Il punto di vista

Il 2017 porta in dote serenità e consapevolezza nei propri mezzi: vediamo di farle fruttare, con un aiuto dal mercato

Le difficoltà iniziali sembrano definitivamente alle spalle, la svolta ha radici profonde negli uffici di via Mogadiscio

01.01.2018 12:45

Questa Regia è davvero matura, o almeno così sembra: i sette minuti disastrosi di Salò fanno parte del passato e la Reggiana, infatti, contro la Triestina, ha dimostrato di saper scendere in campo dal primo all’ultimo minuto con una concentrazione davvero notevole e una capacità di sopperire ai propri limiti da grande squadra, un gruppo che se fosse partito meglio ora si starebbe giocando col Padova il primo posto. 

Il giorno di Santo Stefano ho scambiato gli auguri con Leonardo Menichini, così come con Andrea Grammatica ed altri. Con Menichini abbiamo chiacchierato un po’ al telefono e mi ha detto una cosa sulla quale non ho dubbi: “Ero certo che questa squadra prima o poi avrebbe ritrovato il proprio cammino”. Io, francamente avevo qualche dubbio in più, ma una cosa è vera: al di là di un’intensità maggiore che è stata data dai suoi successori durante le sedute, un aspetto certamente non secondario, Menichini ha dovuto fare fronte a mille problemi, ha gestito un Cesarini condizionato da infortuni, che si allenava a corrente alternata e con un contratto da confermare, un Altinier in profonda crisi, un Genevier in fase calente, un Manfrin disastroso e un Panizzi che non era neppure la brutta copia di quello di oggi. Come se non bastasse la società non c’era o se c’era era in fase evolutiva, mancava la guida di un direttore generale, che Philpakos sembra aver dato, mancavano i soldi che hanno sanato la situazione e permesso alla società di rinnovare i contratti e di dare garanzie per i mesi a venire. In quel momento chiunque avrebbe visto il futuro granata molto peggiore di quello attuale e così è arrivata la prima vittima sacrificale, Leonardo Menichini. A quel punto è iniziato il merito di Andrea Tedeschi e Max La Rosa, che sono riusciti a dare idee diverse, partendo dalla quotidianità del lavoro, dando maggiore intensità, tanto da vincere l’iniziale titubanza della squadra a fidarsi di questi due baldi giovanotti ai quali, poche settimane dopo, è stata aggiunta la saggezza di Sergio Eberini, l’elemento equilibratore del gruppo, di un trio di allenatori che sta dando e sta ottenendo il massimo da questi ragazzi. Ora la società è sana, anche sotto il profilo psicologico, le figure cardini esistono e sono operative, la squadra sta lavorando meglio e comunque i risultati aiutano a lavorare bene e a dare quella scarica adrenalinica in grado di muovere le motivazioni a livello endogeno. Contro la Triestina questa Reggiana ha dimostrato di avere questa serenità, una tranquillità e una maturità dettata dall’evoluzione naturale della situazione, dalle cose che accadono perché è cambiata la base, perché la società ha saputo solidificare le fondamenta e fare, secondo lo stesso discorso di Mike Piazza, che l’estate scorsa aveva pensato di mollare, una programmazione seria per il futuro.

Ora arriva una lunga sosta e qualcosa dovrebbe cambiare, ma forse poco. La cosa più importante sarebbe il rientro di Rozzio o di Bastrini, in modo da superare la fase di emergenza della difesa, che la triade ha comunque gestito alla grande, con un Panizzi sempre più bravo anche nel ruolo di centrale e un Lombardo affidabilissimo a destra. Dal mercato, invece, sarebbe utile un centrocampista in più, con le caratteristiche dell’Angiulli prima versione, per intenderci, in modo da poter trovare un’alternativa più concreta all’eventuale assenza di uno dei tre titolari, Bovo, Genevier e Carlini. A mio avviso servirebbe soltanto un acquisto, un giocatore duttile a centrocampo, ma una prima scelta che metta in crisi la triade su chi far giocare, un giocatore di spessore che, col recupero di Rozzio e Bastrini dietro e di Rosso davanti, andrà a completare un organico che, tutto sommato, ha dimostrato di essere competitivo, ora che ha trovato serenità e consapevolezza nei proprio mezzi, anche così com’è. 


(foto © AC Reggiana 1919)

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