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Sersanti: «A Salerno una grande prestazione, contro il Palermo daremo il 110%. Il mercato? Io resto alla Reggiana»

«In Serie B serve continuità, non possiamo lasciare dei punti per strada. Fa piacere ricevere complimenti ma non mi monto la testa: devo continuare a correre e a lavorare per superare i miei limiti. La mia crescita? Alla Juventus ho imparato tanto»

23.01.2025 15:30

Nelle prime 22 partite di campionato Alessandro Sersanti ha collezionato 22 presenze condite da 2 reti ma la stagione del centrocampista classe 2002 va ben oltre questi numeri: la sua grande corsa al servizio della squadra e la grande propensione al sacrificio sono un po' il simbolo della squadra di Viali che, tra alti e bassi, ha fatto breccia nel cuore dei tifosi granata. Dopo la dolorosa sconfitta di Salerno ora è arrivato il momento di affrontare il Palermo, Sersanti è consapevole delle difficoltà della gara ma ha un solo obiettivo in testa: vincere.

Alessandro, come procede la preparazione della gara contro il Palermo?
«Sappiamo di dover affrontare una squadra molto forte, che si è rinforzata sul mercato. Continuiamo a lavorare sui nostri principi, a fare il nostro gioco: non ci interessa chi scenderà in campo tra i nostri avversari, non guardiamo in faccia nessuno ma giochiamo per vincere, soprattutto davanti al nostro pubblico. Arriveremo pronti per giocare una grande partita».

Che gara ti aspetti contro i rosanero?
«Dobbiamo avere la consapevolezza delle nostre ultime partite, continuare su quelle prestazioni e non farci influenzare dall'ultima sconfitta. Penso che domenica torneremo in campo sempre al 110%, continuando a correre dietro agli altri, anche perché sono una squadra forte, quindi dobbiamo andare di più rispetto agli avversari. Sarà una delle partite più importanti perché bisogna dare continuità al percorso e in Serie B non possiamo lasciare tanti punti indietro».

La squadra di mister Dionisi fuori casa è reduce da tre sconfitte consecutive: secondo te è un fatto casuale o vuol dire che i vostri avversari hanno delle difficoltà nel giocare sui campi altrui?
«Non lo so. Certamente sono forti e non possiamo sottovalutarli. Anche all'andata non avevano mai vinto in casa prima di affrontarci, quindi non stiamo a guardare queste cose. Chiunque venga da noi dobbiamo imporre il nostro gioco e cercare di conquistare la vittoria a tutti i costi».

In questo momento avete praticamente un'intera squadra in diffida: questa situazione vi può condizionare?
«Spero di no. Noi cerchiamo di andare in campo sempre al massimo, di sicuro non per tirare indietro la gamba o per prendere un giallo in più o in meno. Ci sono tanti giocatori in diffida: speriamo che non prendano tutti insieme l’ammonizione, però se dovessimo togliere un po' di cattiveria poiché condizionati dai gialli sbaglieremmo tutto. Bisogna continuare con la stessa grinta e determinazione perché solo così possiamo continuare a vincere e a fare punti».

Capitolo mercato: è vero che il Pisa ti ha cercato?
«Sono sempre voci che rimangono lì, l'importante è che io sia qua per fare bene, per continuare il mio percorso di crescita e raggiungere tutti gli obiettivi a fine stagione. A Reggio sto bene e sono felicissimo, sto dimostrando tanto e quindi non ha senso muoversi. Resto qua».

La Reggiana a fine stagione ha la possibilità di riscattarti in base al raggiungimento di determinate condizioni: ci puoi dire quali?
«Non le conosco, ma l'importante è pensare alle partite che vengono e chiudere la stagione. Di contratti e riscatti nei parleremo alla fine quando avremo completato tutti gli obiettivi e quando saremo sereni. Adesso pensiamo solo al campionato e a fare risultati».

Capito torti arbitrali: voi come gestite queste situazioni?
«Dobbiamo andare oltre, non possiamo sempre attaccarci agli alibi contro gli arbitri. Sicuramente se hanno fischiato contro dovremo cercare di portarceli un po' dalla nostra parte, però dobbiamo continuare con le prestazioni che abbiamo fatto finora. Stiamo facendo un percorso di crescita importante e dobbiamo continuare su questa strada».

A inizio stagione hai giocato anche da esterno: il ruolo attuale pensi che rispecchi maggiormente le tue caratteristiche?
«Mi adatto bene a tutti i ruoli. Di sicuro quello che faccio ora mi fa rendere un po' di più per tipo di gioco e adattamento, ma ero contento anche prima quando il mister mi metteva esterno o terzino… Adesso però i risultati stanno venendo, quindi va bene così».

Dopo un periodo di flessione, la Reggiana ha cambiato passo: quando e come è scattato qualcosa dentro il gruppo?
«Sicuramente avevamo iniziato un buon percorso, fatto di prestazioni e di risultati. Giocavamo bene, ma non riuscivamo a conquistare abbastanza punti. Dopo le prestazioni con Sassuolo e Modena c'è stata la debacle di Cittadella che ci ha scosso e ci siamo accorti che era il momento di fare quel salto in più che ci serviva. In questo campionato basta poco per ritrovarsi in fondo dove non meritiamo di stare, quindi abbiamo reagito come una grandissima squadra. Dopo la partita con il Cittadella potevamo accusare il colpo, invece siamo andati a Mantova e abbiamo fatto una prestazione eccezionale. Da lì abbiamo continuato a imporre il nostro gioco e i nostri principi conquistando tre risultati utili di fila. A Salerno, nonostante la sconfitta, abbiamo fatto una grande prestazione. Giocare un'altra volta in dieci non era facile e per una questione di secondi non siamo riusciti a portare a casa un altro punto. Il percorso che stiamo facendo è di una netta crescita e dobbiamo continuare così, senza lasciare niente indietro».

Le tue prestazioni fino a questo momento hanno avuto grande eco anche a livello nazionale: che effetto ti fa ricevere tanti complimenti?
«Mi fa sicuramente piacere. Se sto rendendo in questo modo il merito di sicuro non è mio ma dello staff, dei miei compagni e della piazza. Non leggo i commenti sui social, che siano critiche o complimenti, perché ho imparato a lasciarli un po' da parte e ascoltare solo i commenti degli addetti ai lavori intorno a me. La cosa che più apprezzo è scendere quasi sempre in campo perché il miglior complimento secondo me è giocare. Non voglio montarmi la testa ma continuare a fare queste prestazioni e a correre per i miei compagni perché solo così possiamo raggiungere gli obiettivi e io posso rendere di più a livello personale. Tutti insieme ci miglioriamo e facciamo punti, questo è l’importante».

Hai una capacità aerobica importante, difficile da vedere a questi livelli: è una dote che hai sempre avuto o in passato hai praticato altri sport?
«L'unico sport che ho fatto è il tennis, insieme al calcio per molto tempo. Prima non ero questo tipo di giocatore, anzi nelle giovanili ho soprattutto ricoperto il ruolo di difensore centrale quindi avevo una corsa molto diversa. Ho cominciato a capire questo tipo di gioco quando sono arrivato alla Juventus: ho iniziato a essere consapevole in cosa potevo diventare veramente forte e in cosa avrei potuto sfondare. Ho capito le mie qualità e i miei limiti, e per le doti aerobiche e fisiche ringrazio mamma e babbo, Paolo ed Elisa, per avermele date. Sono consapevole di aver fatto una grande crescita e speriamo che non finisca la benzina…».

Quali sono i limiti che ti riconosci?
«Sicuramente devo migliorare a livello tecnico, nel capire i momenti della partita in cui posso correre, quelli in cui posso riposarmi e non andare sempre a tutta. I limiti ci sono sempre, non solo per me ma anche per i campioni del mondo. Spetta a noi migliorarli e lavorarci sopra in allenamento e in partita».

Che esperienza è stata quella in bianconero?
«Per me quella alla Juve è stata un'esperienza incredibile avendo sempre fatto le giovanili in provincia, a Grosseto, e non avendo mai frequentato settori professionistici. Mi sono ritrovato catapultato in quell’ambiente quasi senza preavviso. È stato un mondo completamente a parte, soprattutto a livello di mentalità, di strutture, di allenamento. E poi ritrovarsi ad allenarsi quotidianamente con campioni del calibro di Di Maria, Chiesa, Bonucci… Per me è stato un salto clamoroso, quasi un sogno a occhi aperti. Come una spugna ho cercato di assorbire tutto: si impara anche solo a stare in campo e a guardare quei giocatori che si allenano. Sono stati due anni e mezzo di apprendimento totale. E poi fare la Serie C (con la Juventus Next Gen, ndr) rispetto a un campionato Primavera è stato un altro salto in più per farsi le ossa, imparare a stare con i grandi, imparare rispetto e umiltà». 

Rispetto allo scorso campionato, quanto è cambiata la Serie B?
«È sempre un campionato di livello. Quest'anno è particolarmente equilibrato perché in sei punti circa puoi ritrovarti da una parte all'altra della classifica. È importante continuare a dare continuità e rimanere in corsa per tutti gli obiettivi. Dobbiamo continuare a fare il nostro gioco, imporci e cercare di fare un percorso di crescita totale su tutti gli aspetti».

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