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Luciani: «Abbiamo dato il massimo, il portiere del Pontedera ha fatto dei miracoli. Restiamo positivi»

«Dentro lo spogliatoio non c'è una mela marcia, siamo tutti indirizzati verso il nostro obiettivo. I tifosi? Sono arrabbiati e li capisco, ma penso che abbiano apprezzato l'impegno. Poi se c'è qualcuno che fischia, ci prendiamo anche quello»

15.03.2023 09:30

«Potevamo stare qui due o tre giorni ma la palla non sarebbe entrata lo stesso - sottolinea rammaricato Alessio Luciani dopo lo 0-0 di Pontedera - Penso che qui debbano fare un monumento a Siano perché ha fatto dei miracoli allucinanti su Kabashi, su di me, su Laezza e su Guiebre, poi ha parato un rigore ed è stato bravissimo. Io sono positivo, se devo trasmettere qualcosa alla gente, ai miei compagni che sono più positivi di me, è la positività, anche nel risultato guardo il lato positivo perché se avessimo perso saremmo a tre punti e in caso di vittoria della seconda saremmo secondi quindi vediamo il lato positivo. Siamo a più quattro».

Siete scesi in campo con ancora qualche scoria da sabato?
«Se guadagni un calcio rigore non credo che uno abbia delle scorie che si porta addosso, noi abbiamo sempre dimostrato che siamo una grande squadra e penso che si sia visto quello. Io rispetto tanto la gente, perché è il fulcro di tutto e penso che loro siano delusi dal risultato ma contenti della prestazione, perché l’hanno visto con i loro occhi quante occasioni abbiamo avuto e che purtroppo quella benedetta palla non sarebbe mai entrata… Non è il primo giorno che faccio questa categoria, di partite ne ho fatte, quindi so come funziona. Guardiamo il lato positivo e dobbiamo essere tutti super positivi a partire da noi, dalla società, da voi e dalla gente che ci dà sempre una carica allucinante».

A fine gara si sono sentiti applausi ma ci sono stati anche dei fischi…
«È giusto così. La gente è arrabbiata perché vorrebbe sempre il risultato, sempre la vittoria e li capisco, la gente paga il biglietto, fa sacrifici per venire in trasferta, magari non è andata a lavorare per venire qui. Quindi, cosa gli dobbiamo dire? Gli dobbiamo dire che alziamo le mani e abbiamo dato il massimo, di più non potevamo fare, la palla non è voluta entrare e penso che l’abbiano apprezzata questa cosa, poi se c’è qualcuno che fischia, ci prendiamo anche quello. Prendiamo i fischi, gli insulti, siamo una squadra matura e sappiamo come funziona».

È stata solamente una partita allucinante?
«Siamo rimasti in undici contro dieci dal ventiquattresimo del primo tempo, purtroppo non abbiamo vinto ma penso anche a quando siamo rimasti noi in dieci con il Gubbio e abbiamo portato a casa i tre punti. Vuol dire che quando una squadra gioca in dieci si chiude dietro e riparte in contropiede. Non abbiamo preso gol, quindi guardiamo anche questo lato positivo. Ora pensiamo alle prossime partite».

Nelle ultime sei gare, dipende tutto da voi…
«Assolutamente sì, ma io penso che la vita dipenda dalla persona. Io indirizzo la mia vita dove voglio, faccio sacrifici per indirizzarla dove voglio. Penso che dentro questo spogliatoio non c’è una mela marcia, siamo tutti indirizzati verso quella strada e ce la metteremo tutta. Se dovremo allenarci dalla mattina alla sera lo faremo, la gente lo sa e quindi andiamo avanti, dipende tutto da noi».


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