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Rossi: «Non dimentico quello che ho passato, l'attenzione ora è massima. È importante mantenere la nostra identità»

«Il Covid complica tutto: giocare ogni tre giorni sarà stressante ma dobbiamo guardare avanti senza perdere il nostro equilibrio fisico e mentale. Al 2022 chiedo tanta salute e un finale da festeggiare assieme ai tifosi»

09.01.2022 12:30

Dopo una prima parte del 2021 conclusa con un'amara retrocessione, la rinascita sportiva della Reggiana ha coinciso anche con quella di Fausto Rossi: il calciatore cresciuto nel vivaio della Juventus ha dimostrato di non essere una semplice alternativa a Cigarini e partita dopo partita è tornato ad essere un punto fermo e affidabile della linea mediana granata.

«Il 2022 è iniziato in maniera particolare: stiamo facendo un sacco di tamponi e controlli, ai campi di allenamento c’è massima attenzione - ci spiega il centrocampista classe ‘90, alla terza stagione in granata - Abbiamo passato le vacanze con diversi pensieri per la testa e al rientro il 29 dicembre abbiamo subito visto che c’erano dei positivi: per me non è stato un grande problema poiché l’intenzione era quella di restare in famiglia senza andare via ma anche rimanendo con i propri cari il timore della trasmissione c’è comunque avendo due bambini piccoli. Cerchiamo sempre di stare attenti ma non si sa mai: incrociamo le dita e speriamo di avere meno contagi possibili in squadra…».

Dopo i primi tamponi positivi nello spogliatoio vi sono tornati in mente gli eventi del 2020 che hanno portato alla sconfitta a tavolino con la Salernitana?
«Nessuno ha dimenticato quei momenti. Dato che io ero stato uno dei primi ad essere contagiato confesso che un po’ di paura l’ho avuta. Adesso la maggior parte delle infezioni è senza sintomi, ma ricordo che l’anno scorso fu davvero difficile per me ritrovare la forma giusta dopo la gara interna con il Chievo ad ottobre. Probabilmente avevo giocato con il Covid perché ero stato male qualche giorno prima della partita sebbene il tampone fosse negativo, ma evidentemente stavo covando la malattia e infatti il giorno dopo la gara ero risultato positivo. Nei giorni successivi la squadra è stata falcidiata e siamo stati male, patendo il Covid sia a livello fisico che di classifica diventano l’unica squadra al mondo a perdere una partita a tavolino (oltre al Tottenham, ndr). Questa situazione fa riflettere molto, soprattutto chi come me ha vissuto quei momenti alla Reggiana nella scorsa stagione…».

A Cavazzoli per i tifosi non è più possibile assistere ai vostri allenamenti e l’attenzione immaginiamo sarà massima anche all’interno del centro sportivo…
«Il protocollo è più o meno lo stesso da inizio stagione: tra di noi e in infermeria cerchiamo sempre di indossare la mascherina e igienizzarci portando roba pulita. Sono comportamenti che a volte creano confusione ma dobbiamo seguire le regole per il nostro bene e per quello dei compagni. Negli ambienti comuni adesso c’è un occhio di riguardo in più che magari qualche mese fa mancava».

Però con le vaccinazioni vi sentite più tranquilli?
«Sì lo siamo. Con il vaccino si spera di reggere e non contagiarsi, poi a breve faremo la terza dose che ci darà maggiore tranquillità».

In campo state svolgendo una sorta di nuova preparazione? Guglielmotti ha confessato che il prof Esteban Anitua vi sta tartassando per bene…
«Si diciamo che è così. Questa sosta non programmata ci dà un periodo in più di lavoro per preparare al meglio gli ultimi mesi della stagione: stiamo lavorando forte, il prof ci mette sotto ma sappiamo che è per il nostro bene e tutto questo sudore versato serve per farci affrontare al meglio la seconda parte del campionato. È un richiamo abbastanza tosto a livello fisico, non ai livelli della preparazione di Carpineti ma arriviamo comunque a fine allenamento con le gambe che tremano».

Quali incognite potrà presentare il rientro in campo il 22 gennaio, ammesso che non si arrivi ad un nuovo posticipo?
«Credo dipenderà molto dall'innalzamento o dalla diminuzione della curva dei contagi in Italia che si riflette anche sul panorama calcistico. Rimanere fermi per un po’ toglie soprattutto il ritmo partita. In queste settimane non riusciamo ad allenarci con il gruppo al completo e non si possono fare amichevoli: la situazione è molto vincolante ma dobbiamo guardare avanti».

Il nuovo calendario stilato dalla Lega Pro quanto complica il cammino della Reggiana verso la B?
«All’inizio servirà un periodo di riadattamento, ma le tre partite consecutive in casa davanti al nostro pubblico daranno certamente una mano e una spinta importante. Le difficoltà credo arriveranno più avanti quando giocheremo ogni tre giorni perché diventerà faticoso e per ogni giocatore lo stress a livello fisico si farà sentire. Penso alle gare ravvicinate con Siena e Modena ma soprattutto alle due trasferte consecutive con Gubbio e Ancona: in quest’ultimo caso anche a livello logistico non sarà una passeggiata giocare a Gubbio il mercoledì sera e poi andare ad Ancona la domenica pomeriggio senza sapere se torneremo o meno a Reggio…».

Si può affermare che il mese di febbraio è diventato il crocevia della stagione?
«Sì, diventa un passaggio importante verso l’obiettivo che ogni squadra vuole raggiungere: avendo un numero di partite così elevato, febbraio può spostare gli equilibri da una parte e dall’altra. Magari chi riuscirà ad essere più continuo si troverà con qualche punto di vantaggio prima dello sprint finale».

A quali dettagli bisognerà prestare maggiore attenzione nel girone di ritorno?
«Non dovremo sottovalutare mai nessuna partita e dovremo essere consapevoli che tutti giocheranno per fare punti e anche uno solo potrà andare bene a qualche avversaria. Sappiamo anche che tante squadre si rinforzeranno sul mercato, quindi inizia un campionato diverso. Diventa fondamentale non perdere la nostra identità e l’equilibrio sia fisico che mentale e cercare di riproporre quello che abbiamo fatto finora sia come gruppo che come singoli».

Quanto pensi che possa incidere il mercato di gennaio sui valori del campionato?
«Le squadre che vanno bene di solito non vengono toccate perché sono difficili da migliorare, o almeno così si dice spesso. Noi dobbiamo guardare in casa nostra: abbiamo fatto una prima parte di campionato strepitosa con dei numeri pazzeschi, quindi dovremo cercare di riproporla. Se poi arriverà qualcuno per aumentare la qualità della squadra e darci una mano sarà sempre il benvenuto: a Reggio tutti i giocatori che arrivano si sono sempre sentiti a proprio agio».

Ti aspetti qualche novità tra le fila di Modena, Cesena, Entella o Pescara?
«In tutta sincerità non so cosa aspettarmi dalle nostre avversarie. Probabilmente cercheranno di puntellare le rispettive rose con qualche acquisto mirato per cercare di migliorare ancora».

La tua stagione sin qui è stata impeccabile, sia dal punto di vista del rendimento che della continuità: 18 presenze su 20 gare disputate.
«Il problema fisico che mi ha perseguitato per mesi nella scorsa stagione fortunatamente è alle spalle e in questo campionato per ora non ho avuto alcun fastidio».

L’intesa con Cigarini e Radrezza è cresciuta gara dopo gara, facendo cambiare parere a chi a in agosto aveva storto il naso di fronte all’idea che un centrocampo dai piedi buoni potesse fare realmente la differenza…
«Come aveva detto il mister a inizio campionato, c'era solo bisogno di trovare un po’ di equilibrio di squadra per poter supportare un centrocampo più di qualità e meno fisico. Sono contento di essere riuscito a trovarlo assieme ai miei compagni. Allenandoci al massimo sono arrivati sia i risultati che le prestazioni: le ultime due gare del 2021 contro Teramo e Montevarchi sono state davvero delle ottime partite».

Il tuo modo di giocare è cambiato molto rispetto ai due anni con Alvini.
«Sì, come ruolo adesso gioco più da mezzala. In realtà si tratta di un ritorno al passato perché avevo occupato questa posizione nelle mie precedenti esperienze sia in Italia che in Spagna quindi non ho avuto grandi difficoltà a riadattarmi. Sappiamo di essere una squadra completa in tutti i reparti, quindi ognuno cerca di dare il proprio massimo per arrivare all’obiettivo finale che è la cosa più importante».

Sembra quasi che tu ti diverta maggiormente a giocare qualche metro più avanti…
«Sì, ma devo dire che io a Reggio mi sono sempre divertito anche se i risultati non sono sempre stati positivi. Ovviamente giocare con dei compagni di livello e qualità maggiore aiuta ad avere un rendimento più alto, e devo dire che in questa stagione rispetto alla precedente la qualità è aumentata».

Quali sono i tuoi propositi per il 2022?
«Innanzitutto vorrei stare sempre bene. Sono contento di avere praticamente eguagliato nella prima parte di campionato il numero totale di gare disputate in B nella scorsa stagione e magari, dopo il problema fisico dell’anno scorso, di essere riuscito a far tornare qualcuno sui propri passi rispetto ad alcuni pensieri sulla mia tenuta fisica. Sicuramente in questo 2022 come squadra vogliamo cercare di portare a casa quello che ci siamo prefissati a inizio stagione: la vittoria del campionato».

Vuoi mandare un messaggio ai tifosi che non vedono l’ora di tornare a tifare per voi allo stadio?
«Non li vediamo ma li sentiamo costantemente vicini a noi con un messaggio o un post sui social: riescono sempre a farci sentire il loro affetto. Li saluto e auguro loro un felice anno nuovo e speriamo che lo possa essere soprattutto tra i mesi di aprile e maggio in cui spero di festeggiare una nuova promozione assieme a loro».

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