Dionigi: «La Reggiana deve costruire una mentalità vincente. La spinta del nostro pubblico è decisiva»
Il tecnico granata alla vigilia del ritorno al “Città del Tricolore”: «A Palermo ottima prova, ora un Empoli diverso da quello di Coppa Italia. Girma vicino al rientro, Magnani dà nuove soluzioni in difesa. Mercato? Bisogna aspettare fino all'ultimo»

Seconda giornata di campionato e debutto stagionale al “Città del Tricolore” per la Reggiana di Davide Dionigi, che torna davanti al proprio pubblico a quasi quattro mesi di distanza dall'ultima gara giocata in città. Il tecnico granata in conferenza stampa ha parlato della partita di domani sera contro l’Empoli, delle sensazioni dopo la trasferta in Sicilia, del mercato e del sostegno della tifoseria.
Mister, come è stata assorbita la prima sconfitta stagionale?
«Perdere non fa mai piacere, ma riguardando più volte la partita ne esce una Reggiana rafforzata da un’ottima prestazione. Soprattutto nella seconda parte del secondo tempo avevamo in mano la gara, poi siamo stati un po’ polli a prendere il secondo gol. Altrimenti sarebbe stata una partita bella da vivere fino in fondo. Davanti a oltre 30mila spettatori, con tanti esordienti e con una rosa ancora corta nei cambi, abbiamo fatto molto bene. Per essere calcio d’agosto ho visto intensità alte, quasi da ottobre o novembre: tutte sensazioni positive».
Avere già affrontato l’Empoli in Coppa Italia può aiutare?
«Quello era un Empoli diverso. Hanno inserito 4-5 giocatori di categoria superiore, domani ne avranno almeno 2-3 in campo. Può essere un vantaggio o uno svantaggio per entrambi gli allenatori, ma sarà una partita completamente diversa: interpreti diversi, condizione diversa, intensità più alte rispetto a Ferragosto. Anche l’orario influirà: di sera le velocità saranno maggiori».
Con il mercato ancora aperto, come si fa a tenere la testa dei giocatori sgombra?
«È un disastro. Non solo per noi, ma per tutti gli allenatori. Non è facile giocare con voci di mercato, chi va, chi resta, chi arriva all’ultimo senza preparazione. Dobbiamo essere bravi a isolarci il più possibile. Speriamo di arrivare in fretta a settembre per chiudere i ranghi: poi ci si risetta e tutti si allineano».
In attacco siete corti, con solo due punte vere. Si può reggere così un campionato?
«No, ed è chiaro. Mancano tre-quattro giocatori per completarci, lo sappiamo bene e li abbiamo individuati. Il mercato ci porta ad aspettare l’ultimo momento, ma condividiamo la scelta: se vogliamo alzare il livello dobbiamo attendere. Giochiamoci questa gara con l’intensità vista a Palermo, poi a mercato chiuso completiamo la rosa e lavoriamo duro».
Dopo Palermo conta più fare risultato o continuare a costruire una certa mentalità?
«Alla seconda giornata non possiamo fare calcoli. A Palermo nel secondo tempo abbiamo accarezzato il sogno non solo di pareggiarla, ma anche di vincerla. Ora affrontiamo una squadra retrocessa dalla Serie A, quindi sarà importante fare risultato, ma soprattutto dobbiamo costruire una mentalità per giocare e vincere. Se pensiamo solo al risultato ad agosto non andiamo lontano».
Con l’arrivo di Magnani la difesa è più folta: un problema o una risorsa?
«L’obiettivo è avere due giocatori per ruolo, sia nel 3-5-2 che nel 3-4-2-1 o 3-4-1-2. Quindi più che abbondanza è completamento».
Magnani e Rozzio possono giocare insieme?
«Nel nostro sistema i braccetti devono partecipare alla fase offensiva. Per caratteristiche entrambi sono più centrali che esterni, quindi insieme sì ma solo in emergenza. Lo stesso vale per altri ruoli: gioca chi sta meglio, senza preclusioni. Conta avere le caratteristiche giuste nei ruoli».
Qual è la situazione in infermeria?
«Rozzio è reduce un problemino che lo ha condizionato, vedremo se sarà disponibile dall'inizio. Con Papetti abbiamo caratteristiche diverse rispetto a Paolo: dipende dalla partita che vogliamo fare. L’idea è abbastanza chiara, ma la decisione arriverà domani. Urso è fuori, Girma sta lavorando e dalla prossima settimana si aggregherà al gruppo».
Meroni è pronto e può restare?
«Andrea ha saltato il ritiro e deve recuperare la condizione, ma sono già due settimane che si allena a pieno regime, infatti lo abbiamo portato in panchina a Palermo. Anche qui torno al discorso dei due giocatori per ruolo: a mercato chiuso si farà di necessità virtù con chi avremo».
Domani tornerà in Curva Sud il Gruppo Vandelli dopo 15 anni di assenza: che atmosfera si aspetta?
«A Palermo abbiamo giocato in una cornice notevole e siamo stati bravi a partire forte. I nostri tifosi si sono fatti sentire anche in mezzo a 30mila. Domani mi aspetto una spinta importante: tornare al “Città del Tricolore” dopo tante trasferte sarà uno stimolo enorme. L’anno scorso la nostra forza è stata anche il pubblico e lo sarà ancora».
Per lei sarà anche il debutto stagionale in casa da inizio stagione e non da subentrato. Proverà della emozioni particolari?
«Assolutamente. È un esordio importante, il fattore pubblico sarà fondamentale per la spinta emotiva. È la prima volta che giochiamo al “Città del Tricolore” quest’anno e deve darci carica. Le sensazioni prima di Palermo erano positive e si sono confermate, ora dobbiamo solamente pensare a fare risultato davanti alla nostra gente».
Le statistiche dicono che la Reggiana non ha mai battuto l’Empoli in Serie B e subisce gol da 17-18 gare consecutive. Numeri da smentire?
«Onestamente non sono scaramantico e non mi fisso sui tabù. Sicuramente dobbiamo migliorare nella fase difensiva, ma non siamo ancora al completo. A Palermo abbiamo sofferto sulle palle alte e sui piazzati, non sul gioco manovrato. Domani serviranno intensità altissime di corsa e gioco, come già fatto in Sicilia».
Tatticamente, la sua idea è sempre quella di una squadra offensiva con due trequartisti e braccetti di spinta?
«Sì, è questa. Lo scorso anno, a parte le prime due partite, abbiamo sempre lavorato su questo. Dobbiamo avere mentalità offensiva restando compatti. Voglio che tutti partecipino alle due fasi. È la strada giusta per costruire la mentalità vincente».