei bei ricordi, ad Ascoli mi sono trovato bene ma posso dire altrettanto qui a Reggio. Ora penso solo alla Reggiana».

Qual è il tuo bilancio personale delle prime 25 partite?
«Sinceramente non sono contento, so che posso dare tanto. Gli infortuni mi hanno un po’ frenato e in alcune gare non ero al 100%, ma fa parte del calcio... Guardo avanti e cerco di migliorare».

Il tipo di gioco che sviluppate si addice alle tue caratteristiche?
«Cerco di adattarmi a quanto propone il mister. Come caratteristiche io attacco di più lo spazio però riesco anche a venire ad aiutare la squadra e cerco di dare la mia disponibilità ai compagni».

Il ruolo del centravanti presenta responsabilità maggiori?
«Noi siamo scelti per finalizzare il gioco e facendo gol si vincono le partite ma anche un passaggio decisivo a volte è importante. Essendo un centravanti hai questa responsabilità, tutti vorrebbero segnare sempre e c’è chi ci riesce e chi fatica».

Ha un obiettivo di gol da raggiungere?
«Un obiettivo personale ce l’hanno tutti, io però penso prima alla vittoria della squadra e così loro aiuteranno me a segnare di più».

A Reggio come ti trovi?
«Molto bene, sono contento perché è una città tranquilla con tanta gente che tiene alla squadra e lo si vede allo stadio. Nel tempo libero non esco molto di casa ma ho notato che a Reggio c’è tanto verde e tanti parchi dove mi piace passeggiare, poi qui si mangia molto bene». 

Cappelletti o tortelli? 
«Preferisco le lasagne».

La tua storia è diversa da quella di altri tuoi compagni…
«Sono arrivato in Italia con la famiglia quando avevo 7 anni, qui ho frequentato tutte le scuole e ho trascorso la mia adolescenza».

Quanto sei ancora legato alla Costa d’Avorio?
«Sono nato e cresciuto lì, sento di appartenere a quel mondo: se sono arrivato a questo punto della mia carriera e grazie alle mie origini».

Pensi che il calcio e la vittoria di un torneo come la Coppa d’Africa possa cambiare il destino di un paese povero come la Costa d’Avorio?
«Chi ci vive ed è cresciuto lì non percepisce la povertà, si pensa a vivere con gioia e felicità con una mentalità diversa da chi sta qui, senza stress. Suggerirei a tutti di fare un viaggio in Africa perché può aprire gli occhi a tante persone».

 

 

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